Home » e-Learning » Storia Economica » Il materialismo storico e la lotta di classe di Karl Marx

Karl Marx, filosofo, politico, storico ed economista tedesco, fu uno dei primi studiosi (se non il primo) a teorizzare come il processo di razionalizzazione della società e del sistema economico, stava determinando il problema dell’alienazione dal lavoro per la nuova classe operaia. Con questa espressione si vuole indicare la perdita del possesso dei frutti del proprio operato subita da un lavoratore, poiché di tali prodotti si impossessa il capitalista.

Il plusvalore e il capitale

Secondo il filosofo, l’alienazione si verifica specialmente col capitalismo a causa del suo sistema di produzione. Per Marx, l’uomo vende il proprio lavoro in cambio di un salario, il quale è un mero mezzo di sussistenza e non rispecchia il valore della produzione effettiva dell’operaio. Il valore del prodotto non pagato che il capitalista fa proprio prende il nome di plusvalore, il quale viene accumulato dall’imprenditore e utilizzato per l’accrescimento del capitale. Quest’ultimo è suddiviso nella seguente maniera:

  1. Capitale costante, ossia il capitale convertibile in mezzi di produzione. Esso è a sua volta composto da capitale fisso, non esauribile in un singolo processo produttivo, e capitale circolante, consumabile in una linea di montaggio.
  2. Capitale variabile, chiamato così in quanto cambia valore con la produzione. È composto da forza lavoro e dall’eccedenza di valore del prodotto. In questo senso esso coincide col sovrappiù o plusvalore.

L’estraneazione dai risultati dell’impiego rende il lavoro ripetitivo e imposto, ciò avvantaggia unicamente il capitalista: questo è uno dei lati negativi della razionalizzazione secondo Marx.

Il materialismo storico

Il filosofo introdusse il concetto, o meglio, la distinzione tra struttura economica e sovrastruttura ideale della società. Con il primo termine viene indicato l’insieme delle forze produttive e dei rapporti di produzione (possesso di mezzi e capitale) in un dato contesto temporale, con la seconda espressione si vuole invece indicare l’insieme delle ideologie e delle credenze presenti in una certa società.

Karl Marx - Wikipedia

Esiste un rapporto tra struttura e sovrastruttura, difatti la prima determina la seconda. Le ideologie sono il complesso di credenze prodotte dalla classe dominante al fine di mantenere il potere sulla classe dominata, o, nel caso del capitalismo, anche al fine di non far comprendere la coscienza di classe (quanto deve prendere un operaio?).

Da qui il termine materialismo storico

Materialismo” in quanto vi è una prevalenza economica (materiale) alle idee (spirituali), essendo che il sistema economico vigente, ossia la struttura, condiziona la coscienza, la politica, la morale, la religione e la filosofia della società, vale a dire la sovrastruttura. Questa dipendenza della seconda verso la prima è aggravato, secondo Marx, dall’alienazione, la quale sminuisce lo spirito umano. Solo il cambiamento della struttura economica può portare al cambiamento della sovrastruttura ideologica.

“Storico” perché il filosofo tedesco teorizzò come nei vari contesti storici l’ideologia è determinata dalla struttura di ogni periodo.

Il filosofo ed economista ne individuò quattro:

  1. Modo di produzione asiatico, caratterizzato da una società tribale, senza distinzioni di classe, con la presenza della divisione sessuale del lavoro.
  2. Modo di produzione antico, in questo caso la lotta di classe fa riferimento al conflitto tra uomini liberi e schiavi.
  3. Modo di produzione feudale, dove gli opponenti si identificavano in nobili e contadini.
  4. Modo di produzione borghese-capitalistico, in cui vi è una lotta di classe tra borghesia e proletariato.

Spunti sulla situazione oderna

Al giorno d’oggi, vige un sistema economico neoliberista (secondo la vulgata moderna), caratterizzato dalla globalizzazione politica e dell’economia. Secondo i molti sociologi, questo modo di produzione ha portato a una continua razionalizzazione della società. Per questo, la società postmoderna è definita come “fine delle grandi narrazioni”. L’espressione indica lo stampo cinico della società, nonché la perdita di ideologie nella sfera politica e il progredirsi del fenomeno di secolarizzazione, ossia dell’espulsione del sacro dalla sfera quotidiana.