Anche CocaCola parteciperà al boicottaggio di Facebook, arriva l’ufficialità. Non riguarda solo questo social network e sopratutto non riguarda solo questa azienda.
Nel mondo così come nei social non c’è spazio per il razzismo, inizia così il comunicato ufficiale, firmato dal CEO Quincey. È per questo che CoCaCola Company non pagherà per le inserzioni i social network (non solo Facebook) per almeno 30 giorni. Inoltre, conclude, che questo tempo sarà utilizzato per prendere decisioni ulteriori e che la società si aspetta più trasparenza e controllo da parte dei social.
CocaCola non è l’unica: anche North Face, Levi’s e altre aziende (lista completa qui) si sono unite all’iniziativa Stop Hate for Profit che parte dall’idea che i social permettono la diffusione di odio e anche da questo traggono profitti.
Le richieste alla società di Zuckerberg sono di maggiore controllo con “transparency report” ed evitare sopratutto che contenuti sponsorizzati siano mostrati vicino a contenuti che contribuiscono alla diffusione di odio.
Si chiede anche meno tolleranza sui gruppi e sulle pagine che creano questi contenuti e attenzione nei suggerimenti posti dall’algoritmo che “aiutano” potenziali razzisti a trovare persone simili con cui aggregarsi, costituendo un pericolo crescente per le comunità discriminate.
Ultima richiesta riguarda il supporto che Facebook dovrebbe fare alle persone vittime di questi gesti online.
In ogni caso l’elenco completo delle richieste è consultabile qui.
Il valore delle azioni di Facebook Inc. è diminuito dell’8% (stimando quindi una perdita di circa 8 miliardi per Zuckerberg); i ricavi dell’azienda provengono, infatti, dalle inserzioni e questa azione è rischiosa. Ma quanto spendono (in dollari) singolarmente le principali aziende che hanno deciso di sospendere la spesa in inserzioni sui social ogni anno?
La risposta è arrivata sia con un post di Zuckerberg che con una nota ufficiale riguardante le elezioni 2020.
In breve, Facebook provvederà ad informare gli utenti preventivamente sulle inserzioni politiche, probabilmente con etichette sulle inserzioni. Combatterà anche i tentativi di sopprimere/deviare i voti in modo irregolare e creerà standard più restrittivi per contenuti d’odio.
Non sono, ovviamente, mancate le critiche all’iniziativa da parte di vari utenti. Oggetto principale della lamentela è il fatto che Facebook è invece troppo restrittivo, dicendo che non è causa di tutto l’odio ma solo uno strumento. In ogni caso la scelta di queste società resta, pur nella speranza da parte loro che possano continuare ad utilizzarlo come canale di comunicazione.