Nella giornata di ieri, è giunta all’attenzione del governo la tanto attesa proposta da parte di Autostrade per l’Italia. Nelle intenzioni dei manager dell’azienda controllata dalla famiglia Benetton ci sono quelle di accontentare tutte le richieste dell’esecutivo, per evitare la revoca della concessione autostradale. Quali sono le caratteristiche della “corposa” offerta?
Come riporta il Sole 24 Ore, l’offerta di Aspi ruota intorno a due pilastri fondamentali:
il mantenimento degli impegni sul fronte degli investimenti, ossia i 14,5 miliardi a suo tempo dichiarati, e l’accettazione del modello Art (quello definito dall’Autorità dei trasporti) per quanto riguarda le tariffe sui nuovi investimenti.
Per quanto riguarda gli investimenti si tratta di 3,4 miliardi articolati in:
Accettare il modello Art significa avere, alla situazione attuale, una remunerazione sugli investimenti di circa il 7%, a differenza dell’11%, percentuale avuta fino ad ora. La società, scrive sempre il Sole,
dovrebbe riuscire a strappare alcuni correttivi, tra i quali l’introduzione nella formula dei costi operativi e la contemplazione delle conseguenze devastanti del Covid-19 sui volumi di traffico. […] in questo modo dovrebbero andare a mitigare l’effetto della contrazione della tariffa
Nell’offerta presentata, si legge che la società si impegnerà, nel prossimo consiglio di amministrazione, di discutere un aumento di capitale di circa 3 miliardi. In questo modo si punta a favorire l’ingresso di nuovi soci, come F2i e Cassa depositi e prestiti.
L’azienda propone inoltre di modificare l’articolo 35 del Milleproroghe, vale a dire quello che regola la revoca unilaterale della concessione. Alle parole generiche “grave adempimento”, la società propone di sostituire “un’interruzione grave e non riparabile di uno snodo fondamentale della rete”.
Pur di non perdere gli ottimi utili di Aspi, i Benetton presentano un’offerta che non solo soddisfa tutti i requisiti posti dallo stato, ma apre anche alla partecipazione all’interno della società, tramite due aziende partecipate statali (Cdp e F2i), dello Stato stesso. In questo modo Atlantia propone all’esecutivo di diluire Aspi e far si che i nuovi soci abbiano un ruolo importante, non solo a livello di controllo ma anche di governance.
La società tende dunque la mano allo stato, proponendo una via di mezzo tra la revoca e il mantenimento della concessione. I Benetton hanno fretta, il titolo Atlantia in borsa subisce delle rapide fluttuazioni in base alle indiscrezioni che filtrano dai palazzi romani.
Dal grafico con time frame settimanale, si può notare come il prezzo viaggiasse in area 25 prima del crollo del Ponte Morandi. In seguito alla tragedia, il titolo ha subito un tracollo arrivando in area 15, senza mai riprendersi del tutto.
Aspi diventerebbe una partecipata di una partecipata statale. L’esecutivo accetterà la proposta messa sul tavolo? O vincerà la linea portata avanti dal M5S, che giudica la revoca “l’unico provvedimento accettabile”, e dai parenti delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi?
I prossimi giorni, come affermato dal premier Conte, saranno decisivi per un dossier che “è stato portato avanti fin troppo tempo”.