Riforma pensioni 2021: il Governo apre le trattative
Il triennio sperimentale delle pensioni quota 100 terminerà nel 2021. Come scritto quest’oggi da AdnKronos, il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha proposto una riforma delle pensioni da attuare con legge delega a partire dal 2022.
Il Ministro ha incontrato i rappresentanti dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil ed ha confermato la volontà di riprendere il discorso interrotto a causa della pandemia. Dal Governo è anche arrivata la disponibilità al rafforzamento del contratto di solidarietà. Lo scopo della Riforma pare quello di traghettare al lavoro alla pensione i lavoratori e creare, contemporaneamente, nuova occupazione.
Calcolo quota 100: un bilancio fallimentare
Nel 2021, fortunatamente, il fallimentare esperimento rappresentato da quota 100. Come spiegato precedentemente in un nostro articolo, secondo i dati OCSE già nel 2017 prima della Riforma presentata dal governo gialloverde la spesa pensionistica era tra le più alte in UE. Trend che si è andato sempre di più a confermare con le politiche intraprese dal governo da lì in avanti. Questo ha permesso ai lavoratori italiani di andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima rispetto l’età pensionabile definita dalla Legge Fornero.
Ciò ha fatto sì che queste politiche sconsiderate gravassero sui costi del lavoro portando gli oneri contributivi al 33%. Ovvero, su 1000 euro circa 330 servono per pagare la pensione di vecchiaia di un attuale anziano. Tutto questo a discapito dei giovani che rappresentano gli elementi che incidono di più sulla povertà assoluta del Paese.Questo perché, oltre ad un aumento costante dell’importo medio, nelle statistiche non viene conteggiata la seconda pensione del coniuge. Questi piccoli aspetti vanno ad alimentare (inutilmente) la polemica che si voglia arricchirsi a discapito delle persone anziane.
Il bilancio finale di quota 100 può essere questo: sono stati sprecati miliardi di euro per regalare “pensioni precoci” a persone indipendentemente dal loro mestiere.
Incontro tra Nunzia Catalfo e Sindacati: di cosa si è parlato?
Sul tavolo, durante l’incontro tra le parti sociali e Nunzia Catalfo, si è parlato della legge di bilancio. Inoltre, l’orientamento emerso sarebbe quello di inserire sia la proroga che il rafforzamento dell’Ape sociale, che scade a fine 2020 e la proroga di Opzione Donna.
Il Ministro del Lavoro, in più, vorrebbe accelerare l’avvio di due commissioni:
- quella inerente alla separazione tra previdenza e assistenza;
- quella inerente alla speranza di vita.
Quindi ancora si sa poco sugli eventuali “nuovi requisiti per la pensione di anzianità”, sui contributi figurativi e se ci saranno delle novità anche sulla previdenza complementare.
Sperando comunque che vi sia un’accurata analisi sugli eventuali costi da parte dell’INPS.
Riforma 2021: quali sono le proposte al vaglio?
Una delle proposte più importanti è quella dell’aumento dell’età anagrafica vista ormai l’alzarsi dell’aspettativa di vita. L’età media per le pensioni di vecchiaia è stata per il Fondo pensioni di 67 anni (e dovrebbe essere confermata). Per gli anticipi, invece, è stata di 61 anni e 4 mesi (61 anni per le donne). Il dato è inferiore di un anno rispetto all’età media degli anticipi del 2019 ed è quasi certamente dovuto ai nuovi prepensionamenti legati a crisi aziendali. Una bella differenza rispetto alle età medie di pensionamento dei principali paesi europei.
Un altro problema da risolvere è quello di chi compie 62 anni ad inizio 2022. Come sappiamo Quota 100 permette di andare in pensione a 62 anni e con 38 di contributi. Senza questa possibilità attendere la pensione di vecchiaia per smettere di lavorare (salvo alcune ipotesi eccezionali di chi possiede i requisiti per altre forme di pensione prima dei 67 anni) significherebbe rimandare di ben 5 anni. Per questo motivo questi soggetti sono fortemente penalizzati.
Insomma, la strada da percorrere è molto lunga ma possiamo dire con certezza che il sistema pensionistico in Italia fa acqua da tutte le parti. Bisognerà trovare una soluzione sostenibile che ci dia credibilità anche agli occhi dell’Unione Europea. E’ arrivato il momento di dimostrare responsabilità!