E’ di alcuni giorni fa la notizia della decisione di London Stock Exchange di cedere la componente italiana del gruppo, Borsa Italiana, che ha numerosi corteggiatori. Perché è stata presa questa decisione? Il governo userà il Golden Power?
Se a Gennaio Borsa Italiana era saldamente all’interno dell’Lse, tanto da indurre quest’ultimo ente a rifiutare le avances sulla componente italiana, oggi la situazione si è capovolta. Come afferma il CEO di Lse, David Schwimmer:
Avviati i colloqui esplorativi per cedere MTS o Borsa Italiana, Non ci sono certezze che Lse deciderà di procedere con una o con l’altra di queste attività.
Ma qual è il motivo di un cambio di direzione così radicale? La risposta va ricercata all’interno dei movimenti di Lse. Il CEO di Lse sta portando la storica borsa valori della City verso una nuova dimensione, i Big Data. Si tratta di una decisione vincente in quanto, come riporta il Sole 24 Ore,
Il primo semestre Lse ha aumentato i ricavi del 4% (circa un miliardo di sterline) proprio grazie alla divisione dati, e sfoggia un utile di mezzo miliardo
Il CEO David Schwimmer, per rafforzare ulteriormente il percorso tracciato, sta combinando un matrimonio tra Lse e Refinitiv, una colosso informatico esperto nella gestione dei dati. Sarebbe jackpot: una fusione da 27 miliardi tra chi produce i dati e chi li commercializza. E’ a questo punto che interviene l’Antitrust europea. Se quella americana non ha dato problemi, benedicendo l’operazione, Bruxelles tuona:”Dovete cedere qualcosa“. Ed è così che Lse decide di sacrificare Borsa Italiana. Ufficialmente. Già, perché c’è tra gli esperti, chi sventola la possibilità di motivi geopolitici, oltre che economici, dietro la scelta di Lse. Dopo la Brexit, può un ente fuori dall’eurozona gestire il le operazioni finanziarie di un ente europeo? Evidentemente no. Come riporta sul Sole Simone Filippetti,
In ogni decisione, la Gran Bretagna sta prendendo delle decisioni opposte rispetto all’UE, allineandosi con gli Stati Uniti
Insomma, piangerà lacrime amare chi pensava ad un forte legame finanziario Milano-Londra dopo la scissione della Gran Bretagna.
Era il lontano 2007 quando Lse ha acquistato Piazza affari per 1,6 miliardi di euro. Nel corso di questi 13 anni, la presenza di questo asset nel portafoglio, ha fatto la fortuna di Lse. Ciò è stato possibile grazie a Mts, la componente di Borsa Italiana sulla quale vengono effettuate le aste su i Btp, un asset di grandissima importanza per l’economia italiana. Basta pensare che il 70/80% di operazioni sui Btp passi da essa e che nei primi sei mesi di quest’anno sono stati scambiati titoli per un controvalore di ben 55.800 miliardi. Una sorta di “gallina dalle uova d’oro“. Inoltre gestisce il debito di altri 20 paesi, per una media di un valore dei movimenti giornalieri pari a 100 miliardi. Addirittura Lse si rifiutò di cedere questo asset specifico quando si parlava di fusione con la Deutsche Boerse.
Goldman Sachs e Morgan Stanley si preparano ad agire da intermediari e a raccogliere le offerte provenienti dagli enti interessati a Borsa Italiana. Tra questi ci potrebbe essere Euronext, il mercato che gestisce già tanti listini UE che si era fatto avanti nei mesi scorsi. Un’altra ipotesi è rappresentata da una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti e appoggiata da Euronext e Deutsche Boerse. Non si esclude tuttavia la possibilità che intervenga un fondo di private Equity con abbastanza liquidità per poter partecipare all’operazione.
Ma non è detta l’ultima parola. Di fronte alla possibilità ventilata da Schwimmer di cedere o Mts o tutta Borsa Italiana, entra in gioco il governo italiano, con il suo cazzutissimo Golden Power.
Ma che cos’è questo straordinario potere? Secondo quanto scritto sul sito della Presidenza del Consiglio,
il decreto-legge n. 21 del 2012 segna il passaggio da un regime di golden share a un sistema di golden power. Esso consente l’esercizio dei poteri speciali con riguardo a tutte le società che svolgono attività di rilevanza strategica
In sostanza, se una società prende delle decisioni che potrebbero danneggiare il bene pubblico, il governo può decidere di calare l’asso. Quindi, se si verificasse un “grave pregiudizio“, il governo potrebbe decidere di adottare uno dei seguenti poteri:
Nel caso di Borsa Italiana, il governo potrebbe utilizzare i suoi poteri perché il settore è ritenuto strategico per l’economia italiana. Di fronte all’indecisione di Schwimmer, che deve scegliere tra Borsa Italiana e Mts, si fa spazio l’orgoglio italiano:
gli enti che rappresentano uno sbocco sui mercati finanziari per le nostre aziende devono restare uniti e essere rilanciati.
Queste le parole del dg del Tesoro Rivera, in audizione in Commissione Finanze della camera. Addirittura c’è chi si spinge oltre, come i M5S che hanno presentato una proposta per riportare Borsa Italiana nei confini nazionali.