Uber contro la città di Londra: chi ha vinto?
Uber, la multinazionale di servizio taxi, lotta da tre anni contro la città di Londra. Quali sono i motivi di questa disputa? Chi ha vinto?
La vicenda
Il Transport for London (TfL) è un ente che gestisce lo spostamento pubblico di Londra. Questa agenzia lo scorso Novembre ha disposto la sospensione della licenza ad Uber per la scarsa attenzione alla sicurezza dei clienti e alle condizioni di lavoro dei propri dipendenti. In particolare, come spiega bene il Corriere della Sera:
La municipalità di Londra aveva accusato Uber di aver effettuato ben 14.000 servizi al di fuori delle regole: in particolare autisti autorizzati, manomettendo la app, avrebbero «ceduto» la guida ad altri che non lo sarebbero stati affatto.
Uber ha deciso di presentare ricorso contro la disposizione dell’ente e un giudice del Westminster Magistrates Courts, gli ha dato ragione: Uber riceverà una licenza per operare a Londra della durata di 18 mesi.
Jamie Heywood, manager di Uber per l’Europa settentrionale, dopo la sentenza ha dichiarato:
Questa decisione è un riconoscimento dell’impegno di Uber per la sicurezza e continueremo a lavorare in modo costruttivo con TfL
Non è il primo contenzioso che vede la capitale britannica contro la società di servizio taxi. Già nel passato i due soggetti si sono scontrati in tribunale, e in quel frangente la città amministrata da Sadiq Khan aveva vinto.
Gli affari di Uber a Londra e UK
Quella ottenuta in UK è una grande vittoria per Uber. Con la nuova licenza potrà continuare il ricco business che ha sviluppato a Londra. Si tratta di ben 45000 autisti che servono milioni di clienti. Come è scritto nel resoconto per gli investitori, Londra è una delle città nelle quali Uber lavora maggiormente a livello globale, insieme a Tokyo, Sidney e Miami. Non solo a Londra, ma in tutto il Regno Unito, l’azienda di San Francisco è leader nel servizio di delivery, vale a dire la consegna a domicilio di prodotti. Inoltre il servizio di delivery è del tipo 3P: ciò assicura a Uber di decidere il prezzo del servizio, senza la necessità di rivolgersi ad una piattaforma intermedia.
Le conseguenze a Wall Street
L’eco della sentenza raggiunge il mercato azionario, che sconta la notizia. come si può notare dal grafico con time frame giornaliero, il titolo ha registrato un gap di oltre il 5% al rialzo. Il prezzo è tra due fuochi: da un lato, i tori spingono il prezzo ai livelli pre-Covid, dall’altro gli orsi che spingono al ribasso. Questi ultimi credono probabilmente che Uber abbia bisogno di tempo per recuperare tutte le perdite registrate a causa della pandemia, che pesano come macigni sulle spalle di un’azienda già in rosso a causa degli ingenti investimenti effettuati in passato. Con il gap evidenziato nel grafico, tuttavia, il livello di 34 viene confermato come supporto, e il prezzo potrebbe usarlo per un deciso rimbalzo per raggiungere quota 40, il livello pre-Covid.
Nonostante l’indecisione sui mercati, gli analisti confermano un trend di crescita per Uber. Come riporta l’immagine in alto, si prevede una crescita del 43,3% per l’anno corrente e del 57% per il prossimo anno.