Nexi e SIA insieme per portare il paese verso l’obiettivo cashless. E’ questo l’ambizioso obiettivo che ha spinto le parti a questa fusione. Quali sono i dettagli dietro questa operazione?
Nexi è leader in Italia per i pagamenti digitali. Ricopre infatti quasi il 70% del settore. Il core business di questa azienda è dunque molto coerente con la sua mission:
Crediamo che i contanti siano superati dalla tecnologia. Le Persone e le Aziende pagheranno e incasseranno solo in modo digitale, ogni giorno, per qualunque cosa. Perché è più semplice, sicuro ed efficiente. Perché porta crescita e progresso per tutti.
Ma quanto vale il suo giro di affari?
I dati sopracitati danno un’idea ben chiara dell’importanza di Nexi per aziende, negozi al dettaglio o semplici cittadini. Si tratta di un’azienda che gestisce varie fasi del sistema di pagamento digitali, con una grande capacità di realizzare utili. Nell’immagine seguente si può notare l’evoluzione degli utili negli ultimi tre esercizi:
Nell’immagine che segue, si possono invece notare i servizi che offre l’azienda e in che modo concorrono alla creazione del risultato di gestione finale:
SIA è una società controllata dallo stato tramite Cdp operante nel settore ICT. In particolare si occupa della creazione di piattaforme per i pagamenti digitali.
Dalla sua nascita, SIA non ha mai smesso di ampliarsi e crescere. Lo dimostrano le sedi presenti non solo in tutta Europa, ma anche in posti strategici del mondo:
Inoltre, i bilanci ci dicono che l’azienda è in forma e in grado di generare utili:
L’azienda è molto attenta all’innovazione, come dimostra, per esempio, la creazione di SIAchain, la prima infrastruttura blockchain/distributed ledger privata con architettura geograficamente distribuita a livello europeo.
Due aziende in salute che si fondono per creare un colosso europeo. Ma come opererà? A svelarlo è una nota rilasciata a valle del memorandum di intesa:
il Nuovo Gruppo sarà in
grado di offrire un ampio portafoglio di soluzioni best in class sviluppate interamente in house e di
essere più competitivo in termini di innovazione digitale, tecnologia ed efficienza
Tramite un comunicato, si apprende che:
Nexi S.p.A. (“Nexi”), la PayTech leader italiana dei pagamenti digitali, e
SIA S.p.A. (“SIA”), società hi-tech europea leader nei servizi tecnologici e nelle infrastrutture di
pagamento, controllata da Cassa Depositi e Prestiti (“CDP”) tramite la controllata CDP Equity
(“CDPE”), annunciano di aver sottoscritto un memorandum of understanding (“MoU”) avente a
oggetto l’integrazione dei due gruppi da realizzarsi tramite la fusione per incorporazione di SIA in
Nexi.
Il momorandum approvato dai cda di Nexi e SIA prevede:
Un particolare che spicca all’interno della vicenda, è il ruolo di Cassa depositi e prestiti, che svolgerà la funzione di anchor investor.
Cassa depositi e prestiti, presente tra gli azionisti di Sia, ha spinto per la fusione delle due aziende. Questo rende la vicenda molto simile a quella sulla realizzazione della rete unica da Tim e Open Fiber.
La fusione di SIA in Nexi costituisce un abilitatore chiave per lo sviluppo di un’infrastruttura tecnologica e di servizi essenziali per il funzionamento dei sistemi di pagamento e per l’accesso ai mercati finanziari, elementi fondamentali per accelerare la transizione digitale del Paese
Benedice l’operazione con queste parole l’ad di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo. L’operazione si collaco dunque in un filone di attività del “braccio armato” dello Stato nell’economia. Si ricordano a questo proposito la ricapitalizzazione di Sammontana, le trattative per rilevare Autostrade per l’Italia, la già citata vicenda per la rete unica e il tentativo di rilevare Borsa italiana grazie ad una cordata con Euronext. Dietro queste ed altre operazioni c’è Cassa depositi e prestiti.
A questo punto la domanda sorge spontanea: lo Stato italiano è troppo ingerente nell’economia o queste operazioni sono importanti per realizzare quelle infrastrutture (digitali e non) in grado di ammodernare il paese?
La fusione di queste interessanti realtà porterà alla creazione di un colosso del paytech. Con una capitalizzazione di 15 miliardi, la nuova società sarebbe tra le prime dieci sul mercato italiano.
Gli operatori hanno preso la notizia con le pinze. Dopo un pesante ribasso, il titolo Nexi sembra scontare la notizia in senso positivo, guadagnando il 5,5%.
Con il voto del memoradum, viene pure meno la volontà di SIA di quotarsi in borsa: già a Febbraio di quest’anno infatti, si valutava l’IPO della società entro il 2020.