La Germania si prepara a distribuire il vaccino per il Covid-19. Entro il 10 novembre, i 16 Länder dovranno definire il piano per la distribuzione. Tra le proposte spiccano 60 centri regionali, 10-15 solo a Berlino e per la gestione allo studio anche due app.
Nel frattempo, in Italia, in avvio la Fase 3 sulla sperimentazione che prevede la somministrazione del vaccino su 300 volontari: 200 dosi del vaccino effettivo e i restanti placebo.
Vediamo allora come si stanno muovendo entrambi i Paesi a proposito del vaccino.
Il Consiglio etico tedesco, l’Accademia Leopoldina e l’Istituto Robert Koch sceglieranno chi saranno i primi soggetti ad avere diritto ad un vaccino per il Coronavirus stabiliti solo dopo l’arrivo effettivo delle dosi. Le prime arriveranno in Germania entro fine anno 2020 e inizio gennaio del 2021 mentre il completamento effettivo dell’immunizzazione entro la prossima primavera. Ricordiamo che negli scorsi giorni, la Germania ha dichiarato un lockdown soft per contenere i contagi.
Per quanto riguardo invece le app per la gestione della vaccinazione saranno:
La Germania sta testando il BNT162 prodotta da Biontech, un’azienda farmaceutica di Mainz che sta sviluppando insieme al partner statunitense Pfizer. Esso contiene materiale genetico conosciuto come RNA, responsabile di costruire un antigene che può indurre una risposta immunitaria al virus.
Un piano per la distribuzione delle prime dosi per il Coronavirus deve essere presentato 10 novembre gli indirizzi dei centri in cui verrà effettuato il vaccino. Le dosi devono essere conservate in un deposito centrale e poi spediti nei 60 centri regionali entro poche ore dall’approvazione del vaccino. Si sta considerando anche di utilizzare i padiglioni delle fiere.
L’FDA non ha ancora approvato alcun vaccino ma solo una cura il Remdesevir già utilizzata durante la prima ondata del Covid, diversi candidati stanno effettuando in questo periodo la fase sperimentale: i trials umani verranno eseguiti su adulti dai 18 ai 55 anni e poi gruppi di gente più anziana.
L’Italia resta speranzosa sul vaccino sperimentato da Oxford/Irbm/Astrazeneca le cui dosi in Italia verranno prodotte nella sede Irbm di Pomezia. Nel frattempo, questo candidato sta per completare la fase III della sperimentazione. Il primo ottobre ha presentato richiesta di autorizzazione all’Ema (l’agenzia europea per i medicinali).
Nel frattempo, il vaccino antinfluenzale verrà distribuito grazie ad un’inedita partnership tra il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e l’Ospedale San Giuseppe. Dal 3 novembre al 10 dicembre, la Sala Biancamano del Museo ospiterà 4 postazioni ove sarà possibile fare il vaccino. Lo scopo è quello di somministrare almeno 600 dosi rispettando le norme vigenti come il distanziamento sociale e utilizzo di mascherine.
Se da una parte il premier Giuseppe Conte parla di un piano operativo per la distribuzione in fase di sviluppo, Confetra invoca a gran voce una programmazione “strutturata e pianificata” per evitare i disagi visti per la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale. Bisogna organizzare l’intera filiera e organizzare la catena del freddo necessaria per la conservazione delle fiale ed è per questo motivo che bisogna snellire le pratiche doganali e garantire fino all’ultimo la consegna.
Infine saranno vaccinati per primi persone anziani, personale sanitario ed altri soggetti a rischio.