Teoria Economica

Come si determina la concentrazione di mercato? Vediamo gli indici

Talvolta si parla impropriamente di posizioni dominanti, di monopoli o di concorrenza senza aver ben chiari dei numeri e delle misure oggettive per poterne discutere seriamente. In questo articolo cercheremo di spiegare alcune misure di concentrazione del mercato.

Cos’è la concentrazione di mercato?

Prima di poter spiegare come misurare la concentrazione di mercato bisogna chiarire cosa sia.
La concentrazione di mercato indica il grado di accentramento della produzione (o altra variabile) di un particolare mercato nelle mani di poche e grandi imprese. Se la maggior parte dei beni o delle vendite è nelle mani di poche imprese, si parla di alta concentrazione, se, invece, né una né un piccolo numero di imprese detiene una quota preponderante di vendite o di beni, si dice che il mercato o il settore industriale è ‘non concentrato’ o che il suo livello di concentrazione è basso.

Come si misura la concentrazione di mercato?

Per misurare la concentrazione di un mercato si utilizza prevalentemente la quota di mercato che detengono le società ossia la quota di ricavi dell’azienda sul totale dei ricavi del settore. Tutte le misure, più o meno raffinate, si basano su questo valore. I due indici più utilizzati sono l’N-firm concentration ratio e l’HHI.

N-firm concentration ratio

L’N-firm concentration ratio è un indice molto utilizzato e diffuso perché è molto semplice anche se è un po’ arbitrario. In sostanza l’indice prende la quota di mercato delle prime N imprese (tipicamente 4) e analizza i loro valori. Con il caso delle 4 aziende un mercato si considera concentrato se la loro quota è pari all’80 o al 90% mentre lo si considera non concentrato se la quota è inferiore al 30%.
Il problema di questo indice è, come detto in precedenza, l’arbitrarietà poiché con un indice di questo tipo prendere le prime 4 aziende o le prime 7 porta a differenti valutazioni. Inoltre anche i valori soglia non sono oggettivi infatti si tende a fare delle stime più o meno empiriche (come il 30% descritto sopra).

L’indice di Herfindahl-Hirschman: HHI

Per superare i problemi relativi al precedente indice si usa una misura più raffinata chiamata indice di Herfindahl-Hirschman o HHI che deve il suo nome agli economisti Orris C. Herfindahl e Albert O. Hirshman.
L’indice viene ottenuto sommando le quote di mercato delle imprese del settore al quadrato.

HHI = ∑ (Qi)^2

dove Q indica la quota di mercato dell’impresa i (valore compreso tra 0 e 100).

L’indice può variare a 0 (concorrenza perfetta) a 10000 (monopolio). 0 nella situazione irrealistica in cui ogni impresa abbia una quota di mercato prossima allo 0% mentre 10000 nel caso in cui vi sia un’unica impresa con una quota di mercato del 100%.

Problemi dell’indice HHI

L’indice è molto più preciso e raffinato rispetto all’N-firm concentration ratio poiché si focalizza su tutto il settore e, di conseguenza, non trascura neppure un’impresa. Tuttavia anche questo indice presenta dei problemi infatti elevando i valori delle quote di mercato al quadrato riduce di molto il peso delle piccole imprese (tendendo ad annullarle quando questo valore è inferiore all’1%) e a gonfiare eccessivamente il peso delle grandi imprese.

Con settori altamente concentrati o con poche imprese manca la concorrenza?

La risposta a questa domanda non è affatto ovvia e scontata. Ingenuamente si potrebbe pensare che con poche imprese in un settore o con quote eccessive in mano a poche imprese la concorrenza manchi ma non è sempre così. Per poter parlare di assenza di concorrenza bisogna anche considerare la facilità di entrata in un mercato ossia la presenza o meno di barriere all’entrata. Se in un settore sono presenti bassissime barriere all’entrata tipicamente si parla di un settore altamente concorrenziale ma quando queste barriere sono fortissime, sebbene sia più difficile,è ancora possibile che ci sia alta concorrenza. Banalmente le imprese presenti al suo interno possono farsi una concorrenza molto forte anche senza il timore che ci siano nuovi ingressi sul mercato ma “solo” per i timori di perdere quote di mercato rispetto ai competitors già presenti sullo stesso.

Published by
Nazareno Lecis