Dal 1 gennaio 2021 Cuba non avrà più la doppia valuta. Rappresenta un’importante riforma che molti economisti sostengono da anni per gettare le basi per maggiore produttività e sviluppo anche se nel breve periodo potrebbe causare non pochi problemi. Il governo di Dìaz-Canel ha così abolito il Peso Convertibile Cubano, allineato artificialmente al dollaro.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Cuba si ritrovò in una grave crisi economica causata dalla caduta dei governi che per anni sono stati gli acquirenti unici dei suoi prodotti. Per far fronte a questo disagio era stato concesso l’impiego del dollaro come valuta parallela ma questo non venne ben visto dal governo cubano. Così si decise che, per contenere la circolazione del dollaro, venne sostituito con una moneta di uguale valore ma cubana. Chi voleva poteva cambiare valute straniere in CUC, pagando una tassa che permetteva al governo di raccogliere valuta straniera forte. Gli importatori, controllati dallo stato, usavano il CUC per ottenere dollari e rendere convenienti le importazioni. Nei negozi, molti prodotti erano acquistabili con entrambe le valute e il CUC era la moneta usata dai turisti. I problemi più grossi della doppia valuta furono:
Gli stipendi pagati in CUC erano sette volte superiori in quelli pagati in CUP. La doppia valuta aveva poi creato grosse distorsioni nell’economia complicando il lavoro delle imprese private.
Il governo cubano aveva continuato con un approccio gradualista e cauto verso la storica riforma economica. Lo spavento erano i potenziali effetti sulla stabilità politica.
La Pandemia da Covid-19 ha però anticipato le mosse del governo che ha annunciato così una riforma per luglio. Essa comprendeva:
In poche parole, ci si stava preparando all’unificazione del sistema a doppia moneta che Cuba aveva con sé dal 1994. Durante la grande crisi economica cubana, fu introdotto il Peso Convertibile Cubano (CUC) destinato ai turisti e che aveva lo scopo di frenare l’uso del dollaro statunitense e bloccare il mercato nero. Questo provvedimento ha lo scopo di rendere l’economia cubana più efficace e più appetibile agli investitori stranieri dopo un periodo non proprio felice. Dal 2019, Trump aveva cominciato una serie crescente di sanzioni contro il Paese sfociando in un vero e proprio embargo a causa del sostegno di Cuba al Venezuela. Anche la pandemia ci ha messo del suo bloccando il turismo verso l’isola.
Il governo Dìaz-Canel ha annunciato il 10 dicembre 2020 durante un discorso televisivo che il Paese avrebbe eliminato il suo doppio sistema monetario, una riforma che è stata discussa per circa 20 anni. Il peso cubano sarà fissato ad un tasso di cambio unico di 24 pesos per dollaro USA.
L’unificazione del sistema monetario metterà il paese su una base più solida “per andare avanti con le trasformazioni di cui abbiamo bisogno per aggiornare il nostro modello economico e sociale”, ha detto Diaz-Canel accompagnato dall’ex presidente Raul Castro.
La riforma potrebbe avere costi elevati nel breve periodo, contrassegnati dall’instabilità dei prezzi e pressioni inflazionistiche. Porterà quindi ad un profondo stress economico e molte imprese statali inefficienti potrebbero addirittura fallire rappresentando una minaccia per la sicurezza sociale. Le previsioni sono quelle di un’inflazione a tre cifre e per questo il governo ha fatto sapere che questa svalutazione sarà accompagnata da un aumento di cinque volte degli stipendi medi statali e delle pensioni.
Questo per far fronte all’aumento dei prezzi di alcuni prodotti controllati dallo Stato.
Sarà soprattutto doloroso per i cubani che ricevono parte del loro reddito in pesos convertibili, vedendosi eroso il loro potere d’acquisto. Ma questi aumenti non si applicheranno ai milioni di cubani che lavorano nella cosiddetta economia informale o a chi semplicemente non lavora. “La misura non è esente da rischi”, ha osservato lo stesso Diaz-Canel, secondo cui la svalutazione è una delle sfide più complesse che Cuba ha dovuto affrontare. La rivoluzione valutaria, ha promesso il presidente, non lascerà “nessuno indietro”.
Fare previsioni è ancora presto, ma ciò che sappiamo è che la storia ci dirà se questa è stata una scelta giusta o sbagliata.