Con l’inizio del 2021 diventa effettivo l’AfCFTA. È un accordo tra 54 Stati (su 55 che compongono il continente africano) per la creazione di un’area di libero scambio – che diventa la più grande del mondo – e non solo. Vediamo gli obiettivi dell’AfCFTA, la storia degli accordi e le sue dimensioni.
Per quanto riguarda gli obiettivi dell’AfCFTA, nel trattato vengono distinti gli obiettivi generali e quelli specifici. Gli obiettivi generali sono:
Subito dopo sono presentati gli obiettivi specifici, che sono le azioni che gli Stati dovranno intraprendere:
Per quanto riguarda l’integrazione “economica” del continente, bisogna partire dal 1963. È in questo anno che nasce l’Organisation of African Unity, composta inizialmente da 32 Stati indipendenti africani. Questa organizzazione si poneva l’obiettivo di favorire i rapporti interni, migliorare gli standard di vita e la difesa dei diritti umani all’interno del continente. È nel 2002 che viene “sostituita” dall’African Union, fondata in Etiopia, che raccoglieva tutti gli Stati Africani. È l’African Union che si pone, tra gli altri, anche l’obiettivo di integrazione economica e politica.
Proprio durante un summit dell’African Union, nel 2012, nasce l’idea di creare un’area di libero scambio e nel 2015 iniziano le negoziazioni. A dare la svolta è il Summit del 2018 in Ruanda, a Kigali. Qui vengono firmati 3 accordi: L’African Continental Free Trade Agreement, la Dichiarazione di Kigali; e il Protocollo sulla libertà di movimento. quest’ultimo con l’obiettivo di dare la possibilità di circolare senza visto tra Stati africani e di creare un passaporto continentale. Le nazioni a firmare l’AfCFTA sono state 44, mentre “solo” 30 hanno accettato la libertà di movimento.
L’AfCFTA coinvolgerà in totale 1,3 miliardi di persone (può arrivare a 1,7 nel 2030). Il PIL valutato a Parità del Potere d’Acquisto (PPP) sarà di 6700 miliardi circa. Il totale dei consumi coinvolti (sia privati che B2B) è stimato intorno ai 4000 miliardi. Ci sarà una riduzione delle tariffe doganali pari al 90% delle attuali. Inoltre l’espansione del mercato offre l’opportunità di aumentare investimenti e innovazione, oltre che (come prevedibile) favorire un’aumento della produttività dato dalla competitività del mercato.
A far parte dell’AfCFTA ci sono 54 Stati su 55 totali che componevano l’African Union; l’Eritrea è infatti l’unica nazione a non aver firmato l’accordo.
La Nigeria, che rappresenta l’economia più grande e sopratutto il paese più popoloso del continente nero, si era mostrata riluttante all’accordo e infatti è stata l’ultima a firmare. Ovviamente era difficile mettere d’accordo tutti, basti pensare che è abitata da 200 milioni di persone, ed è seguita da Etiopia ed Egitto che ne hanno meno di 100 a testa!
Il motivo del ritardo della Nigeria era la preoccupazione degli effetti sui piccoli imprenditori, che però non hanno impedito la firma di un accordo storico e che porterà al Paese molti più vantaggi che non avrebbe ottenuto non firmando l’AfCFTA.
Nell’immagine sotto vediamo in verde scuro gli Stati che hanno già ratificato l’accordo, verde chiaro quelli che anno firmato subito (Marzo 2018) ma non ancora ratificato e infine quelli che non hanno ratificato e firmato l’accordo in momenti successivi
Per quanto riguarda le istituzioni dell’AfCFTA, ce ne sono 4: Assemblea, Consiglio, Comitato dei funzionari del commercio e segreteria.