Il settore delle criptovalute ha fatto dei passi in avanti da gigante nel corso degli ultimi anni, merito anche della pazzesca diffusione che ha avuto e sta avendo Bitcoin. Nel corso degli ultimi dodici mesi, addirittura, Bitcoin ha fatto registrare un incremento ancora più marcato, al punto tale che l’ha portato a lanciare la sfida con i classici asset class che sono legati a delle metriche ben specifiche, come ad esempio il volume medio di trading.
Tutti i vari dati che sono stati svelati da parte di Crypto Parrot, stanno a significare che il volume medio di trading quotidiano, a 30 giorni, sul Bitcoin ha raggiunto quota 39,1 miliardi dollari. Un picco che supera di gran lunga il volume di trading quotidiano medio cumulativo a 30 giorni che riguardano le cinque più importanti cap tech in tutto il mondo, ovvero Amazon, Facebook, Alphabet, Microsoft e Apple, pari a soli 37,68 miliardi di dollari.
Scendendo un po’ più nello specifico dei volumi medi quotidiani che sono stati fatti registrare da Apple, una vera e propria macchina da soldi, in merito al trading a 30 giorni, si toccano i 13,63 miliardi di dollari. Amazon, invece, ha raggiunto quota 11,42 miliardi di dollari. Ancora più indietro Microsoft, che sfiora i 6 miliardi di dollari, Facebook e Alphabet, rispettivamente a 4,38 e 2,31 miliardi di dollari.
Il volume medio quotidiano di trading che è stato preso in considerazione è quello che va dal 1 fino al 31 dicembre dello scorso anno, ovvero il periodo in cui Bitcoin ha dato il via a una crescita impressionante, toccando al 31 dicembre un prezzo da primato, pari a ben 29 mila dollari. Dettagli non proprio indifferenti per chi è abituato a fare trade Bitcoin da diverso tempo.
A oggi, invece, il volume di trading che riguarda la più diffusa e conosciuta moneta digitale è, quantomeno a livello potenziale, superiore, visto che l’asset ha già oltrepassato il muro dei 30 mila dollari. Infatti, gli ultimi scambi l’hanno portato a ritoccare un altro record storico, superando i 35 mila dollari negli ultimi giorni.
In tanti, però, si continuano a domandare se dietro a tutta questa situazione ci sia solamente una bolla o meno. Gli esperti non sono affatto concordi nel prendere una posizione. Secondo Peter Schiff, il Presidente di Europac, gran parte di chi acquista Bitcoin non capisce che si tratta pur sempre di una bolla e, al termine del suo ciclo, dovrà fare i conti con delle conseguenze piuttosto negative.
Schiff è convinto che l’ultimo motivo che possa portare ad acquistare Bitcoin è il fatto di non sapere che si tratta in realtà di una bolla. Ebbene, il problema deriva anche dal fatto che gran parte degli utenti non ha la minima idea di quanto questa bolla potrebbe scoppiare e, di conseguenza, ci sono davvero pochissime possibilità di poterne uscire con un profitto in tasca.
Pensiero completamente all’opposto quello che anima, invece, l’imprenditore Jeff Booth, che è fermamente convinto come il Bitcoin si possa rivelare una delle più grandi invenzioni del nuovo millennio. Anzi, per Booth ci sono tutte le basi affinché il Bitcoin possa diventare l’invenzione più importante nella storia dell’uomo, dal momento che offrirà la possibilità di evolversi dal punto di vista storico.
Gli investitori, però, potrebbero comunque trovare qualche difficoltà ed essere, di conseguenza, influenzati, dal fatto che il volume di scambi su questa criptomoneta, in confronto alle azioni, è cresciuto in modo considerevole. Nello specifico, a ispirare questo vero e proprio boom di scambi è stata la possibilità, ma anche la speranza di ottenere un ritorno economico a breve termine.