Economia

L’uomo di Mattarella: Mario Draghi dovrà salvare l’Italia

È lui l’uomo individuato da Sergio Mattarella per cercare di porre rimedio ad una situazione politica ed economica disastrosa. Dopo il flop del Presidente Fico, Matterella rinuncia a sciogliere le camere per indire nuove elezioni e cerca di percorrere la strada del Governo tecnico convocando Mario Draghi.  

La strada percorsa da Sergio Mattarella

Coscienziosamente il Presidente della Repubblica ha scartato l’idea delle immediate elezioni anticipate. Indire nuove elezioni significa, ora come ora, perder tempo con la campagna elettorale che richiede tempi lunghi e che comporta inevitabilmente una riduzione dell’operato del governo. Una situazione di certo non auspicabile viste l’emergenza sanitaria, sociale, economica e finanziaria che ci caratterizza. 

Ha deciso così, di optare per un “governo di alto profilo”. Un governo tecnico insomma, che si dovrà occupare di prendere tutti i provvedimenti che via via si renderanno necessari sul fronte sanitario e che dovrà prendere delle decisioni tutt’altro che semplici sul fronte del blocco dei licenziamenti. E non da meno, avrà il dovere di presentare un piano dettagliato alla Commissione Europea per l’utilizzo degli ingenti fondi europei messi a disposizione per il nostro Paese. Riportando le parole di Mattarella:

Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. Per qualche aspetto neppure potrebbe. E non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro

La figura scelta: Mario Draghi

Sergio Matterella si affida così a Mario Draghi e lo convoca al colle nella giornata di mercoledì 3 febbraio alle ore 12:00. L’ex governatore della BCE dovrebbe così, ricevere l’incarico di formare un nuovo governo. Compito che fin da subito si è rivelato arduo considerato che non tutti i partiti si son dichiarati disposti a sostenere un governo tecnico. Come il Movimento 5 Stelle, convinto che in passato un governo tecnico non abbia giovato ai cittadini.

Chi è Mario Draghi

Economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico. È lui l’uomo di Mattarella. Ci si perde nel leggere il suo curriculum.

  • 1970 si laurea in economia all’Università degli studi di Roma “La Sapienza”;
  • 1977 PhD in economia presso il Mit di Boston;
  • dal 1975 al 1981 è professore di economia all’università di Trento, Padova e Venezia;
  • dal 1981 al 1991 è professore di economia e politica monetaria all’Università di Firenze;
  • dal 1984 a 1990 è il direttore esecutivo della Banca mondiale;
  • dal 1991 al 2001 è direttore generale del Tesoro;
  • dal 2002 al 2005 è vicepresidente e managing director di Goldman Sachs International;
  • dal 2006 al 2011 è il Governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board;
  • dal novembre 2011 al luglio 2019 è stato presidente della BCE.

Ha ricoperto anche altri incarichi tra cui Presidente del Comitato per le privatizzazioni italiano, Presidente della commissione incaricata di riordinare la normativa italiana in materia societaria e finanziaria e di redigere la legge sui mercati finanziari, Presidente del Comitato economico e finanziario dell’UE e membro del Gruppo dei Trenta. Non per altro il Financial Times lo ha eletto uomo dell’anno del 2012

Mario Draghi: l’uomo che ha salvato l’Europa

Spesso quando si parla di Mario Draghi ci si riferisce a “l’uomo che ha salvato l’Europa”. Con il suo motto “whatever it takes” ha risollevato l’Eurozona creando nuovi strumenti che la BCE può utilizzare per assicurare la stabilità dei prezzi e quindi la stabilità economica della zona euro. Come il Quantitative Easing, ossia l’acquisto di titoli da parte di un istituto centrale, con lo scopo di aumentare l’offerta di denaro in circolazione. Con il QE la BCE crea moneta a debito e la immette nel sistema finanziario ed economico con lo scopo di veicolare la fiducia degli operatori e promuovere la liquidità dei prestiti. Questa politica monetaria ha contribuito ad abbassare lo spread dei paesi “periferici” consentendogli di finanziarsi a prezzi più accessibili. 

Uno sguardo ai giovani

Più volte Draghi ha indirizzato la sua attenzione ai giovani chiedendo ai Paesi di intervenire per cercare di garantire liquidità alle imprese anche a discapito dell’aumento del debito. E sul Recovery Fund dice:

La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu. Se saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita.

Published by
Marta Contu