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Cos’è il commercio elettronico e quale è la differenza tra diretto e indiretto

commercio elettronico cos'è

Cos’è il commercio elettronico? Con commercio elettronico (o più modernamente e-commerce) intendiamo l’esecuzione di attività commerciali e di transazioni economiche per via elettronica. Le attività svolte tramite commercio elettronico riguardano principalmente la commercializzazione di beni e servizi, distribuzione online di contenuti digitali e lo svolgimento tramite piattaforme online di pagamenti, transazioni o generalmente operazioni finanziarie.

Cos’è il commercio elettronico?

Da un punto di vista giuridico, la definizione di cos’è il commercio elettronico ci viene data tramite la Comunicazione della Commissione Europea COM(97) 157 del 15 aprile 1997.

Tale Comunicazione dice che cos’è il commercio elettronico, ovvero «consiste nello svolgimento di attività commerciali per via elettronica. Basato sull’elaborazione e la trasmissione di dati (tra cui testo, suoni e immagini video) per via elettronica, esso comprende attività disparate quali: commercializzazione di merci e servizi per via elettronica; distribuzione online di contenuti digitali; effettuazione per via elettronica di operazioni quali trasferimenti di fondi, compravendita di azioni, emissione di polizze di carico, vendite all’asta, progettazione e ingegneria in cooperazione; on line sourcing; appalti pubblici per via elettronica, vendita diretta al consumatore e servizi post-vendita. Il commercio elettronico comprende prodotti (ad es. prodotti di consumo, apparecchiature specialistiche per il settore sanitario), servizi (ad es. servizi di informazione, servizi giuridici e finanziari), attività di tipo tradizionale (ad es. l’assistenza sanitaria e l’istruzione) e di nuovo tipo (ad es. “centri commerciali virtuali”)»

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Fonte immagine: Pixabay

E-commerce diretto

Per commercio elettronico diretto si intende la compravendita di beni digitali tra imprese interne al business. Tali beni non richiedono la presenza di un supporto fisico, sia per essere stoccati e sia per essere movimentati. Sono beni che possono spostarsi dal venditore all’acquirente mediante “scomposizione in bit”, tramite le comuni FTTC o FTTH, per poi essere “ricomposti” tramite pc, smart tv, smartphone ecc. I tipici beni ricompresi nel commercio elettronico diretto possono essere i software, immagini, testi, film, musiche ecc.

L’ordinazione, il pagamento e la consegna sono parti di un iter che avviene totalmente online. In questo caso, il bene immateriale può essere scaricato direttamente sui nostri apparecchi oppure può riprodotto sulle più comuni piattaforme streaming come Netflix, Spotify, Prime Video ecc. Soprattutto nel secondo caso, si parla di acquisto di una prestazione di servizi che ci viene offerta dalle già citate piattaforme mediante particolari pacchetti d’abbonamento o tramite l’acquisto di un singolo elemento.

Nello specifico, tutti le tipologie di fornitura tipiche di un commercio elettronico diretto sono:

  • Una fornitura di siti web e web–hosting, gestione a distanza di programmi e attrezzature;
  • Fornitura di software e relativo aggiornamento;
  • La fornitura di immagini, testi e informazioni e messa a disposizione di basi di dati;
  • Fornitura di musica, film, giochi, compresi i giochi di sorte o d’azzardo;
  • La fornitura di programmi o manifestazioni politici, culturali, artistici, sportivi, scientifici o di intrattenimento
  • Fornitura di prestazioni di insegnamento a distanza.

E-commerce indiretto

Con il commercio elettronico indiretto intendiamo la vendita di beni fisici a consumatori finali mediante l’utilizzo di internet. Un esempio tipico è proprio la regina dell’e-commerce Amazon, piattaforma su cui è possibile acquistare online il nostro prodotto che ci verrà consegnato a casa fisicamente. Infatti Amazon, proprio per migliorare il suo servizio distributivo, sta aumentando in tutta Italia i propri depositi di smistamento.

Il commercio elettronico indiretto avviene mediante un tipico iter, quale:

  • Il consumatore finale è interessato all’acquisto di un bene, spesso tramite delle offerte, facente parte di un catalogo di tanti altri prodotti;
  • Il consumatore finale svolge l’ordine di acquisto contenente il prodotto, la quantità, il prezzo unitario, l’importo complessivo;
  • Infine, il consumatore finale effettua il pagamento tramite carta prepagata, conto bancario, servizi di pagamento e riceve a casa il prodotto che ha acquistato dal venditore.
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Fonte immagine: Pixabay

Business to Business/ Business to Consumer

Per Business to Business (B2B) si intende lo scambio di forniture, prodotti o servizi tra un’impresa e l’altra. Grazie a internet, questo tipo di commercio permette di comprendere un’area molto più vasta di scambi rispetto a quelle che tipicamente avverrebbero direttamente con un’altra impresa. Infatti, in questo modo è possibile scambiare servizi e forniture con imprese anche lontane geograficamente.

Infine per, Business to Consumer (B2C) si intendono tutte le forme di vendita online destinate direttamente al cliente. Grazie al web e a internet, la compravendita diventa sempre più rapida, più veloce, a misura di click. Si saltano quindi tutti gli intermediari che si frappongono tra venditore e cliente finale. In questo modo, è possibile garantire dei prezzi sempre più competitivi e accessibili con un’assistenza online disponibile per tutte le 24h. Inoltre, per l’impresa è possibile andare ad aggredire porzioni di mercato sempre più ampie e sempre più lontane dalla propria zona geografica di operazione.

I vantaggi del B2B e del B2C sono rispettivamente:

  • Il raggiungimento di un maggior numero di potenziali clienti;
  • Abbattimento dei costi;
  • Miglioramento della propria comunicazione.

Invece, gli svantaggi sono:

  • Pagamenti online;
  • Pratiche scorrette;
  • Piani di business;

Commercio elettronico in Italia

Riguardo al commercio elettronico in Italia, gli acquisti online sono in costante aumento grazie soprattutto a una crescente digitalizzazione non solo delle imprese ma anche delle famiglie. Inoltre, la pandemia da Covid-19 ha certamente incrementato il volume di vendite nel lungo periodo con picchi che hanno sfiorato addirittura il  +300%. Valori che comunque sono sempre al di sotto di altri paesi come la Gran Bretagna. 

Questa capacità di intercettare i trend ha portato quindi all’apertura dell’e-commerce in un segmento di sicuro di nicchia, ma comunque in crescita: come dimostrano diversi studi, complice la pandemia nell’ultimo anno è aumentato il ricorso agli acquisti digitali anche in settori dove finora la “fisicità” del canale di vendita era fondamentale, come l’alimentazione, i prodotti freschi, ma anche l’automotive e lo sport.

In termini numerici, secondo il report e-commerce in Italia 2021 realizzato dalla Casaleggio Associati, il valore complessivo del commercio digitale nel nostro Paese è stato di oltre 48 miliardi di euro. Sale soprattutto il settore del tempo libero, che arriva a rappresentare il 48% del fatturato del commercio digitale in Italia, e aumentano anche gli acquisti in segmenti quali Centri Commerciali (+36%), Assicurazioni (+6%), Alimentare (+63%), Elettronica (+12%), Moda (+12%).

Infatti, pensiamo che sia proprio questo il momento migliore per investire in un ecommerce. Per arrivare prima dei propri potenziali concorrenti verso fette di mercato ancora inesplorate.