Finanza

El Salvador progetta la costruzione di una Bitcoin City

El Salvador è stato il primo Paese ad approvare il Bitcoin come moneta legale; la notizia ha contribuito all’imminente affermarsi delle cripto e ne ha causato in brevissimo tempo l’aumento del prezzo. Ora il piccolo Stato dell’America centrale ha lanciato la sua prossima sfida: la Bitcoin City. Il piano mira alla costruzione di una città ecologica, quasi del tutto tax-free e che naturalmente accoglierà pagamenti in Bitcoin.

In cosa consiste?

Durante il suo annuncio all’evento Bitcoin di Mizata, il Presidente salvadoregno Nayib Bukele, ha descritto la cripto-metropoli come un’area completa di aeroporto, servizi, zone residenziali e infrastrutture; tutto dedicato alla peculiare moneta, il cui simbolo sarà raffigurato nella grande piazza centrale. Bukele ha più volte affermato che la Bitcoin City sarà alimentata da centrali elettriche senza emissioni di anidride carbonica. La zona stessa su cui si è deciso di costruire è molto particolare; il luogo stabilito si trova infatti nei pressi del vulcano Conchagua, nella regione di La Union. Proprio la presenza del vulcano consentirebbe la produzione di energia geotermica, una soluzione perfettamente rinnovabile, che dovrà soddisfare la grande richiesta di energia dovuta ai processi di mining. Questa forma di estrazione prevede l’impiego di sofisticati computer per risolvere complesse operazioni matematiche.

Il Presidente di El Salvador, Nayib Bukele, annuncia il piano della Bitcoin City – credit: Presidencia de la República de El Salvador

Bitcoin City verso il paradiso fiscale

La moneta virtuale accompagnerà il progetto sin dalla nascita, verranno infatti stanziati oltre un miliardo di dollari di finanziamenti sotto forma di Bitcoin bond, con un interesse periodico previsto per il 6,5%. La caratteristica di questo tipo di obbligazioni è che se si tratta di titoli che garantiscono la privacy e possono essere trasferiti 24/7. Per la buona riuscita occorrerà la partecipazione di numerosi investitori ed è ovviamente necessario che il mercato delle cripto continui a svilupparsi guadagnando valore. Gran parte dell’investimento iniziale sarà poi reimpiegato per comprare nuovi Bitcoin da introdurre nel mercato e per potenziare le infrastrutture.

La metropoli punta anche all’abbattimento delle tasse sul reddito, sui guadagni, sulla proprietà e altri gravami, divenendo a tutti gli effetti un’area tax-free, sogno di tutti gli investitori. Resterà come unica forma di tributo l’IVA, fissata al 10%. Se anche questa promessa verrà rispettata, sarà la nascita di un nuovo paradiso fiscale delle criptovalute; più di New York e Miami, città da tempo aperte nei confronti della moneta virtuale ma con ancora tante restrizioni fiscali.

Altri Stati con agevolazioni fiscali

Sebbene sia ormai in cima alla lista, El Salvador non costituisce l’unico caso di Nazione “Bitcoin-friendly”. Le Bermuda ad esempio rappresentano un paradiso fiscale anche dal punto di vista digitale e dal 2019 è permesso ai cittadini di pagare le tasse via USDC Coin, la stable-coin ancorata al dollaro. In Europa, la meta preferita è la Svizzera, che ospita la sede di Ethereum ed ha una giurisdizione che esonera da dichiarazioni fiscali e tasse. Malta è conosciuta come la “Blockchain Island”, offre grossi vantaggi soprattutto per l’investimento di Bitcoin, per cui vige la totale esenzione dalle tasse. Come dimenticare infine Panama, che come El Salvador, mira alla legalizzazione dei Bitcoin come valuta.

Sono numerosi i Paesi che offrono condizioni agevolate per il trading di criptovalute

Le diverse opinioni a riguardo

L’annuncio della Bitcoin City ha suscitato un certo entusiasmo tra i fan della moneta e ha di sicuro attirato l’attenzione degli investitori, proprio per via dei benefici fiscali che si andrebbero a produrre. Una certa dose di malcontento pare invece arrivare dai salvadoregni: tra di loro cresce la paura che si creino una forte instabilità economica e l’aumento dell’inflazione, come dirette conseguenze in tutto il Paese; numerose aziende sarebbero inoltre costrette ad accettare i pagamenti in criptovalute.

A settembre, il giovane Bukele aveva provato a conquistare la fiducia dei cittadini mettendo a loro disposizione un portafoglio digitale e circa 30 dollari in regalo sotto forma di Bitcoin. Il governo si era anche impegnato nell’installazione di 200 sportelli automatici per la conversione monetaria. Nonostante tutto, in molti manifestarono la loro contrarietà, dando origine persino a delle rivolte. Per i sostenitori della Bitcoin City, questo progetto sarebbe la risposta ai problemi economici e occupazionali del piccolo Paese dell’America Latina. Secondo altri, le imprevedibili fluttuazioni tipiche delle monete virtuali possono mettere a serio rischio l’economia locale.

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Thomas Pusceddu