A tutti è capitato durante le lezioni di storia di elencare le ragioni dello scoppio di una guerra. Una guerra in particolare, la Prima guerra mondiale, elencava ragioni esplicite ed implicite. “Il 28 giugno del 1914 Francesco Ferdinando, erede al trono di Austria-Ungheria, viene assassinato insieme a sua moglie a Sarajevo, dove si trovava in visita ufficiale”. Questa era la ragione ufficiale ed acclamata che avrebbe scatenato la Prima guerra mondiale. Le cause del conflitto erano in realtà legate a ragioni politiche e socio/culturali, ma anche e soprattutto economiche. Il tempo è passato, “Historia docet homines”, diceva Cicerone, aggiungiamo noi “Non semper”! Anche nel conflitto tra Russia e Ucraina troviamo un po’ di questa storia.
Nel marzo del 2016 Mikhail Malishev annuncia il risultato di un referendum nella regione della Crimea che esprime la volontà del suo popolo di annettersi alla Russia (96,77% la percentuale di voto a favore della Russia contro il 2,51% dei contrari). Nonostante le opposizioni del primo ministro Arsniy Yatsenyiuk e delle Nazioni Unite, la Crimea viene annessa al territorio russo.
Ora per chi come me ha degli amici Ucraini, sa che leggenda vuole, che l’indipendenza dell’Ucraina si sia giocata a carte tra burocrati ucraini e russi e che se i russi avessero vinto il paese sarebbe rimasto sotto l’influenza russa e non avrebbe acquisito l’indipendenza. Allo stesso modo, i numerosi Ucraini che vivono in Italia possono raccontare di come il russo sia considerato al pari della lingua madre, l’ucraino, e di come la maggioranza della popolazione sia costituita da russi emigrati dopo la Seconda guerra mondiale alla ricerca di migliori opportunità lavorative nei paesi satelliti della federazione russa.
A fronte di ciò già nel 2014 i Russi con la scusa di esercitazioni militari nelle basi della Crimea in prospettiva di interventi militari in Siria, armavano gli Ucraini filorussi dando vita ad una guerra civile che avrebbe causato migliaia di morti.
In Ucraina l’albero di Natale, oltre che con le palline e le luci scintillanti, viene decorato con delle ragnatele finte; è chiaro che queste ragnatele avvolgano anche il futuro incerto dell’Ucraina. La Russia ha attaccato uno Stato indipendente, che aveva già palesato nel 2004 di voler entrare nell’Unione Europea
La mia penna è nelle mie mani e non appena l’UE approverà la rispettiva decisione, la firma del presidente dell’Ucraina apparirà in questo fatidico documento.
Poroshenko nel 2014.
Analizziamo la strategia economica internazionale della Russia e perché l’Ucraina gioca un ruolo fondamentale per il suo successo.
L’accesso alle risorse energetiche è il presupposto per la sopravvivenza della civiltà industriale. L’accesso alle riserve di carbone nei territori dell’Alsace è stata la causa trainante del primo conflitto mondiale tra Germania e Francia. Il controllo dei giacimenti petroliferi in Medio Oriente è stata la causa dell’intervento degli Stati Uniti in quei paesi. L’accesso al gas è una delle cause trainanti del conflitto tra Russia e Ucraina e coinvolge tutti noi (fino a quando non si deciderà di introdurre effettivamente l’energia rinnovabile come motore energetico dell’industria moderna).
Il progetto Nordstream 2 è al centro degli interessi di Europa, Russia e Stati Uniti. Il Nordstream 2 è un gasdotto lungo oltre 1.200 chilometri che collegherà la Russia e la Germania, passando sul fondo del Mar Baltico, ed è completo per ora al 95 percento.
L’anno scorso, le sanzioni imposte dagli Stati Uniti hanno rallentato la costruzione del gasdotto, ma la Russia ha comunque trovato un accordo con la Germania per procedere da sola alla costruzione.
La Germania ha bisogno del gasdotto per la distribuzione di energia, ma il suo completamento comporterebbe il controllo politico ed economico della Russia sull’Ucraina. La costruzione comporta sicuramente vantaggi economici anche per l’Ucraina a livello di indipendenza energetica e di royalties di passaggio, ma allo stesso tempo ciò implica la sottomissione politica alla Russia. Gli Stati Uniti, d’altro canto, hanno bloccato le sanzioni sulla costruzione del Nord stream2, poiché coscienti dell’importanza di quest’ultimo per i preziosi partner Germania e Europa.
La stessa Ucraina ha interpellato l’attuale ministro dello sviluppo economico tedesco Robert Habeck, a bloccarne la costruzione. Habeck approva le richieste ucraine, ma sa di essere molto in ritardo sulla transizione energetica verde e probabilmente, grazie anche alle pressioni di SPD e Liberali, non agirà di conseguenza.
Nel 2016 la Russia ha terminato la costruzione di un ponte nello stretto di Kerch e a partire dal 2018 le autorità russe ostacolano l’arrivo delle merci nei porti di Mariupol e Berndjansk, baluardi del commercio ucraino con l’estero. La Russia mette in questo modo in atto una strategia di isolamento dell’Ucraina e per fare ciò mette in atto varie politiche.
Lo Stato governato da Putin impedisce qualsiasi legame commerciale tra la Crimea occupata e l’Ucraina, tramite lo sbarramento del ponte di Kerch che è un ponte relativamente basso (33 metri) ed impedisce alle navi ucraine il passaggio poiché queste hanno generalmente un’altezza superiore alla misura del ponte. C’è quindi da ricreare un assetto navale ucraino ad novum per riprendere il commercio dall’altra parte dello stretto.
C’è inoltre un controllo delle navi da parte della Russia nello stretto di Kerch, ufficialmente per la minaccia del terrorismo, tuttavia, vengono controllate principalmente le navi ucraine e le navi internazionali con bandiere diverse che vogliono dirigersi verso i porti ucraini di Mariupol e Berdiansk. Alcune di loro giacciono là per giorni e questo costa molto alle compagnie di navigazione. Tutto ciò non è legale, nemmeno per gli standard internazionali.
La Russia, inoltre, impedisce e ritarda in ogni modo la partenza delle navi internazionali verso i due porti Ucraini di Mariupol e e Berndjansk. Questi due porti sono importanti in Ucraina per l’export di grano e di produzioni metallurgiche. La Russia, controllando l’accesso delle navi internazionali, ha diminuito drasticamente i numeri da esportazione di questi prodotti dall’Ucraina agli USA e all’Europa in particolare.
Le sanzioni economiche, finanziarie e militari hanno preso di mira la Russia già dal 2014. Ma questa volta l’Occidente minaccia di andare oltre tramite l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT. Gli Stati Uniti stanno valutando sanzioni bancarie senza precedenti e l’impossibilità di effettuare transazioni in dollari. Ad ogni modo, anche se la Russia soffre di sanzioni dal 2014, Mosca ha dimostrato di adattarsi a questi cambiamenti mettendo in atto una vera e propria controstrategia economica.
Il debito pubblico e privato in Russia è molto basso, le riserve d’oro e quelle monetarie sono robuste: Mosca ha smesso di accantonare riserve in dollaro, per comprare euro e yuan. Per quanto riguarda le oscillazioni del prezzo d’acquisto del greggio, Putin ha deciso di tutelare l’economia russa, creando un fondo nazionale per tutelare il suo paese equivalente all’11,7% del PIL. Inoltre, secondo la vicepresidente della Banca Centrale Olga Skorobogatova, Putin ha creato un sistema alternativa allo SWIFT, chiamato SPFS che rimane comunque ancora debole in quanto solo un quinto dei flussi finanziari avveniva fino al 2020 attraverso questo sistema.
Allo stesso tempo Putin ha rafforzato in questi anni la propria alleanza con la Cina. La cooperazione tra Cina e Russia è sostanzialmente economica, la Cina riceve dalla Russia fornitori di gas a prezzi di favore. Da non sottovalutare la collaborazione militare tra Russia e Cina, la prima potenza al mondo. Ricordiamo che la Cina è ancora membro dell’ONU e sicuramente potrebbe giocare anch’essa un ruolo nelle discussioni degli ultimi giorni tra paesi NATO e la Russia in merito agli scontri in Ucraina.
A cura di Concita Mauro