Thought Machine: la digitalizzazione di Intesa parte dal cloud
La digitalizzazione delle banche ormai si sta diffondendo in larga scala. Questo soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria da Covid 19 che ha imposto non pochi vincoli al recarsi fisicamente presso gli sportelli degli istituti di credito, aumentando, di gran lunga, i tempi di attesa anche per svolgere semplici adempimenti di pochi minuti. Dunque, perché perdere tempo in lunghe file noiose quando si può risolvere la questione con un semplice click comodamente da casa? Sono diverse le banche che si stanno convertendo alla digitalizzazione, ultima in ordine di tempo Intesa Sanpaolo. L’istituto di credito torinese, nato dalla fusione tra Sanpaolo IMI e Banca Intesa, ha scelto Thought Machine per supportare la sua piattaforma di digital banking. Ha inoltre deciso di investirci 40 milioni di sterline così da entrare a far parte della storia della società tecnologica britannica. Il fondatore di Thought Machine ha dichiarato quanto segue:
Completiamo il lavoro svolto presso le principali banche mondiali annunciando con orgoglio che il maggior gruppo bancario italiano, e uno degli istituti finanziari leader in Europa, adotterà la tecnologia di Thought Machine per la sua nuova banca digitale.Con Intesa Sanpaolo, che diventa investitore nella nostra attività, abbiamo formato una relazione commerciale che vedrà la nostra tecnologia espandersi ulteriormente nel più ampio portafoglio della banca, e con un ruolo centrale da ricoprire nell’offerta di servizi avanzati ed esperienze digitali per la vasta base di clienti del gruppo in Italia e all’estero.
Ma facciamo un passo alla volta.
Intesa Sanpaolo, le origini della banca più grande d’Italia
Intesa Sanpaolo ha origini antiche. L’istituto infatti nasce nel 1563 da una confraternita chiamata “Compagnia di San Paolo” che crea il Monte di Pietà, una istituzione caritatevole che presta denaro alle persone finite nel mirino degli strozzini. Nel 1650 viene chiamata ad amministrare il debito pubblico dello Stato sabaudo. Da associazione caritatevole ad amministratrice del debito pubblico il passo è stato breve. Da qui sarà una scalata tutta in ascesa fino ad arrivare ai giorni nostri. Oggi Intesa Sanpaolo è il maggior gruppo bancario italiano, conta circa 4700 filiali sparse in tutto il territorio dello stato ed ha appena stilato un nuovo piano industriale con competenza 2022-2025 basato su quattro pilastri:
- Il “derisking” massiccio con il quale mira a diventare una banca a zero crediti deteriorati;
- La riduzione dei costi con gli investimenti in tecnologia;
- La crescita delle commissioni grazie al recovery plan e all’advisory nel settore del wealth management ed assicurativo;
- La sostenibilità con la quale la banca mira a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2030.
Il punto cardine però del piano è la digitalizzazione. Ecco il motivo per il quale ha deciso di investire in Thought Machine.
Dai prestiti caritatevoli alla digitalizzazione massiva
Intesa Sanpaolo parte da uno zoccolo duro di clienti “digitalizzato” ben marcato. Infatti, da uno studio post covid, è emerso che, già prima della pandemia, circa 4 milioni di consumatori di età compresa tra i 25 ed i 40 anni non si recava presso gli sportelli ma risolveva le questioni online. Dunque, fidelizzare i clienti ad Isybank, il nuovo istituto tecnologico in collaborazione con Thought Machine, dovrebbe essere un gioco da ragazzi! La piattaforma core banking come base di Isybank è Vault, che inizialmente servirà 4 milioni di clienti proponendo una vasta gamma di servizi bancari riducendo i costi strutturali del gruppo. È una piattaforma nata sul cloud che viene adottata anche da JP Morgan, Lyod, ING ed altri. Ma come funziona e soprattutto che impatto avrà sulla redditività?
L’utilizzo è semplice! I clienti di Isybank attraverso l’app potranno accedere alla banca e a tutte le sue filiali e questo potrà essere possibile anche attraverso i totem di ATM e Mooney. Dal punto di vista reddituale ci si aspetta un aumento del titolo dal 9,1% nel 2021 al 13,9% nel 2025 ed un incremento del ROE dal 7,6% nel 2021 al 11,6% nel 2025 dunque un incremento dell’utile di circa 2 miliardi dal 2021 al 2025.
Il guanto di sfida alle altre banche è stato lanciato; chi lo raccoglierà?