Gioco d’azzardo in Italia: numeri del settore e aspetti comportamentali dei “fortunati” vincitori
Il mercato del gioco d’azzardo legale è in crescita da molti anni nel Bel Paese. Il fenomeno riguarda tutto il territorio italiano e non è correlato con il livello del reddito. Tutti – almeno una volta nella vita – ci siamo affidati alla Dea bendata: vincere un jackpot milionario è il sogno di molti. Ma proviamo ad analizzare i dati sul settore ed i comportamenti dei “fortunati” vincitori.
Gioco d’azzardo: il volume d’affari del settore in Italia
Per gioco d’azzardo intendiamo l’insieme delle attività che prevedono la scommessa di una certa somma di denaro con l’aspettativa di vincere una somma maggiore in funzione dell’esito di un gioco o di un evento. Quindi stiamo prendendo in considerazione scommesse sportive fisiche e online, Gratta e Vinci, VLT, Bingo, Casinò e così via.
Definiamo ora le quattro dimensioni di interesse: di seguito, con Raccolta ci riferiamo all’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori; le Vincite corrispondono al totale delle somme vinte dai giocatori; la Spesa corrisponde all’effettiva perdita dei giocatori (data dalla differenza tra Raccolta e Vincite, ovvero il ricavo della filiera al lordo delle somme destinate all’Erario). Infine l’Erario costituisce l’ammontare derivante dall’imposizione fiscale e dal differenziale tra Raccolta, Aggi e Vincite dei giochi che entra nelle casse pubbliche.
I dati riportati di seguito sono reperibili nel Libro Blu 2020 della ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).
Nel 2006 la Raccolta valeva 34,7 miliardi di euro, superando i 61 miliardi nel 2010. Nel 2020 è stata osservata una contrazione del volume d’affari del gioco d’azzardo, causata dalle chiusure di bar e sale da gioco come misura di contrasto alla diffusione del virus Covid-19. La Raccolta si è infatti attestata a “soli” 88,38 miliardi di euro, con una Spesa di 12,96 miliardi e degli incassi per l’Erario pari a 7,24 miliardi.
Se facciamo un passo indietro, nell’anno 2019 – pre-pandemia – possiamo osservare una Raccolta pari a 110,54 miliardi di euro, con Spesa ed Erario pari rispettivamente a 19,41 e 11,36 miliardi di euro.
In tredici anni, quindi, il volume d’affari è quasi quadruplicato. Per avere un termine di paragone, le risorse straordinarie previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ammontano a 191,5 miliardi di euro.
I dati precedenti non includono la Raccolta derivante dal gioco illegale. Le stime parlano infatti di ulteriori 20 miliardi di euro di gioco sommerso da sommare ai precedenti.
Come cambia la vita dei “fortunati” vincitori?
Un articolo del “The Review of Economics and Statistics” ha evidenziato come i vincitori di una lotteria vedano raddoppiare le probabilità di finire in bancarotta. Lo studio si riferisce ad un campione di fortunati di vincitori della Florida, 1900 dei quali hanno visto estinguere il proprio patrimonio entro cinque anni dalla vincita. I ricercatori hanno inoltre osservato come, nei primi due anni, i vincitori di grandi somme abbiano una probabilità di fallire minore rispetto ai vincitori di piccole somme; probabilità di fallimento che tornano ad uguagliarsi dopo i cinque anni.
Il Certified Financial Planner Boards of Standards degli Stati Uniti stima che circa un terzo dei vincitori della lotteria è destinato a finire in bancarotta.
Ma come è possibile che un’entrata finanziaria aumenti le mie chance di finire in rovina? Può sembrare controintuitivo, ma grazie alle neuroscienze possiamo identificare tre principali cause alla base di un fenomeno tutt’altro che isolato tra i vincitori di lotterie.
La prima causa va ricercata nel concetto del “Mental Accounting” teorizzato dall’economista Richard Thaler, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2017. In sintesi, il denaro ottenuto senza sforzo – come quello aggiudicato fortuitamente in seguito ad una vincita – con grandissima probabilità verrà destinato ad acquisti impulsivi oppure ad attività ad alto rischio. Senza una corretta strategia ed un’adeguata diversificazione, il tesoretto impiega ben poco a subire perdite fino ad esaurirsi.
Un ulteriore aspetto è stato individuato da un altro premio Nobel per l’economia: Daniel Kahneman, psicologo e pioniere della finanza comportamentale. Infatti i vincitori mostrano spesso un ottimismo irrealistico:
“Sono stato fortunato una volta, quindi lo sarò ancora.”
Questo bias determina scelte poco sagge dal punto di vista finanziario, contribuendo all’erosione del patrimonio acquisito.
Il terzo elemento è il senso di colpa. Quest’ultimo caratterizza in particolar modo le persone provenienti da situazioni di povertà: spesso nella loro mente è forte la convinzione del legame tra denaro e immoralità. Come conseguenza essi tendono inconsciamente a liberarsi di questo peso, cedendo fin troppo facilmente e generosamente alle richieste di parenti, amici e conoscenti.
Fortuna per i vincitori, sfortuna per i loro vicini di casa
Uno studio della Federal Reserve Bank of Philadelphia ha individuato un legame tra la vittoria di importanti lotterie e l’aumento delle probabilità di bancarotta tra i vicini ed i parenti dei vincitori. In particolare, ogni mille dollari di vincita comportano un incremento del +2.4% delle probabilità di fallimento di un vicino o parente.
Il motivo risiede nella competizione che si innesca: spese ben oltre le proprie possibilità pur di tenere il passo con il tenore di vita dei fortunati vincitori non fanno altro che allontanare i soggetti coinvolti da una condizione di stabilità finanziaria.
Gioco d’azzardo: qual è il costo per lo Stato e per la Società?
Abbiamo visto inizialmente come il gioco d’azzardo generi entrate cospicue per l’Erario, ma il rovescio dalla medaglia sicuramente incide sugli effettivi guadagni per lo Stato derivanti da questo business miliardario.
Nel lungo termine la perdita di denaro è pressoché certa per la quasi totalità dei giocatori, che solo nel 2019 hanno lasciato sul tavolo oltre 19 miliardi di euro. Sarebbe interessante stimare l’impatto sull’economia del costo opportunità associato a simili cifre.
Se a questo aggiungiamo le spese sanitarie per il trattamento dei soggetti affetti da ludopatia – oltre alle conseguenze economico-sociali che una condizione di questo tipo comporta per i soggetti stessi e per loro famiglie – emerge un quadro allarmante. Bisogna quindi interrogarsi su quale debba essere il ruolo dello Stato nei confronti di un fenomeno in preoccupante e costante crescita.
Articolo a cura di Claudio Mantuano.