Home » Finanza » Mercati Finanziari » Ucraina: le conseguenze della guerra sulle Borse e sui mercati

Le Borse crollano a picco ed il motivo è su tutti i giornali, su tutte le TV e su tutti i social. Alle 6 ora locale, il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina creando così agitazione e fermento nel mondo finanziario. Se basta poco a modificare il trend di un titolo, pensate quanto impatto possa avere la possibilità di un terzo conflitto mondiale sulle Borse. È un profondo rosso sotto tutti i punti di vista mentre oro, petrolio e gas ovviamente schizzano alle stelle.

Ucraina, a che punto sono le Borse

Le Borse Europee sono crollate dopo un’apertura già al ribasso. Francoforte perde il 3,3%, Parigi il 3,1%, Londra il 2,4% ma è Milano che indossa la maglia nera perché ha titoli più esposti verso Russia ed Est Europa come Pirelli ed Unicredit. Cede infatti il 3,5%. Le banche italiane, assieme a quelle francesi, sono le più esposte verso la Russia con 25,3 miliardi di dollari più 6 miliardi di dollari di garanzie. Le francesi sono esposte per 25,1 miliardi di dollari. Le tedesche solamente per 8 miliardi. Per ovvie ragioni recupera la Borsa di Mosca infatti l’indice Moex che all’apertura aveva perso il 45% adesso ne recupera il 24%. Anche le Borse asiatiche calano a picco. Hong Kong perde il 3,2%, Seul il 2,5% e Tokyo il 2%. Praticamente è una ecatombe finanziaria! La moneta russa, il rublo, riduce il ribasso sul dollaro al 2,5%. Adesso è possibile scambiarlo a 83,7 sulla moneta americana.

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Il Cboe Volatility Index

Sapevate che a Wall Street esiste il cosiddetto “indicatore di paura”? È il Cboe Volatility Index che vola sotto il peso di una eventuale guerra. È stato creato dal Chicago Board Options Exchange e stima la volatilità implicita delle opzioni sullo S&P 500. In parole povere, tale indice riflette le aspettative a lungo termine per la volatilità del mercato e se c’è un’inversione della curva è consigliato agli investitori di preferire le aspettative a lungo termine paradossalmente meno incerte di quelle a breve termine. Basti pensare che durante il primo picco del covid tale indice ha toccato un valore pari a 82,69. Ora si colloca a 33,7 con un balzo di quasi il 14% in più rispetto alla settimana scorsa.

La risposta dei mercati

E i mercati come stanno reagendo? L’oro, tradizionale bene di rifugio, ha spiccato il volo! L’oncia vale 1.928,80 dollari ed il petrolio lo segue a ruota. Infatti, il valore dell’oro nero è schizzato al 7% con il Brent a quota 103,5 dollari al barile e il WTI a quota quasi 98. Il gas è aumentato al 33% sia a Londra che ad Amsterdam e lo spread vola oltre i 176 punti con un tasso del Btp 10 anni a più 1,93%. Anche i prezzi delle materie prime alimentari stanno subendo dei rialzi. Il grano, di cui l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori, è aumentato al 6% mentre il mais al 5,5% e la soia al 2,87%. L’Italia, lo scorso anno, ha acquistato dall’Ucraina quasi un milione di tonnellate di grano tenero. Questa situazione comporterà un aumento del pane, delle farine e dei biscotti. Ma potrebbero riguardare anche prodotti come mais, latte e carne.

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Come stanno rispondendo le banche centrali ad una inflazione che continua a correre a causa dei venti di guerra che stanno soffiando? Sono varie le ipotesi. Secondo il governatore della Banca Centrale di Francia, Francois Villeroy de Galhau, le crescenti tensioni dovrebbero spingere Eurotower a prendere del tempo su un eventuale innalzamento dei tassi mantenendo una certa flessibilità. Di tutt’altro avviso invece il collega austriaco Robert Holzmann secondo il quale i tassi dovrebbero essere aumentati prima di marzo. Come sempre tutti d’accordo a tavolino! Una cosa sola è certa, l’inflazione sta aumentando e di certo non si fermerà ad un incremento del 5,1%!