Finanza

Russia, l’avvento di un default preannunciato

E’ da quando sono entrate in scena le sanzioni che parliamo di un eventuale default della Russia. Default che sembra essere incominciato. Una commissione di controllo sui derivati ha dichiarato la compagnia statale Russia Railways inadempiente per i mancati pagamenti di alcuni interessi sui bond. Si è vero. Non può essere considerato un default totale ma è come se fosse una sorta di puzzle. Un pezzo alla volta che viene staccato dal risultato finale. Ma cosa è successo con esattezza? E soprattutto, cosa comporta?

Russia, le ferrovie sono in default

Quello che ormai era nell’aria da giorni, si è concretizzato. Il Cddc ossia il Credit Derivates Determinations Committee ha dichiarato default per la società di Stato che gestisce le ferrovie russe, la Russian Railways. Pare che quest’ultima non sia riuscita a pagare gli interessi su una obbligazione e non abbia rimborsato gli interessi maturati su un prestito per un valore pari a 250 milioni di franchi svizzeri.

A causa delle restrizioni dovute alle sanzioni contro la Russia, la società non è riuscita a pagare nonostante abbia provato ad effettuare i bonifici nei tempi richiesti, ossia entro il 14 marzo con i 10 gg di tolleranza. Tra i gruppi bancari internazionali verso i quali la Russia Railways è inadempiente troviamo la Bank of America, JP Morgan e Goldman. Tra i creditori italiani c’è Unicredit che la scorsa estate ha concesso alla compagnia ferroviaria un finanziamento internazionale legato alla performance ambientale per un valore pari a 585 milioni di franchi svizzeri.

Cosa comporta tutto ciò?

L’esposizione cross border di Unicredit nei confronti dei clienti russi è pari ad Euro 4,5 milioni ed è una esposizione quasi totalmente rivolta verso le principali multinazionali russe. L’ultima volta che la Russia ha dichiarato il default è stato nel 1998 ma oggi la situazione è diversa ed è abbastanza fuori dall’ordinario perché in pratica la Russia ha sia le risorse sia la volontà per effettuare il pagamento ma non può farlo a causa dei blocchi imposti dall’Occidente. Quindi è un default che in sostanza non ha nulla di default. Anton Siluanov, ministro delle finanze, ha annunciato che se l’Occidente costringerà la Russia a dichiarare il default del suo debito, saranno intraprese azioni legali.

Presenteremo in tribunale le nostre fatture a conferma dei nostri sforzi per pagare sia in valuta estera che in rubli. Non sarà un processo facile. Dovremo dimostrare molto attivamente il nostro caso, nonostante tutte le difficoltà.

Prima che Putin decidesse di invadere l’Ucraina, la Russia era considerata un investment grade dalle agenzie di rating ossia un paese a ipotesi molto remota di fallimento.  Nel weekend invece l’agenzia di rating S&P ha tagliato il giudizio da Cc/c a Sd/sd portandolo quindi ad un default selettivo, cioè a 2 passi dall’insolvenza. Starete sicuramente pensando che Putin ha la possibilità di pagare questi debiti con i rubli ma quale paese accetterebbe il pagamento di un debito in una moneta che a conti fatti non vale nulla?

Secondo l’agenzia Interfax, anche il gruppo russo Alrosa, il più grande gruppo di estrazione dei diamanti al mondo, rischierebbe di non riuscire a pagare il suo debito che ammonta intorno a 11,6 milioni di dollari a causa delle sanzioni. Dunque, sarebbe il secondo gruppo russo esposto al default.

Russia, no bond nel 2022

La Russia non emetterà bond nel 2022 a causa delle condizioni avverse dei mercati. Questo è quanto ha annunciato il ministro delle finanze in una intervista alla tv russa.

Non prevediamo di andare sul mercato interno o estero quest’anno. Non ha senso, perché il costo di un simile prestito sarebbe cosmico.

In ogni caso, volente o nolente, il tanto menzionato default è arrivato. Che sia selettivo, totale o solo un mero appannaggio non è dato ancora sapere. Ma le tessere del puzzle man mano si stanno staccando e si sa, quando un puzzle inizia a perdere pezzi è difficile che torni più come prima. Staremo a vedere!

Published by
Maria Francesca Malinconico