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Amazon, il prezzo dell’abbonamento a Prime aumenta del 39%

Dopo l’aumento negli Stati Uniti dell’abbonamento a Prime, Amazon ha deciso di incrementare la quota anche in Italia a causa di “circostanze esterne fuori dal nostro controllo”. La quota annuale per il servizio salirà dunque da euro 36 ad euro 49,9. Il comunicato ufficiale spiega che l’aumento del prezzo del servizio di Amazon Prime è dovuto ad “un aumento generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all’inflazione che incide sui costi specifici del servizio Amazon Prime in Italia”.

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Dunque, ovviamente, è tutta colpa dell’aumento dei prezzi ma se fosse stato davvero così, il prezzo non avrebbe dovuto subire un incremento almeno proporzionale all’aumento del costo della vita? Beh, si, teoricamente sì ma in realtà il differenziale è di molto ma molto più alto. Quindi, in sostanza, cosa è realmente accaduto per far sì che Amazon aumentasse il prezzo di Prime di ben oltre l’8%? (percentuale di incremento del tasso di inflazione in Italia).

Amazon, in cosa consiste il servizio Prime?

Se sei abbonato ad Amazon Prime sai che avere questo servizio, il più delle volte, è una manna dal cielo. Domani hai una festa di compleanno ed hai dimenticato il regalo? Amazon Prime! Sono le 22 ed hai bisogno urgentemente del rasoio per la barba perché stai per partire per le vacanze ed hai dimenticato di acquistarlo? Amazon Prime! Ecco, essere abbonati ad Amazon Prime significa avere a casa, in meno di 24 ore, il prodotto di cui hai urgentemente bisogno e non solo! Con Prime puoi avere accesso a video on demand o serie televisive che molto spesso Amazon produce anche in proprio. Ma tutto ciò comporta uno sforzo logistico non indifferente sovvenzionato soprattutto dal mercato nordamericano che copre circa l’80% del mercato.

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Secondo Amazon, i motivi principali dell’aumento del prezzo degli abbonamenti sono due:

  • L’aumento del costo delle materie prime e soprattutto la difficoltà logistica delle consegne in tempi rapidi;
  • L’aumento dell’inflazione.

Amazon, dal 15 settembre al via i rincari

Ma quindi di quanto aumenta l’abbonamento? Dal 15 settembre 2022 gli abbonati italiani ad Amazon Prime potranno scegliere tra le seguenti nuove tariffe:

  • Abbonamento annuale Prime passerà da 36 euro a 49,90 euro
  • Abbonamento mensile Prime passerà da 3,99 euro a 4,99 euro
  • Abbonamento annuale Prime Student passerà da 18 euro a 24,95 euro
  • Abbonamento mensile Prime Student passerà da 1,99 euro a 2,49 euro

Per i rinnovi prima del 15 settembre saranno applicate le tariffe già in vigore. Lo stesso vale per chi vuole abbonarsi e decide di farlo prima della data di go live. Ovviamente gli iscritti avranno diritto a rifiutare le modifiche del contratto e potranno cancellare l’iscrizione in qualsiasi momento.

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E gli altri Paesi?

Tranquilli! L’incremento del prezzo non sarà applicato solamente in Italia ma dal 15 settembre anche Francia, Germania, Spagna e Regno Unito vedranno il prezzo del loro abbonamento lievitare.

  • Francia: da 49 a 69,90 euro / anno, +43%
  • Spagna: da 36 a 49,90 euro / anno (come in Italia), +39%
  • Germania: da 69 a 89,90 euro / anno, +30%
  • Regno Unito: da 79 a 95 sterline / anno, +20%

Amazon e gli altri aumenti

Amazon non è l’unico servizio ad aver aumentato il prezzo dei propri abbonamenti. Anche Netflix ha rincarato le sue tariffe passando, da fine 2021, da 11,99 euro a 12,99 euro al mese per il piano Standard e da 15,99 euro a 17,99 euro al mese per il piano Premium. Anche Sky e Dazn non sono stati da meno con gli aumenti. Per Dazn l’abbonamento standard è pari ad euro 29,99 euro al mese con la possibilità di avere solamente due dispositivi in contemporanea mentre l’abbonamento plus è pari ad euro 39,99 con la possibilità di avere fino a sei dispositivi!

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Ma, visti i prezzi, non converrebbe tornare alla buona vecchia tv o addirittura tornare a godere del buon vecchio libro? Non sarebbe più bello, più soddisfacente ed anche meno costoso andare allo stadio, magari in curva, a tifare la squadra del cuore? Non credete sia arrivato il momento di ritornare “alle origini”? Ah no?