Boom di delisting, ora tocca a Tod’s
La famiglia Della Valle, nella giornata di ieri, ha annunciato un’Opa volontaria sulle azioni dell’azienda Tod’s ad un prezzo di 40 euro per azione ed un premio del 20,4% sui prezzi di chiusura. Lo ha annunciato attraverso DeVa Finance, società posseduta totalmente da DI.VI, finanziaria controllata interamente da Diego della Valle. Con questa mossa si punta ad acquistare quasi il 26% (circa 8.453.727) delle azioni della società gioiello della famiglia Della Valle così da ottenere il delisting e la conseguente uscita da Piazza Affari raggiungendo il 90% delle quote. In un comunicato, la famiglia Della Valle ha spiegato che mira al delisting per valorizzare i singoli marchi posseduti ossia Roger Vivier, Hogan, Fay e naturalmente Tod’s in modo da dare una visibilità individuale.
Tod’s, al via l’OPA per il delisting
La società del gruppo Lvmh di Arnault Bernard, Delphine Sas, ha deciso di non aderire all’OPA. Resterà infatti socio nella società di Diego della Valle con la sua quota attuale del 10%. L’esborso massimo in caso di adesione totalitaria all’offerta è pari a 338,149 milioni di euro. Ma perché uscire dalle quotazioni? Come già accennato precedentemente, secondo gli analisti, perseguire obiettivi individuali per una società quotata in Borsa è meno agevole. Negli ultimi dieci anni, i ricavi del gruppo sono rimasti stabili. Ecco perché si mira a puntare al singolo, ad esempio, Roger Vivier è un marchio di nicchia ma in rapida crescita. Secondo gli specialisti americani però non sarà così facile riprendersi:
La strada per la ripresa sarà lunga, complessa e incerta, in un settore sempre più competitivo dominato da mega-marchi e conglomerati del lusso.
Inoltre, Della Valle vorrebbe dare agli azionisti la possibilità di liquidare il proprio investimento in Tod’s a condizioni più favorevoli rispetto a quelle presenti oggi sul mercato. Basti pensare che il valore del titolo è già aumentato rispetto a qualche ora fa.
Ecco le altre società che hanno optato per il delisting
Innanzitutto, spieghiamo cosa è il delisting. Una società che decide di optare per il delisting decide di uscire dalle quotazioni di Borsa sul mercato. Sono varie le motivazioni e molto spesso soggettive però, ad esempio, una società potrebbe decidere di abbandonare le quotazioni perché vuole più autonomia nella gestione aziendale. Come nel caso di Tod’s.
Un’altra società che ultimamente sembrerebbe pronta ad abbandonare Piazza Affari è l’AS Roma. L’Opa promossa da Romulus e Remus ha conferito alla famiglia Friedkin, da due anni azionista di maggioranza della squadra della Roma, il 96,13% delle azioni della società. Con questa percentuale la famiglia americana avvierà il delisting previsto a fine agosto così da terminare le quotazioni della Roma iniziate ben 22 anni fa.
Banca Carige è pronta a dire addio alla Borsa e ad essere acquistata da Bper Banca.
Ultima in ordine di tempo è la holding della famiglia Agnelli, Exor. La società, la settimana scorsa, ha annunciato di voler lasciare la Borsa di Milano per trasferirsi ad Amsterdam all’Euronext. In questo caso l’assetto organizzativo avrà un unico ente di vigilanza ossia la Ducth Authority for the Financial Markets.
Ma perché sembra che ci sia un fuggi fuggi generale dalla Borsa? La domanda sorge quasi senza peli sulla lingua se si guarda che ad oggi le società che hanno abbandonato Borsa Italiana sono 336 a fronte di 448 ammesse… e siamo solo ad inizio agosto! Le motivazioni sono diverse ma secondo i ricercatori non è vero che si guadagna di più se si esce dal listino. Negli ultimi dieci anni, le 300 imprese italiane entrate in Piazza Affari hanno visto aumentare i loro profitti sia prima che dopo la quotazione. Quelle che abbandonano il listino, le cd “pentite”, lo fanno o perché falliscono o perché vengono acquisite. E, tralasciando questi due casi, molto spesso la scelta di lasciare la Borsa è discrezionale e si basa su strategie di vendita come nel caso di Tod’s. A chi toccherà adesso? Si apre il totoscommessa!