Partita IVA, per la fiscalità di liberi professionisti e imprese
Il numero di partita IVA è una serie di 11 cifre che identifica un soggetto che svolge attività commerciali o non commerciali ai fini dell’imposizione indiretta (IVA).
Ogni soggetto passivo nell’UE può essere identificato da un numero di identificazione IVA composto dall’abbreviazione del Paese a cui appartiene il soggetto passivo (ad esempio IT – Italia, DE – Germania, ES – Spagna, PT – Portogallo) e da una stringa alfanumerica o numerica, che varia da Paese a Paese
Chi rilascia la partita IVA
Il numero di partita IVA viene rilasciato dall’ufficio fiscale in cui viene richiesto, indipendentemente dal domicilio fiscale al momento dell’apertura del regime IVA. Può essere aperto anche telematicamente da un intermediario abilitato al servizio Entratel o dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura. Esistono due modelli: il modello AA9/11 per le ditte individuali e il modello AA7/10 per le società.
Il numero di partita IVA assegnato al soggetto passivo a partire dal 1° dicembre 2001 è valido su tutto il territorio nazionale e rimane invariato per l’intero periodo di attività.
Tutti i soggetti che svolgono un’attività ai fini IVA (impresa, società, arte, professione o attività indipendente e che abbiano costituito una stabile organizzazione in Italia (anche se residenti all’estero), devono presentare una dichiarazione mediante l’invio di un apposito modello disponibile in formato elettronico e scaricabile gratuitamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Struttura del codice identificativo di partita IVA
Il numero di identificazione IVA italiano è composto da 11 cifre disposte secondo la seguente formula: Le prime sette cifre sono il numero di matricola della persona designata dall’autorità provinciale competente, ottenuto sommando il numero assegnato alla persona precedente; le cifre dall’ottava alla decima sono il codice dell’autorità fiscale della provincia che ha assegnato il numero di matricola, che di solito corrisponde al codice ISTAT provinciale; infine, l’undicesima cifra è il codice di verifica utilizzato per controllare che le prime dieci cifre siano corrette.
Va notato che il numero di registrazione è unico solo all’interno del governo provinciale che lo ha rilasciato: possono quindi esistere due numeri di registrazione identici ma appartenenti a governi provinciali diversi.
Quali sono le scelte da fare
La prima opzione per la creazione di un TIN è quella di selezionare il codice ATECO. Il codice ATECO è composto da sei cifre e serve a identificare l’attività economica. Questo codice deve essere indicato nel modulo TIN originale, quindi è necessario avere un’idea chiara dell’attività da svolgere. La scelta del codice ATECO è molto importante, così come è molto importante mostrare al fisco l’attività legata al proprio numero di partita IVA.
Un’altra scelta importante da fare dopo l’avvio della partita IVA è la scelta del regime fiscale. Dovete decidere
- Regime Forfettario: un sistema fiscale che offre maggiori vantaggi in termini di tassazione e trattamento, soprattutto per le nuove attività. Per ottenerli e mantenerli è necessario soddisfare alcuni requisiti formali e sostanziali.
- Regime ordinario: un sistema fiscale “armonizzato” in cui le imposte sono calcolate sulla base delle categorie di reddito e l’IVA è riscossa. Questo sistema fiscale consente di “rinviare” le spese aziendali documentate.
Partita IVA: quali sono gli obblighi
L’apertura della Partita IVA comporta una serie di obblighi tra cui:
- L’adesione a un fondo di previdenza sociale, che varia a seconda del tipo di attività. Al variare del fondo, cambia anche il metodo di calcolo dei contributi previdenziali.
- Fatturare o registrare i pagamenti per la vendita o la prestazione di servizi.
- Presentazione di una dichiarazione dei redditi annuale che indichi l’ammontare del reddito percepito per calcolare l’imposta da pagare.
Quali sono i costi
Il rilascio del numero di partita IVA comporta dei costi per la gestione dell’attività e per l’adempimento degli obblighi fiscali e previdenziali. Per semplicità e per determinare l’impatto sulle imprese, possiamo dividere questi costi in due categorie, fissi e variabili.
I principali costi fissi si possono individuare come segue:
- Spese per l’acquisto di materiali e attrezzature necessarie ad iniziare l’attività
- Pratica di apertura della Partita IVA e comunicazione agli enti competenti
- Spese di registrazione alla camera di commercio/albo artigiani
- Rinnovo annuale dei diritti camerali
- Costo del commercialista
- Contributi previdenziali fissi annuali
I principali costi variabili si possono individuare nelle seguenti voci:
- Costo dei materiali e dei prodotti per lo svolgimento dell’attività
- Versamento delle tasse
- Costo del compenso di eventuali collaboratori
- Contributi previdenziali