Patagonia, la Terra come azionista di maggioranza
Ammettiamolo. Non siamo per niente abituati agli imprenditori che mettono il pianeta Terra al primo posto. Eppure, è successo. Yvon Chouinard, proprietario di Patagonia, azienda specializzata nell’abbigliamento e nell’attrezzature per l’outdoor e nel food, con un patrimonio di 1,2 miliardi di dollari, ha deciso di cedere la propria società. Si, lo sappiamo, non è una novità che un imprenditore decida di cedere le quote ma è raro che le ceda a delle organizzazioni con fine ambientalista. Con effetto immediato, Chourinard ha trasferito l’intera proprietà a due entità appena costituite: l’Holdfast Collective ed il Patagonia Purpose Trust. Lo scopo? Proteggere l’ambiente. Come? Ogni dollaro che non sarà investito nuovamente nell’azienda sarà distribuito sotto forma di dividendi per la protezione del pianeta Terra.
Patagonia, la società amica del pianeta Terra
Se vogliamo sperare di avere un pianeta vivo e prospero tra altri 50 anni, è necessario che tutti noi facciamo il possibile con le risorse che abbiamo. Come uomo d’affari, nonostante non abbia mai voluto esserlo, sto facendo la mia parte. Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in profitti, useremo la prosperità generata da Patagonia per proteggere la vera fonte di ogni ricchezza. Stiamo facendo della Terra il nostro unico azionista. Sono seriamente intenzionato a salvare il pianeta.
Queste sono le parole dell’ex proprietario di Patagonia, attuale membro del board. Sono parole così in controtendenza rispetto alla media dei discorsi fatti dai super ricchi, da far apparire Yvon Chouinard quasi un vecchio strampalato fuori moda. Yvon non ha un cellulare ed un pc, veste con pantaloni sformati e guida una vecchia Subaru. Non proprio il prototipo di imprenditore super ricco proprietario di un’azienda che secondo Forbes vale quasi tre miliardi di dollari. Azienda donata per la lotta contro il cambiamento climatico. Chapeau!
Ma chi è Yvon Chouinard?
Non volevo essere un uomo d’affari. Ora potrei morire domani e l’azienda continuerà a fare la cosa giusta per i prossimi 50 anni, e io non devo essere presente.
Queste sono le parole dell’ottantaseienne in un’intervista al New York Times. Lui non voleva fare l’imprenditore. Basti pensare che negli anni Sessanta viveva in auto e mangiava scatolette di cibo per gatti. Poi un giorno, nel 1973, ha creato Patagonia che lo ha reso miliardario. Ma a quanto pare è vero quando si dice che i soldi non fanno la felicità motivo per il quale Yvon ha deciso di cedere le quote al Patagonia Purpose Trust, supervisionato dai membri della famiglia, totalmente d’accordo con il capofamiglia. Il Patagonia Purpose Trust detiene tutte le azioni con diritto di voto della società (i 2% di quelle totali) mentre l’Holdfast Collective detiene quelle senza diritto di voto (il 98% di quelle totali). Per aver donato tutte le azioni ad un fondo, la famiglia dovrà pagare circa 18milioni di dollari di tasse e visto che l’Holdfast Collective fornirà contributi politici illimitati, per legge, la famiglia non potrà ricevere alcun beneficio fiscale per la donazione attuata.
Patagonia, quali saranno i cambiamenti interni
Ovviamente prima di rendere tutto pubblico, l’azienda ha condiviso la decisione con i dipendenti organizzando un evento il 14 settembre. Dal comunicato ufficiale, diffuso subito dopo l’evento, si evince che Patagonia continuerà ad essere una B Corp continuando a donare l’1% dei profitti alle associazioni ambientaliste no profit. La famiglia Chouinard continuerà a far parte del consiglio di amministrazione, guiderà il Patagonia Purpose Trust e seguirà il lavoro filantropico dell’Holdfast Collective. Non sarà apportata alcuna modifica ai vertici.
Adesso l’opinione pubblica si pone una sola grande domanda: questa rivoluzione filantropica, messa in atto da Patagonia, riuscirà a trovare nuovi adepti o Ynov sarà il figliol prodigo della salvaguardia del pianeta? Ai posteri l’ardua sentenza!