Tutto è nato per sfidare Photoshop di Adobe. Ma poi si sa come funziona il mondo delle innovazioni. C’è sempre qualche componente di una società (spesso rivale) che vede più lontano degli altri, che nota potenziali in fieri non ancora sbocciati. Ed ecco che si decide di investire, sborsando non pochi soldi ma credendo nelle capacità di giovani menti come quelle di Dylan Field e di Evan Wallace,fondatori di Figma, startup nata con l’obiettivo di contrastare Photoshop.
“Tu nasci per sfidare un mio prodotto? Ed io ti acquisisco così magari il mio prodotto lo miglioriamo assieme”. Ed è proprio quello che avrà pensato il Ceo di Adobe, quando ha deciso di acquisire Figma, azienda di San Jose, con un’offerta di 20 miliardi di dollari tra contanti ed azioni.
Definita il Google Docs dei designer, Figma porta con sé un paniere ben fornito di fedeli utenti che pagano tra i 12 ed i 45 dollari a editor per il prodotto di lavagna digitale che mette a disposizione. Secondo Shantanu Narayen, Presidente e Ceo di Adobe:
La grandezza di Adobe è stata radicata nella nostra capacità di creare nuove categorie e fornire tecnologie all’avanguardia attraverso l’innovazione organica e le acquisizioni inorganiche. La combinazione di Adobe e Figma è una trasformazione e accelererà la nostra visione della creatività collaborativa.
Dopo l’acquisizione di Marketo, software di automazione di marketing, avvenuta nel settembre 2018 per la modica cifra di 4,75 miliardi di dollari, quella di Figma è l’acquisizione più grande nella storia di Adobe.
Dylan Field, amministratore delegato e co fondatore di Figma, dopo la chiusura dell’accordo che avverrà nel 2023, continuerà a guidare la sua azienda. Secondo Forbes, questa startup ha fatturato nel 2020, 75 milioni di dollari, infatti, Adobe prevede un raddoppiamento del proprio fatturato annuale dopo la conclusione dell’acquisizione.
Ma perché molti pensano che Adobe abbia pagato davvero troppo per l’acquisizione della rivale? Le azioni di Adobe, dopo l’acquisizione di Figma, sono crollate a causa di timori su un eventuale indebolimento della sua posizione competitiva sul mercato. Ma in realtà questo accordo potrebbe essere migliore di quello che si pensi. Per gli investitori Adobe ha pagato davvero troppo ma gli esperti del mondo software e marketing sono ottimisti. Figma è un’azienda molto apprezzata ed è stata una “cloud-native” sin dall’inizio. Inoltre, a differenza di Adobe, offre una collaborazione multiutente. Ma poi, una società come Adobe, avrebbe sborsato così tanti soldi se non avesse anche solo avuto un minimo sentore di rischio e di paura nei confronti di una start up (rivale) che stava scalando il mercato? Adobe, con l’acquisizione di Figma, ha portato dalla sua, competenze in fieri ma potenti soprattutto in un contesto storico in continuo mutamento dove sta prendendo sempre più piede il mondo del MarTech e delle marketing tecnologies.
Il mondo del marketing è un mondo vasto e per nulla semplice. Se poi lo si unisce a quello tecnologico, ne può scaturire una combo micidiale. Il MarTech è l’insieme di tutti i software che ad oggi servono per gestire ed analizzare i dati, per produrre ed archiviare i contenuti multimediali e per rendere automatiche tutte le attività.
E Adobe, con l’acquisizione di Figma, ci ha visto lungo perché quest’ultima centralizza tutte queste attività su una piattaforma messa a disposizione degli utenti. La tecnologia svolge un ruolo fondamentale nel marketing. Lo sanno tutti, in primis Shantanu Narayen, che non a caso, ha deciso di sborsare una somma consistente di denaro per acquisire una startup che si sta facendo valere nel mondo della tecnologia avanzata ed una volta che le critiche sul prezzo eccessivo dell’acquisizione si saranno placate, gli investitori potranno finalmente guardare oltre, puntando lo sguardo nella direzione di Narayen. E saranno ben lieti di investire!