Microcredito al femminile? Secondo Vincenzo Trani, presidente di Mikro Kapital, intervenuto durante l’evento digitale “Fattore ‘S’ e le nuove leve Esg” , la presenza delle donne nell’imprenditoria è fondamentale, soprattutto nelle piccole imprese dove rappresentano la maggioranza. Tutto ciò a scapito dell’immaginario comune dove l’impresa e l’imprenditore hanno sempre un’accezione al maschile.
Il microcredito è uno strumento di sviluppo economico che consente alle persone povere ed emarginate di accedere ai servizi finanziari. Il microcredito è definito come “piccoli prestiti per avviare un’attività o per coprire spese di emergenza per persone socialmente ed economicamente svantaggiate che normalmente non hanno accesso al settore finanziario formale”.
Nei Paesi in via di sviluppo, milioni di famiglie vivono grazie al reddito di piccole imprese e cooperative, la cosiddetta economia informale. Il credito bancario è difficile da ottenere a causa di garanzie insufficienti o inesistenti e le microimprese, considerate troppo piccole dalle banche tradizionali, non consentono di avviare e sviluppare queste attività produttive senza tassi di interesse usurari. I programmi di microcredito sono una soluzione alternativa per queste microimprese e sono simili nella forma a prestiti equi. In considerazione della comprovata efficacia del microcredito in molti casi, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2005 “Anno Internazionale del Microcredito”.
Negli ultimi anni anche nelle economie avanzate si è cercato di diffondere il microcredito per aiutare i cosiddetti “nuovi poveri”, cioè non solo le persone che vivono al livello di sussistenza o al di sotto di esso nei Paesi sviluppati e che possono trovarsi in seria difficoltà di fronte a spese impreviste, anche di piccola entità, ma soprattutto le piccole imprese e gli artigiani che non possono utilizzare i canali tradizionali e quindi devono ricorrere a prestiti forniti da comunità o organizzazioni di pari livello. Quest’area del microcredito può essere descritta come sostegno alle esigenze finanziarie precarie (oltre il 70% delle attività e dei programmi sostenuti). Ci sono altri aspetti sostenuti dal microcredito nei Paesi sviluppati: l’avvio e il sostegno alle imprese, che può essere descritto come “lotta all’esclusione economica”, il sostegno all’istruzione superiore.
Le implicazioni sono importanti. La microfinanza stimola non solo la crescita della piccola impresa, ma anche l’economia del Paese in cui si trova, creando un vero e proprio motore economico.
Il portafoglio di investimenti comprende molte ditte individuali e piccoli imprenditori, per cui i numeri sono molto variabili. Anche l’aspetto dell’investimento è importante, poiché il microcredito consente agli imprenditori di investire nell’economia reale con un elevato impatto sociale e una buona diversificazione del rischio. La dimensione media di un portafoglio di microprestiti varia tra i 25.000 e i 27.000 euro nei diversi Paesi. La diversificazione delle microimprese dipende non solo dal numero di opportunità, ma anche dalla loro distribuzione tra Paesi e settori.
Va notato che stanno aumentando i progetti di microfinanza volti a sostenere l’imprenditoria femminile. Ciò avviene anche in paesi dove non ci aspetterebbe. Un esempio lampante è il Tagikistan.
La percentuale di donne tra i clienti è molto alta: il 67% dei clienti del Paese sono donne. Una cifra molto simile si ha osservando quante siano le imprenditrici . Sono storie molto interessanti che dimostrano come tanti paesi non Europei stiano sfruttando questa spinta al femminile per la crescita economica.
Quando si parla di microcredito, spesso si pensa che i beneficiari siano, ad esempio, piccoli commercianti. Questo è certamente vero, ma sarebbe sbagliato pensare che questo sia l’unico esempio. Per questo durante la conferenza “Fattore ‘S’ e le nuove leve Esg”, Vincenzo Trani ha fatto riferimento alla storia di una donna che, che dopo dodici anni di lavoro in un centro sanitario per non occidentali, ma con un piccolo ambulatorio, ha deciso di offrire servizi aggiuntivi ai suoi clienti e di diventare imprenditrice. Si è rivolta al microcredito per acquistare l’attrezzatura che le avrebbe permesso di avviare un’attività in questo settore.
Si tratta di un esempio pratico che dimostra l’efficacia del microcredito non solo per il singolo imprenditore, ma anche per la realtà in cui opera. Grazie all’empowerment delle donne, l’intero sistema economico del Paese ha un ottimo potenziale di crescita.