Dopo la prima – in assoluto- sospensione causata dall’emergenza coronavirus (fino a fine 2023) e dopo mesi di negoziato informale in sede europea, la Commissione Europea ha presentato oggi le linee guida per la riforma del “Patto di Stabilità e Crescita”.
L’obiettivo è rendere il Patto più semplice da far rispettare. Infatti, la Commissione Europea si impegna a definire un piano quadriennale di aggiustamento del debito e gli stati dovranno negoziare le modalità con cui realizzarlo.
Il rischio è la sospensione dei finanziamenti europei. Un rischio non di poco conto, ora.
Il Patto di stabilità e crescita è un accordo che i Paesi membri dell’Unione europea stipularono nel 1997 per rafforzare il percorso d’integrazione monetaria iniziato nel 1992 con la firma del trattato di Maastricht.
In particolare, è uno dei pilastri su cui si regge la politica di bilancio dei Paesi europei. Infatti, richiede il rispetto di alcuni parametri di bilancio, in particolare:
“Le norme del Patto di stabilità e crescita mirano a evitare che le politiche di bilancio vadano in direzioni potenzialmente problematiche e a “correggere disavanzi di bilancio o livelli del debito pubblico eccessivi”
Commissione Europea
Innanzitutto, il nuovo Patto punta alla “la titolarità nazionale” dando maggior margine di manovra ai Paesi membri nel proporre i loro piani.
“Il quadro rivisto della governance economica dell’Ue dovrebbe semplificare le regole di bilancio e concentrarsi sui rischi di bilancio. Cio’ significa differenziare i Paesi in base alle loro sfide del debito pubblico. Sappiamo quanto siano diversi i livelli di debito pubblico tra i nostri Stati membri e non possiamo ignorare queste differenze”.
Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia
Generalmente, la procedura di infrazione è avviata dalla Commissione per violazione, da parte di un Paese membro, del Patto di stabilità e Crescita. Un procedimento che si sviluppa in più fasi, dall’avviso preventivo alla sanzione pecuniaria- se lo Stato sotto esame non si adegua alle raccomandazioni ricevute per rientrare nei “conti”.
Gli Stati, tenuti a presentare i Piani di riduzione del debito, verranno distinti innanzitutto in base alla situazione debitoria attuale:
Quindi, ogni Stato con debito sopra il 60% del Pil dovrà presentare un piano strutturale di debito a medio termine.
Il percorso di aggiustamento di bilancio verrà fissato in termini di spesa primaria netta.
Il piano verrà sottoposto alla valutazione della Commissione Europea. In seguito, se la valutazione della Commissione sarà positiva, il piano verrà adottato dal Consiglio. Il Consiglio puo’, in alternativa, raccomandare allo Stato membro di ripresentare un piano modificato.
Gli Stati membri, infine, dovranno presentare relazioni annuali sullo stato di avanzamento per un monitoraggio efficace e per una maggiore trasparenza.
“La riforma non è una pillola amara, ma equilibrata. La priorità resta la riduzione del debito che deve essere perseguita in maniera “realistica, graduale e sostenuta”. Tenendo conto, anche, delle importanti differenze a livello di debito pubblico tra i Paesi membri”.
Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia