Finanza

Legalizzazione cannabis: cosa prevede la proposta di legge approdata alla Camera

Dopo il via libera della Commissione giustizia, è tornato in Aula a Montecitorio; il disegno di legge che mira alla depenalizzazione della coltivazione della cannabis per uso personale.

Questo ddl arriva proprio nel momento di massimo successo della cosiddetta canapa legale, quella priva o quasi di THC. Quest’ultima ha recentemente vissuto un forte sviluppo che ha portato all’apertura di numerosi punti vendita, non solo fisici.

Ad oggi, ad esempio, si possono acquistare online, per uso tecnico o da collezione, non solo semi di cannabis light, ma anche molte varietà di hashish legale; come quelle proposte da JustBob.it. Parliamo, in questo caso, di prodotti naturali che non derivano dalla cannabis, ma che presentano comunque un alto contenuto di cannabidiolo; dato che sono arricchiti con CBD in purezza, sotto forma di cristalli.

Legislazione sulle droghe leggere: si va verso un nuovo approccio diretto alla depenalizzazione?

Chiaramente, qualora il ddl presentato da M5s riuscisse a completare l’iter parlamentare si andrebbe in direzione della progressiva legalizzazione della cannabis; mettendosi alle spalle la linea politica proibizionista seguita fino a questo momento.

Peraltro, ci si conformerebbe all’orientamento espresso dalla Corte di Cassazione, secondo cui non sono punibili “le attività di coltivazione domestica di minime dimensioni che appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore” (Sezioni Unite, sentenza 19 dicembre 2019).

Cosa prevede il ddl sulla depenalizzazione della cannabis? Tutti i particolari della nuova proposta di legge

Sono tante le novità del ddl approvato in Commissione Giustizia, tra le quali meritano una menzione le seguenti previsioni normative:

  • non sono applicabili sanzioni penali o amministrative a chi coltiva fino a quattro piante di cannabis per autoconsumo;
  • vengono ridotte le pene detentive comminate contro chi commette reati di piccolo spaccio di marijuana (la pena massima scende da quattro a due anni e due mesi;
  • viceversa, vengono inasprite le pene per alcuni reati ritenuti (a ragione) particolarmente gravi e odiosi. Tra questi, spicca lo spaccio di sostanze stupefacenti ai minorenni;
  • viene promossa l’attività di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole e istituita la giornata nazionale sui danni derivanti dall’uso delle sostanze stupefacenti.

La legalizzazione della cannabis per uso personale, però, sembra ancora lontana dal divenire una realtà; sia per le difficoltà che sta trovando il nuovo ddl nel corso del suo iter legislativo, sia per via dell’attuale congiuntura politica che ha visto il successo elettorale di forze politiche storicamente contrarie ad aperture nei confronti della legalizzazione della marijuana.

Cosa prevede attualmente la legislazione italiana sulla cannabis

Finché il legislatore non interverrà con apposite norme a modificare lo status legale della cannabis, al momento è la legge 242/2016 a disciplinare la materia. La sua finalità è quella dipromuovere la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa.

Più nel dettaglio, viene regolamentato l’impiego della canapa in diversi settori, tra cui quello alimentare, tessile e cosmetico; viene stabilito, inoltre, che i prodotti ottenuti a partire dalla cannabis non possono possedere una concentrazione di THC superiore allo 0,2%; aprendo di fatto la strada allo sviluppo in Italia del mercato della cannabis light.

In tutto questo, i suddetti prodotti possono essere ottenuti solo a partire da piante nate da semi di cannabis appartenenti a varietà iscritte in uno speciale catalogo redatto dalle autorità europee.

Ecco perché da diversi anni il settore della cannabis legale ha vissuto e sta ancora vivendo un vero e proprio boom economico; alimentando un mercato che continua a crescere giorno dopo giorno e che, se spinto ulteriormente dalla graduale legalizzazione che in tanti si aspettano; potrebbe assicurare notevoli vantaggi economici, sia in termini di entrate fiscali che di creazione di nuovi posti di lavoro.

In conclusione

Nonostante la normativa attuale sia in parte poco chiara e sia spesso ostaggio di interpretazioni di vario genere, la legge sulla legalizzazione cannabis light ha tracciato un cambio di rotta rispetto al passato. Resta, però, l’ambiguità di fondo di una normativa che ha creato non poca confusione riguardo l’illegalità o meno dell’acquisto e del consumo di cannabis.

Il problema centrale risiede nel fatto che ne è consentito l’acquisto a determinate condizioni; al tempo stesso, ne è esplicitamente vietata la coltivazione domestica per uso ricreativo.

Il ddl Magi-Licatini sulla depenalizzazione si propone di superare le incongruenze della normativa vigente attraverso due importanti novità:

  • la depenalizzazione della coltivazione di cannabis per uso personale fino a quattro piante di marijuana;
  • la riduzione delle pene per il piccolo spaccio di cannabis, da quattro anni (il massimo attualmente previsto) a due anni e due mesi.

Non sappiamo ancora se e quando il nuovo disegno di legge completerà il proprio iter burocratico. Ma, se anche questo percorso dovesse arenarsi, possiamo aspettarci che venga ripreso in qualche altra forma. D’altronde con ogni probabilità anche l’Italia dovrà adeguarsi alla graduale apertura nei confronti della cannabis che sta coinvolgendo sempre più Paesi (vedere a proposito le novità sulla possibilità che la Germania legalizzi l’uso personale di marijuana) e istituzioni sovranazionali (compresa l‘Unione Europea).

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Redazione