E’ stata annunciata, dall’agenzia di stato cinese Xinhua, la notizia della dipartita, all’età di 96 anni, di Jiang Zemin, leader della Cina negli anni Novanta e nei primi anni Duemila.
…Il compagno Jiang Zemin è stato un leader eccezionale […] un grande marxista, un grande rivoluzionario proletario, statista, stratega militare e diplomatico, un lungo combattente comunista collaudato e leader eccezionale della grande causa del socialismo con caratteristiche cinesi.
Lettera indirizzata a tutto il Partito, a tutti i militari e al popolo cinese di tutte le etnie.
E’ stato segretario generale del Partito comunista cinese, la carica più importante del paese, tra il 1989 e il 2002. In qualità di presidente della Cina, tra il 1993 e il 2003, trasformò il paese nella prima potenza manifatturiera mondiale, e in quella che venne poi chiamata “la fabbrica del mondo”.
La gran parte dei beni di consumo usati in Occidente e nel resto del mondo veniva prodotta dalla Cina. La Cina conobbe un periodo di crescita ed espansione economica eccezionali.
Tra il 1978 ed il 2018, la Cina è rapidamente passata da un prodotto interno lordo pro capite pari a soli $160 dollari ad un pil pro capite di oltre $8,830 dollari. Una “super potenza”, capace di competere con gli Stati Uniti in diversi settori.
Tra il 1997 ed il 1998 fu avviato un processo di privatizzazione su larga scala. Un importante cammino di transizione da economia comunista ad economia di mercato (seppur ancora molto imperfetta). Moltissime imprese statali, tranne alcuni grandi monopoli, furono liquidate e le loro attività vendute a investitori privati.
Il percorso di liberalizzazione dell’economia cinese continuò con riforme per allineare il proprio sistema normativo a quello delle grandi organizzazioni capitalistiche internazionali. In particolare, questo processo ha consentito alla Cina di aderire nel dicembre 2001 al Wto (World Trade Organization). Consentì al paese di integrarsi strettamente con le economie degli Stati Uniti e dell’Europa e di entrare a pieno titolo nel sistema economico globalizzato.
Tra Jiang e i leader internazionali i rapporti, diplomatici e personali, furono sempre molto buoni. Questo fu favorito dalla personalità piuttosto sopra le righe di Jiang, che amava cantare canzoni in inglese, aveva una passione per i film di Hollywood e faceva interviste con i media occidentali, cosa che non sarebbe praticamente più successa con i leader successivi.
Insomma, una delle figure principali della storia cinese degli ultimi decenni. Oltre che il fulcro della terza generazione di leadership del PCC e il principale fondatore della Teoria dei Tre Rappresentanti.
La teoria delle tre rappresentanze è una teoria elaborata dal segretario generale del Partito Comunista Cinese (PCC) Jiang Zemin. L’importanza ideologica delle “Tre rappresentanze” costituisce le fondamento della costruzione del PCC, la base su cui gestire il potere e la fonte della sua forza.
Secondo tale dottrina, il potere e la forza del PCC derivano dal fatto che esso rappresenti:
We want to learn from the west about science and technology and how to manage the economy, but this must be combined with specific conditions here. That’s how we have made great progress in the last twenty years.
Jiang Zemin