Home » Management » Marketing » Cashback: quando spendere conviene

Il programma statale di cashback, che si è fermato nel 2021, con proroghe fino all’ottobre scorso per la riscossione degli ultimi rimborsi IBAN, ha fatto conoscere a utenti e consumatori digitali quella che ora è diventata, dal lato dell’iniziativa privata; una vera e propria tecnica di marketing. Sempre più sono le aziende che, in varie modalità, offrono i rimborsi in percentuale sugli acquisti o l’adesione ai servizi online; garantendo un vantaggio sul medio periodo ai consumatori e, dal lato del profitto, alimentando i processi di fidelizzazione al brand.

Le strategie di cashback assumono varie forme; possono essere sviluppate dalle aziende in modo autonomo o in co-brand, ma anche con l’adesione ai numerosi circuiti presenti nei portali online e in app, in qualità di partner. Alla modalità prescelta corrispondono vantaggi e tipologie diversi di cashback da offrire agli utenti/clienti, ognuno con le proprie specificità.

Le formule del cashback

Numerose aziende, in autonomia o affiliandosi a programmi di cashback popolari come Beruby o Bestshopping, in veste di negozi partner, permettono di ottenere un rimborso classico; calcolato in percentuale sull’ammontare nelle varie spese sostenute; in settori che spaziano dall’abbigliamento al tempo libero; dall’elettronica alla cosmetica; fino a farmacia e ai beni alimentari.

Al raggiungimento di una data somma, stabilita di volta in volta dal programma a cui si è iscritti, il rimborso viene erogato tramite bonifico bancario, PayPal; talvolta, anche attraverso buoni Amazon. Non raro è che, qualora il cashback sia attivato in modo indipendente da un’azienda, che può essere un supermercato o uno shop di elettronica; il cliente possa scegliere se ricevere un accredito o un buono sulle successive spese: anche questa, dopotutto, è fidelizzazione.

Al cashback classico, tenendo conto che la personalizzazione e la varietà di scelta è uno dei punti cardine del commercio elettronico; si affiancano altre tipologie di rimborso. La piattaforma Satispay, tra le numero uno in questo genere di iniziative. Permette ad esempio ai consumatori di ottenere un ri-accredito classico, che varia dal 10 al 20 per cento, oppure incrementale, ovvero con una percentuale che aumenta di pari passo con gli acquisti.

A volte il cashback assume la forma di una specie di “benvenuto” ai nuovi clienti; sempre con Satispay, ad esempio, si può optare per il “Cashback primo acquisto”, valido dunque solo per la prima spesa sostenuta presso un dato shop.

L’idea del cashback come bonus, passando dal lato dei servizi, è anche quella che contraddistingue, ad esempio, le iniziative promozionali degli operatori del gioco legale a distanza che offrono vari bonus casinò; tra cui quello “cashback”; si tratta in poche parole di riavere indietro parte del denaro giocato senza vincite, anche in modalità ricorrente, ovvero settimanale o mensile.

Il bonus benvenuto legato al cashback può consistere però, sempre dal lato dei servizi, in un accredito iniziale (ad esempio 5 euro);lo stesso costituisce un piccolo fondo da incrementare con i successivi acquisti; per raggiungere la soglia necessaria al rimborso: nel caso di Tim, ad esempio, per mezzo di Bestshopping.com, si può attivare il cashback e guadagnare su ogni futura spesa o sottoscrizione di abbonamento.

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Il risparmio online non ha davvero confini, e il cashback ha preso piede anche nel campo dei servizi bancari e assicurativi, dei viaggi (grazie a piattaforme dedicate come Booking.com e Hotels.com), delle compagnie aeree; delle aziende di noleggio auto e, di recente, anche dei pedaggi autostradali; con il nuovo programma di Autostrade per l’Italia, che prevede un rimborso anche fino al 100 per cento della spesa, in caso di ritardi dovuti a lavori e/o cantieri.

Tipi di cashback per le aziende

Anche gli e-commerce, però, devono fare la propria scelta, per individuare quale modalità di cashback proporre ai propri clienti/utenti, anche in base al target di riferimento.

Il piano di affiliazione è importante; scegliere una piattaforma con numerosi iscritti aumenta la visibilità del brand e, spesso, consente anche di abbinare all’iniziativa di rimborso altri vantaggi per gli utenti; come i coupon e i codici sconto, che nell’ultimo periodo vanno per la maggiore tra gli acquirenti digitali.

Foto di Christian Schröder da Pixabay

Oltre a scegliere un network con un ampio bacino di utenza, in questo caso configurandosi come partner o negozio affiliato; l’azienda può optare per il co-brand o white label. Si tratta di una piattaforma terza che, grazie alla tecnologia, viene riqualificata con i loghi e i colori aziendali; dunque appare molto simile al sito dell’e-commerce; in modo da favorire una sua riconoscibilità immediata, tra le tante opzioni dell’online.

I vantaggi di questo approccio sono l’esternalizzazione del servizio a fronte di investimenti relativamente contenuti, oltre a una redditività piuttosto elevata, data dalla visibilità. Il marketing, dopotutto, necessita di investimenti e, dunque, di oculatezza nelle spese legate al budget aziendale.

Anche in questo caso il cashback può offrire interessanti soluzioni; le aziende possono infatti optare, ad esempio, per l’iscrizione a piattaforme come Euroffice, che prevedono piani di cashback per le spese sostenute in materiali da ufficio, come cancelleria; macchinari; arredi.

I rimborsi del cashback, alimentando un processo di convenienza a doppio canale, rappresentano dunque una strategia ottimale di risparmio, sebbene nel periodo medio, anziché nell’immediato.