Finanza

Legge di Bilancio 2023: approvata la prima del Governo Meloni

È stata approvata la Legge di Bilancio 2023, la prima del Governo Meloni. Cosa ci dobbiamo aspettare dopo questa approvazione? Come verranno spesi i soldi pubblici stanziati per l’anno appena iniziato? Vediamo ed analizziamo assieme i punti salienti. Prima di tutto non stiamo parlando di qualche spicciolo. Stiamo parlando di ben 35 miliardi di euro, stanziati per far fronte a problematiche quali il caro bollette, le pensioni ed il reddito di cittadinanza, tra le principali.

Legge di Bilancio 2023: il caro bollette

Per il caro energia, sul totale dei 35 miliardi stanziati, ne saranno utilizzati 21 e consentiranno di incrementare gli aiuti a famiglie con basso reddito ed imprese. Questi soldi però sono stati stanziati solamente per il primo trimestre 2023; primo trimestre che vede anche confermata la soppressione degli oneri impropri presenti in bolletta.  Ma il governo sa che l’anno non termina dopo marzo? Quindi, dopo questi tre mesi cosa succederà? Beh, a quanto pare si spera che “non ce ne sia bisogno”. Adolfo Urso, ministro dello sviluppo economico, alla domanda “cosa succederà dopo marzo?” risponde così:

Non lo sappiamo, ma ci auguriamo che non servano altri interventi.

Non vi sentite già più sicuri?

Legge di Bilancio 2023: aumento dello stipendio

L’aumento dello stipendio per i lavoratori dipendenti con reddito medio basso era stato uno dei punti cardini della campagna elettorale. E udite udite! Il taglio del cuneo fiscale del 3% per i redditi fino ad euro 35.000 e del 2% per i redditi fino ad euro 25.000 porterà ad un incremento, in busta paga, di ben euro 13,91. Attenzione però! Questo importo è quello massimo che vedrete perché ovviamente l’incremento sarà proporzionale al reddito medio annuo. Esempio: se hai un reddito medio annuo di euro 10.000 prenderai un aumento di euro 7! Beh, dai, potrai permetterti un drink e berci su nei peggiori bar di Caracas! Mica male?  

Perché si sa, l’Italia mica è un paese povero? Fa nulla se non si riesce a mettere il piatto a tavolo tanto noi qui abbiamo il bonus psicologo! “Di cosa vuole parlare lei oggi?” “Dottoressa del fatto che anche oggi ho fatto il digiuno eucaristico!”.

Tregua fiscale

1 miliardo e 585 milioni di euro sono stati stanziati per quella che il governo definisce “tregua fiscale”. Una tregua fiscale in un paese dove l’evasione è alle stelle. Bene ma non benissimo! A decorrere, infatti, dal 31 marzo 2023 è prevista la cancellazione delle cartelle fino al 2015 con importo inferiore ad euro 1.000. È stata introdotto anche la rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022. Evasori? Avanti tutta!

Legge di Bilancio 2023: il reddito di cittadinanza

Sono varie le scuole di pensiero circa questa tipologia di aiuto. La nuova legge di Bilancio mira all’abolizione del reddito di cittadinanza entro il 2024. A partire dal 1° gennaio 2023, a tutti i soggetti abili al lavoro senza disabili, minori e persone con almeno 60 anni di età nel nucleo familiare e con età compresa tra i 18 e i 59 anni, verrà riconosciuto il reddito di cittadinanza nel limite di 7 mensilità invece delle 18 rinnovabili precedentemente approvate. È previsto anche un periodo di formazione. Il beneficio del reddito decade qualora venga rifiutata una proposta di lavoro idonea alle abilità della persona.  Ma con quali misure si sosterranno le persone una volta decaduto il beneficio di cui sopra? Anche in questo caso, la risposta è vaga e si aggira intorno a frasi del tipo “se si vuole, il lavoro lo si trova”.

L’opzione donna e i giovani

Beh, che dire? Già le donne fanno fatica a farsi spazio in un modo totalmente maschile e maschilista se poi, il governo pensa di aiutarci mandandoci prima in pensione, stiamo a cavallo! La cosiddetta “opzione donna” è stata prolungata per tutto il 2023. Le lavoratrici potranno andare in pensione a 58 anni se hanno 2 o più figli a carico, a 59 anni se ne hanno 1 e a 60 negli altri casi. È una opzione riservata a determinate categorie quali le donne con invalidità uguale o superiore al 74% o le donne caregiver, cioè che hanno un parente non autosufficiente. Quindi non solo, per un retaggio culturale ancora presente in Italia, la donna fa fatica a farsi spazio nel mondo del lavoro ma se non hai figli vai anche in pensione più tardi. Per non parlare del fatto che ovviamente se sei uomo caregiver non puoi andare in pensione prima. Eh no! Sei uomo, mica puoi prenderti cura di qualcuno tu? No. La donna è crocerossina, mica tu?

E i giovani? I giovani sono il fulcro della società! Ebbene sì. Talmente tanto il fulcro che è stato stanziato solo il 5% del totale. Però ti abbiamo dato le agevolazioni sull’acquisto della prima casa per gli under 36. Abbiamo dato alle aziende le agevolazioni per assumerti a tempo indeterminato. Ma quanto siamo ingrati noi giovani?

Che bella che è a cultura italiana appannaggio di un femminismo solamente retorico e di un voler puntare sui giovani che a conti fatti è solo sulla carta. L’anno è appena incominciato, la legge di Bilancio pare fare acqua da un bel po’ di parti e alle domande il governo risponde “non lo sappiamo!”. Non c’è che dire: stiamo in una botte di ferro!

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Maria Francesca Malinconico