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Testamento Berlusconi, contenuto svelato: A Marina e Pier Silvio il controllo Fininvest

Il testamento di Berlusconi, morto lo scorso 12 giugno è stato aperto ieri nello studio del notaio Roveda alla presenza di due testimoni, l’avvocato Luca Fossati, in rappresentanza dei figli Marina e Pier Silvio, e dell’avvocato Carlo Rimini, in rappresentanza dei figli di secondo letto, Barbara, Eleonora e Luigi. Alla lettura del testamento, secondo quanto si apprende, avrebbero partecipato in collegamento anche gli eredi. Oggi sono stati resi noti i dettagli che esploreremo nel corso di questo articolo.

Il contenuto del testamento

Come ci si poteva attendere ai due figli maggiori di primo letto, Marina e Pier Silvio, va il controllo di Fininvest. Avendo ricevuto l’intera quota disponibile i due insieme raggiungono il 53% della holding, con quote paritarie. Ciò significa che i figli maggiori di Silvio Berlusconi potranno prendere le decisioni strategiche sul futuro dell’impero Fininvest. In una delle note del testamento si legge anche che nessun soggetto deterrà il controllo solitario indiretto su Fininvest SpA, precedentemente esercitato da Berlusconi stesso. A loro anche il 60% delle altre proprietà.  La stessa formula è stata utilizzata per il resto del patrimonio, comprese le proprietà e le opere d’arte, ciò significa che i suoi due figli maggiori – Marina e Pier Silvio si dividono circa il 60% del patrimonio, e i tre più giovani Barbara, Eleonora e Luigi il restante 40%.

Cos’è Fininvest

Fininvest è un’azienda italiana che opera principalmente nel settore finanziario e dei media. Fondata nel 1978 da Silvio Berlusconi, Fininvest è stata originariamente creata come una holding per gestire gli investimenti nel settore immobiliare del gruppo Berlusconi. Nel corso degli anni, l’azienda si è espansa in diversi settori, tra cui la televisione, il cinema, la pubblicazione di libri, l’editoria, le assicurazioni, l’editoria musicale, l’industria discografica e altri servizi finanziari. Silvio Berlusconi deteneva, tramite le Holding Italiana Prima, Seconda, Terza, e Ottava, poco più del 61% di Fininvest, che a sua volta possiede oltre il 53% di Mondadori, il 50% circa di Mfe-MediaForEurope e il 30% di Banca Mediolanum. Il restante 40% circa era suddiviso tra i 5 figli: la primogenita Marina aveva il 7,65% di Fininvest attraverso Holding Italiana Quarta, il 7,65% era di Pier Silvio con la Holding Italiana Quinta, mentre un altro 21% era dentro H14, la holding partecipata pariteticamente dai 3 figli avuto con Veronica Lario.

I lasciti

Nel testamento previsti anche i lasciti alle persone più vicine a Berlusconi, in particolare si legge dei 100 milioni alla compagna Marta Fascina, altrettanti al fratello Paolo Berlusconi e 30 milioni all’ex senatore Marcello dell’Utri: “Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me”. Proprio quest’ultimo in un’intervista sottolinea la grandezza dell’uomo e il legame di fratellanza stretto dai due sin dai tempi dell’università. Resta importante sottolineare che in seguito all’apertura del testamento, l’eredità dell’ex Presidente del Consiglio è comunque da considerarsi “giacente” fino al momento in cui non avverrà l’accettazione da parte degli eredi.

Credits: Ansa

I tre testamenti

Nel complesso sono tre i testamenti di Silvio Berlusconi depositati presso il notaio Roveda di Milano. Il primo, del 2 ottobre 2006, riguarda la destinazione della parte di eredità disponibile, che viene lasciata in parti uguali ai figli Marina e Pier Silvio, mentre la quota legittima viene divisa tra tutti i cinque figli in parti uguali. Il secondo testamento è del 5 ottobre 2020, in cui Berlusconi aggiunge il lascito di 100 milioni al fratello Paolo. Il terzo è in forma di lettera non sigillata e risale al 19 gennaio 2022: oltre a ribadire la cifra da destinare al fratello contiene l’ulteriore lascito a Fascina e Dell’Utri e, in base a quanto emerge dal documento, è stata consegnata mercoledì 5 dalla stessa Fascina ad Arcore al notaio Roveda.

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Filippo Coiro