L’Italia è una delle economie più grandi ed influenti d’Europa, ma negli ultimi decenni ha dovuto affrontare una questione cruciale riguardante il suo debito pubblico. Le pressioni economiche e finanziarie hanno posto il debito italiano al centro dell’attenzione, con analisti e osservatori che cercano di capire come si evolverà nel prossimo futuro. Questo articolo esplorerà le stime di Scope, un’agenzia di rating di credito, riguardanti il debito italiano e le sue possibili implicazioni.
Il debito pubblico è l’ammontare complessivo degli impegni finanziari che un governo ha accumulato nel corso del tempo per finanziare la sua spesa pubblica e coprire eventuali disavanzi di bilancio. In altre parole, è il debito che un governo ha contratto attraverso l’emissione di titoli di Stato e altre forme di prestiti per finanziare le sue attività e programmi governativi. Il debito pubblico è una parte normale e comune del sistema finanziario di un paese, ma è importante gestirlo in modo responsabile. La sua gestione è una questione di bilanciamento tra il bisogno di finanziare i servizi pubblici e gli investimenti e il mantenimento di una sana situazione finanziaria per il futuro.
Il debito pubblico ha diverse origini e può derivare da una combinazione di fattori. Ecco alcune delle principali cause alla base dell’accumulo del debito pubblico:
Il debito pubblico italiano è cresciuto nel corso degli anni, portando con sé preoccupazioni riguardanti la sostenibilità e la stabilità finanziaria. Le sfide dell’indebitamento sono legate sia a fattori interni, come politiche fiscali e spesa pubblica, sia a fattori esterni, come la crescita economica globale e i tassi di interesse internazionali. Nel corso degli anni, il governo italiano ha cercato di implementare misure di austerità e riforme strutturali per ridurre il debito, ma la strada verso la stabilizzazione rimane in salita.
Nel report di Scope Ratings curato da Alvise Lennkh-Yunus, Giulia Branz e Alessandra Poli, sotto la guida di Giacomo Barisone, viene evidenziata una considerazione chiave. Si afferma che un alto debito pubblico limita la capacità fiscale del paese di affrontare futuri shock economici, soprattutto se la spesa per interessi aumenta. Nel documento vengono fornite alcune stime sul debito, sottolineando che il costo del debito italiano dovrebbe salire a circa 75 miliardi di euro nel 2023 rispetto ai 57,3 miliardi del 2020 e aumentare ulteriormente a “circa 90-100 miliardi entro il 2026”. In uno scenario di stress, il debito potrebbe superare di nuovo il 150% del PIL, oltre le previsioni stabilite per la Grecia (142%). Questa situazione porterebbe l’Italia a diventare il paese con il più elevato debito pubblico in Europa.
Secondo le proiezioni di Scope Ratings riguardo alla crescita economica, ci si aspetta che il Pil aumenti dell’1,2% nel 2023, dello 0,8% nel 2024 e di circa l’1% nel medio termine. Questi tassi di crescita sono inferiori rispetto al notevole rimbalzo del 7% registrato nel 2021 e al 3,7% nel 2022, quando l’Italia ha superato altre grandi economie nell’area dell’euro. Nonostante il rallentamento, l’Italia continua a godere di una crescita costante, grazie all’effetto favorevole dell’inflazione sul debito pubblico del paese e ad un progressivo risanamento fiscale. L’agenzia di rating riconosce anche all’attuale governo guidato da Meloni l’impegno dimostrato nelle politiche di bilancio prudenti. Ciò si è tradotto in una riduzione mirata del disavanzo al 4,5% del Pil nel 2023, scendendo dall’8% nel 2022, e con un ulteriore miglioramento previsto fino al 3,0% negli anni successivi. Gli esperti di Scope sottolineano l’importanza di raggiungere obiettivi ambiziosi per le finanze pubbliche al fine di garantire il controllo dei rischi sulla sostenibilità del debito dell’Italia. Un punto cruciale sarà la presentazione della legge di bilancio per l’anno successivo, prevista per l’autunno.