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Stipendi: l’Italia, senza alcuna sorpresa, è la pecora nera d’Europa

Ebbene sì. L’Italia deve sempre distinguersi e mai che lo facesse in modo positivo. Negli ultimi trent’anni, il nostro bel Paese è stato l’unico ad aver visto una riduzione degli stipendi del 2,9%. E ci si stupisce ancora quando gli italiani, armati di bagagli e passaporto, se ne vanno oltreoceano. La chiamano “fuga di cervelli” mentre dovrebbero chiamarla “ricerca di un futuro migliore”. Ma analizziamo meglio nel dettaglio la situazione.

Stipendi: l’Italia è in fondo alla classifica europea

Nonostante gli italiani debbano costantemente combattere contro l’aumento del costo della vita, i loro stipendi non solo non seguono l’aumento dell’inflazione ma anzi si riducono. Dal 1990 al 2020 l’Italia è stato l’unico Paese in Europa che ha misurato un calo dei salari del 2,9% arrivando all’ultimo posto tra i Paesi europei. Il penultimo è occupato dalla Spagna che comunque ha avuto un incremento del 6,2%. 

I primi tre posti sono ovviamente occupati dai Paesi Baltici; nell’ordine: Lituania (+276%), Estonia(+237%) e Lettonia (+200%) che hanno visto negli ultimi 25 anni il salario medio annuale triplicare. Seguono la Slovacchia (+120%) e la Repubblica Ceca (+112%), Paesi in cui il salario medio annuale è raddoppiato.

Tra le grandi potenze europee, la Germania segna un incremento del 33% mentre la Francia del 31%. Ma perché ci sono stati questi incrementi abbastanza rilevanti?

Il salario minimo

Uno dei motivi principali è sicuramente il salario minimo che è aumentato in quasi tutta Europa. L’incremento più elevato lo ha avuto la Lettonia ed è del 23%. In questo Paese il salario minimo è aumentato da Euro 500 ad Euro 620 al mese anche se con l’aumento dell’inflazione la differenza si dovrebbe notare poco.

In Europa il salario minimo varia e passa dagli Euro 399 al mese della Bulgaria agli Euro 2.387 del Lussemburgo passando per gli Euro 1.981 della Germania. Ma la predisposizione del salario minimo non segue lo stesso iter in tutta Europa in quanto per una parte dei Paesi le regole sono stabilite dalla legge, per l’altra parte dai sindacati. Ma gli obiettivi sono comuni ad entrambi i gruppi. Con il salario minimo si intende non solo garantire un tenore di vita dignitoso al lavoratore ma anche promuovere l’accesso alla contrattazione collettiva. 

Ma tornando al tema principale dell’articolo, perché in Italia i salari si sono ridotti?

Stipendi: perchè in Italia sono così bassi?

Secondo l’Ocse, l’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Italia si guadagna sempre meno. Tra le big del mondo, è quella che ha registrato il più importante calo dei salari reali ed i motivi principali sono tendenzialmente due. La prima motivazione è il ritardo nel rinnovo dei contratti collettivi. Un ritardo di questo tipo rischia di prolungare la perdita del potere di acquisto dei lavoratori visto che oltre il 50% dei lavoratori italiani ha un contratto scaduto da oltre due anni. 

Ma la motivazione principale è l’assenza del salario minimo. In queste ultime settimane però si è ritornato a parlarne anche a seguito dell’introduzione della nuova legislazione sui salari minimo adeguati adottata dal Parlamento Europeo nel 2022. La proposta dell’opposizione sembrerebbe proiettata ad Euro 9 all’ora ma è tutto ancora in alto mare e da definire. 

L’economia italiana, negli ultimi anni, non è praticamente cresciuta e la produttività sul lavoro è ferma da tempi immemori. Entrando sommamente nel servizio economico italiano, si noterà una stasi che dura da anni ed anni. E come si può pretendere un incremento degli stipendi se la produzione non cresce da vent’anni? Ricordiamoci che gli stipendi sono lo specchio dell’economia. Il PIL pro capite italiano è allo stesso livello dal 1999. Dati allarmanti? Ovviamente. Si può fare qualcosa? Si deve fare qualcosa e lo si deve fare subito senza aspettare che altri cervelli scappino dal loro paese natio in cerca di un futuro all’estero volto anche alla soddisfazione economica. Soddisfazione che in Italia, per le motivazioni di cui sopra, fanno fatica a raggiungere.

Published by
Maria Francesca Malinconico