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Tasse e dichiarazione dei redditi: la combinazione perfetta a portata di click

Vi sono domande a cui non è facile rispondere. Esistono gli alieni? C’è acqua su Marte? Dove vanno a finire le tasse che paghiamo? Cosa è la dichiarazione dei redditi? Avete presente quella immane differenza che c’è tra il vostro reddito lordo ed il vostro reddito netto quando percepite lo stipendio a fine mese? Bene. Vi siete mai chiesti a cosa faccia riferimento e dove vada a finire? Se non ve lo siete mai chiesti, è ora di farlo. Se invece lo avete fatto, è ora di rinfrescarvi la memoria. 

Tasse: quali imposte paghiamo

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L’Italia è il Paese in cui si pagano più tasse. Ma dove vanno a finire e come vengono spese? In realtà vedere il dettaglio è possibile. Infatti basta accedere al cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate e tutti i contribuenti che hanno presentato una dichiarazione precompilata dei redditi l’anno precedente hanno la possibilità di visualizzare il prospetto informativo di riepilogo della destinazione delle varie voci di spesa pubblica. Come? Basta collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate accedendo al cassetto fiscale con le vostre credenziali tramite SPID, CNS e CIE. Una volta dentro, basta seguire il percorso “Dichiarazioni fiscali” → “ Destinazioni Imposte”. 

Ecco le imposte che versiamo

Nel calcolo delle tasse che mensilmente versiamo, rientrano oltre all’IRPEF, anche le imposte relative all’addizionale regionale e comunale, alla cedolare secca sulle locazioni, al contributo di solidarietà, all’acconto per somme assoggettate a tassazione separata, all’imposta sostitutiva sui premi di risultato, all’imposta sostitutiva per il regime di vantaggio e per il regime forfetario.

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Nel 2020, l’IRPEF versata è stata suddivisa nei diversi settori pubblici in questo modo:

  • il 25,40% è stata versata per la Previdenza e l’Assistenza;
  • il 18,40% per la Sanità;
  • il 10% per l’Istruzione.

Ed in percentuali minori per il Contributo Bilancio UE, per la Protezione dell’ambiente e per l’Economia ed il Lavoro. 

Questi dati vengono elaborati dall’Ispettorato Generale del Bilancio che annualmente prende come punto di riferimento la “classificazione COFOG”, che è la classificazione della spesa pubblica adottata dalle istituzioni internazionali. Tale classificazione si basa su tre aggregati contabili:

  • le divisioni che non sono altro che gli obiettivi generali della spesa pubblica;
  • i gruppi che invece prendono in considerazione le specifiche aree di intervento della pubblica amministrazione;
  • le classi ossia gli obiettivi specifici su cui si identificano le aree di intervento.

Ma a cosa serve la dichiarazione dei redditi? E perché bisogna farla? 

Tasse: la dichiarazione dei redditi

Con la dichiarazione dei redditi noi lavoratori dichiariamo al fisco tutti i nostri incassi siano essi stipendi, guadagni da investimento o fonti diverse di reddito. In questo modo non solo adempiamo ai nostri obblighi fiscali ed evitiamo dunque sanzioni ma rivendiamo anche le deduzioni ed i benefici fiscali e di crediti di imposta. Quindi, se da un lato dichiariamo un reddito che ci porterà poi a dover versare le imposte dall’altro dichiariamo anche delle spese che saranno deducibili e che quindi ci consentiranno di incassare una percentuale. Ad esempio, oggi tra le spese considerate “detraibili” rientrano tra le altre:

  • le spese mediche/sanitarie, quindi il dentista, l’osteopata etc.;
  • le spese sportive sostenute per i figli in età compresa tra i 5 ed i 18 anni;
  • le spese scolastiche dunque mensa, università, asilo nido;
  • le spese veterinarie;
  • le spese per il trasporto pubblico ad esempio l’abbonamento sia esso mensile, trimestrale o annuale.

Ovviamente tutte queste spese dovranno essere pagate tramite metodi di pagamento tracciabili

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Sono chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi sia coloro che hanno percepito redditi nel corso dell’anno precedente sia tutti coloro che sono tenuti obbligatoriamente alla registrazione contabile quindi i proprietari di Partita Iva anche se non hanno prodotto reddito.

Presentarla è diventato un gioco da ragazzi. Infatti, basta accedere online al portale dell’Agenzia delle Entrate attraverso lo SPID, CNS o CIE muniti di carta di identità o tessera sanitaria entro il 30 settembre per i pensionati ed i lavoratori dipendenti ( il 30 settembre quest’anno cade di sabato dunque la scadenza è spostata al 2 ottobre) ed entro il 30 novembre per i possessori di partita IVA che utilizzano il Modello dei Redditi.