Secondo l’ISTAT il tasso occupazionale di agosto 2023 sale al 61,5%
Buone notizie per i giovani italiani secondo l’ISTAT, in quanto vi è un notevole aumento del tasso occupazionale di agosto 2023, una significativa diminuzione della disoccupazione e una stabilità sostanziale tra gli inattivi. Approfondiamo questo nuovo dato, mettendolo a confronto con il trimestre precedente, giugno-agosto.
Cos’è l’ISTAT e di cosa si occupa?
L’ISTAT, acronimo dell’Istituto Nazionale di Statistica, rappresenta un fondamentale ente italiano dedicato alla produzione e diffusione di statistiche ufficiali riguardanti l’economia, la popolazione, la società e l’ambiente del Paese.
Fondato con l’obiettivo primario di fornire dati accurati e obiettivi, l’ISTAT è una risorsa cruciale per guidare decisioni e definire obiettivi a livello governativo, economico e sociale. Inoltre, i dati raccolti offrono una panoramica completa dei diversi aspetti della realtà italiana.
Una volta raccolti i dati necessari, essi possono essere utilizzati da istituzioni, ricercatori, aziende e cittadini per scopi di studio, pianificazione e valutazione, contribuendo così al progresso e alla comprensione della nostra società e dell’ambiente in cui viviamo.
Il tasso occupazionale di agosto 2023
Secondo i dati recentemente rilasciati dall’Istat, nel mese di agosto 2023, si è osservato un notevole incremento degli occupati rispetto al mese precedente, accompagnato da una significativa riduzione dei disoccupati, mentre il numero di inattivi è rimasto sostanzialmente invariato.
In particolare, il tasso di occupazione ha raggiunto il 61,5%, con una crescita dello 0,1 punto percentuale. Questo dato è stato calcolato prendendo in considerazione uomini e donne, sia dipendenti che autonomi, compresi nella fascia d’età tra i 25-34 anni e quelli oltre i 50 anni.
Per quanto riguarda la disoccupazione, si è registrata una positiva tendenza nel mercato del lavoro. Il suo tasso è sceso al 7,3%, con una riduzione di 0,2 punti percentuali, mentre la disoccupazione giovanile è scesa al 22,0%, con una diminuzione di 0,1 punto percentuale.Il numero di inattivi, compresi tra i 15 e i 64 anni, si mantiene costantemente al 33,5%, confermando una stabilità nel segmento della popolazione che attualmente non partecipa al mercato del lavoro.
Uno sguardo al trimestre precedente e ad agosto 2022
Per cogliere appieno il miglioramento del tasso di occupazione di agosto 2023, è fondamentale effettuare un confronto trimestrale. Rispetto al periodo precedente, da marzo a maggio 2023, il confronto con il trimestre giugno-agosto 2023 ha rivelato un notevole incremento del tasso di occupazione, pari al 0,5%, con un aumento totale di circa 129 mila occupati. Questo incremento è stato accompagnato da una significativa diminuzione delle persone in cerca di lavoro, circa -4,2%, e degli inattivi, -0,5%.
Un ulteriore confronto può essere fatto tra agosto 2023 e agosto 2022, evidenziando un aumento del 2,3% (+523mila unità). Questo incremento coinvolge sia uomini che donne e tutte le fasce d’età. Fatta eccezione per la fascia di età 35-49, influenzata dalla dinamica demografica negativa, che ha comunque registrato un aumento del tasso di occupazione complessivo del 1,4 punto percentuale. Inoltre, rispetto ad agosto 2022, il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito di circa il -9,1%, pari a -185mila unità.
Cosa comporta un aumento del tasso di occupazione?
Con l’augurio che questa crescita prosegua anche nei prossimi mesi, come osservato tra luglio e agosto 2023, dove si è assistito a un incremento di 59 mila unità nel tasso di occupazione rispetto al mese precedente. Il totale degli occupati ora si attesta a 23 milioni e 593 mila. Rispetto ad agosto 2022, si nota un aumento di 550 mila dipendenti permanenti e di 48 mila lavoratori autonomi, mentre il numero di dipendenti a termine è diminuito di 74 mila.
Si auspica che questo incremento si realizzi, poiché un aumento del tasso di occupazione conduce a una crescita economica più sostenuta, contribuendo al miglioramento del benessere sociale. Inoltre, si traduce in una minore necessità di sostegni finanziari pubblici, promuovendo la stabilità sociale e innalzando la produttività complessiva del paese.