Economia

Quanto costerebbe al mondo una guerra per Taiwan?

Nell’attuale panorama geopolitico, una delle questioni più delicate e potenzialmente pericolose riguarda lo Stretto di Taiwan. Un’analisi di Bloomberg ha stimato che un conflitto militare in questa regione potrebbe costare all’economia globale circa 10 mila miliardi di dollari, una cifra che equivale a circa il 10% del PIL mondiale. Questa stima supera di gran lunga le conseguenze economiche della guerra in Ucraina e della pandemia di Covid-19. Quindi vediamo quanto costerebbe al mondo una guerra per Taiwan.

Le dinamiche di un potenziale conflitto

Taipei

Le tensioni tra Cina e Taiwan non sono un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni si sono intensificate, attirando l’attenzione di investitori, pianificatori militari e aziende che dipendono dai semiconduttori prodotti a Taiwan. Le elezioni del 13 gennaio a Taiwan erano viste come un possibile catalizzatore di un conflitto.

Risultati delle elezioni a Taiwan

Taiwan, una nazione di oltre 23 milioni di persone, ha visto una partecipazione di 19,5 milioni di elettori. Tra i candidati principali c’erano William Lai del Partito Democratico Progressista (DPP), Hou Yu-ih del Kuomintang (KMT), e Ko Wen-je del Partito Popolare di Taiwan (TPP). William Lai, del DPP, è emerso vincitore, segnando un punto di svolta significativo. Nota figura del DPP e già vicepresidente, Lai si è distinto come un leader progressista, concentrato sulla sovranità de facto di Taiwan e sull’importanza di mantenere lo status quo per la stabilità globale. La sua elezione con oltre il 40% dei voti riflette il desiderio popolare di rafforzare l’autonomia di Taiwan, pur modulando la sua posizione sull’indipendenza per enfatizzare la stabilità.

Con la vincita di Lai, un dialogo con la Cina e una risoluzione delle divergenze per via diplomatica resta una possibilità lontana. In questo scenario, sono state ipotizzate due principali eventualità: un’invasione cinese che coinvolgerebbe gli Stati Uniti in un conflitto locale e un blocco commerciale che isolerebbe Taiwan dal resto del mondo.

Quanto costerebbe al mondo una guerra per Taiwan? Il ruolo dei sericonduttori

L’elemento chiave in questo scenario è il ruolo dei semiconduttori. Taiwan è un leader mondiale nella produzione di semiconduttori avanzati, spesso descritti come la “vite d’oro” nelle catene di produzione di laptop, tablet e smartphone. Un’interruzione della loro fornitura avrebbe conseguenze devastanti non solo per l’industria elettronica, ma anche per altri settori come quello automobilistico.

Questa isola produce più del 60% dei semiconduttori a livello mondiale, inclusi il 90% dei chip più sofisticati. Questi componenti sono fondamentali per un’ampia gamma di settori, tanto che il 5,6% del valore aggiunto globale, pari a quasi 6 mila miliardi di dollari, dipende da industrie che utilizzano direttamente questi chip.

Inoltre, i principali clienti della TSMC, il gigante taiwanese dei semiconduttori, rappresentano un valore complessivo di circa 7,4 mila miliardi di dollari. Un altro aspetto chiave è la posizione geografica di Taiwan: lo Stretto di Taiwan è una delle vie di navigazione più trafficate al mondo, rendendo l’isola strategica anche per il commercio internazionale. Questi fattori combinati rendono Taiwan un attore significativo nell’economia e nella geopolitica globale.

Le reazioni internazionali e le possibilità di prevenzione

Nonostante le tensioni, non vi sono attualmente segnali di un’imminente azione militare da parte della Cina. Tuttavia, le autorità statunitensi e taiwanesi hanno espresso preoccupazione per possibili reazioni della Cina dopo l’esito delle elezioni, che potrebbero includere incursioni militari, sanzioni economiche e tattiche di “zona grigia” come attacchi informatici. L’obiettivo sarebbe limitare le azioni del prossimo presidente di Taiwan.

Quanto costerebbe al mondo una guerra per Taiwan? Il costo della crisi e l’incentivo alla prevenzione

L’analisi economica di Bloomberg mette in evidenza che il costo di una crisi legata a Taiwan sarebbe così elevato per tutte le parti coinvolte da costituire un forte incentivo a evitarla. Un conflitto su larga scala non solo avrebbe ripercussioni militari e politiche, ma destabilizzerebbe anche l’economia globale in modi difficili da prevedere.

La situazione nello Stretto di Taiwan rimane un punto cruciale nella geopolitica contemporanea. Mentre le probabilità di un conflitto sono attualmente basse, l’impatto economico potenziale di una guerra è tanto significativo da richiedere un’attenta considerazione e preparazione da parte di governi, imprese e investitori in tutto il mondo. Questa situazione sottolinea l’importanza di una diplomazia equilibrata e di un approccio olistico alla sicurezza globale.

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Redazione