Booking sotto la lente dell’Antitrust: indagine per presunto abuso di posizione dominante
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), conosciuta come l’Antitrust, ha avviato un’istruttoria nei confronti di Booking.com, in Italia e all’estero. L’indagine punta a determinare se la nota piattaforma di prenotazioni alberghiere abbia o meno abusato della sua posizione dominante nel mercato, violando l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
L’indagine dell’Antitrust su Booking
Al centro dell’attenzione dell’Antitrust ci sono le pratiche commerciali di Booking relative al Programma Partner Preferiti e alla sua estensione Preferiti Plus. Secondo l’AGCM, Booking avrebbe garantito agli alberghi aderenti una maggiore visibilità nei risultati di ricerca in cambio di commissioni più elevate e dell’impegno a mantenere prezzi “competitivi”. Questi ultimi non dovrebbero essere superiori a quelli offerti sulle proprie piattaforme o su quelle di altre Online Travel Agencies (OTA).
Un aspetto controverso riguarda il Booking Sponsored Benefit, uno sconto applicato dalla piattaforma per allineare i prezzi di Booking.com a quelli più vantaggiosi trovati online, a volte senza il consenso delle strutture ricettive. Questa strategia potrebbe limitare la concorrenza nel mercato delle prenotazioni alberghiere online, con potenziali ripercussioni negative su altre OTA, sugli alberghi e, in ultima analisi, sui consumatori, in termini di prezzi e varietà dell’offerta.
Le ispezioni e la risposta di Booking
Il 21 marzo, l’AGCM, coadiuvata dal Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha effettuato ispezioni nelle sedi italiane di Booking. Quest’ultima ha risposto affermando la propria disponibilità a collaborare pienamente con le autorità competenti. La nota ufficiale di Booking sottolinea l’impegno della piattaforma a operare in conformità con le normative vigenti, ribadendo la propria apertura al dialogo e alla cooperazione con l’Antitrust e la Guardia di Finanza.
Contesto e precedenti
Non è la prima volta che Booking si trova sotto la lente degli organi regolatori. In passato, la piattaforma ha affrontato questioni legate alla fiscalità italiana, risolte con un accordo nel novembre 2023. Anche altre OTA sono state oggetto di indagini da parte delle autorità italiane, segno di un crescente interesse verso le pratiche commerciali nel settore delle prenotazioni online.