La Guardia di finanza ha recentemente sequestrato ben 130 milioni di euro a due esponenti del consiglio di amministrazione della defunta compagnia aerea ITAVIA. Questa mossa segue le accuse di riciclaggio, infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita in relazione ai fondi destinati ai risarcimenti per la catastrofica perdita del volo ITAVIA il 27 giugno 1980, che precipitò vicino all’isola di Ustica, causando la morte di 81 persone.
Il disastro di Ustica rimane uno degli episodi più oscuri e controversi nella storia dell’aviazione italiana. Dopo decenni di indagini, la spiegazione più accreditata suggerisce che l’aereo fu abbattuto accidentalmente durante uno scontro aereo non dichiarato tra aerei militari libici e della NATO. Tuttavia, molti dettagli di quell’evento tragico rimangono avvolti nel mistero. Nel 2020, ITAVIA ricevette dallo stato italiano un risarcimento di 330 milioni di euro, riconoscendo le perdite subite dalla compagnia ormai in liquidazione, non operativa da anni a causa delle continue battaglie legali.
Le indagini hanno rivelato che i due dirigenti in questione hanno fatto ingresso nel consiglio di amministrazione attraverso l’acquisto di quote finanziato da prestiti bancari. Successivamente, avrebbero dirottato 175 milioni di euro dei fondi di risarcimento destinati a ITAVIA verso una società a loro riconducibile, utilizzando parte di questi per scopi personali, tra cui l’acquisto di lussuosi orologi e gioielli e soggiorni in costosi alberghi. Di questi fondi, 45 milioni sono stati restituiti, mentre il resto rimane al centro delle accuse legali correnti.
Questo caso evidenzia criticità rilevanti nelle pratiche di gestione finanziaria delle corporazioni in crisi e nella tutela dei fondi destinati ai risarcimenti. La continua indagine da parte della comunità legale sulla complessa rete di transazioni finanziarie si intreccia con il persistente bisogno di giustizia e trasparenza per le vittime di Ustica e le loro famiglie. Inoltre, le recenti rivelazioni gettano luce sulle discutibili condotte di figure chiave nella gestione di ITAVIA e apre nuove questioni in una vicenda già marcata dal dolore. Questo rinnova la consapevolezza di come le tragedie passate continuino a risuonare nel presente, mantenendo viva la speranza che la verità emerga infine, fornendo una forma di chiusura a chi ha perso i propri cari in quel tragico evento.