Bonus bambini, lo Stato non ha più risorse: centinaia di euro a rischio per gli italiani | Il 2025 sarà un incubo
Nuovi criteri in arrivo per l’assegno unico introdotto nel 2021. Vediamo di cosa si tratta.
Negli ultimi anni, il tema delle nascite in Italia ha attirato l’attenzione di economisti, sociologi e politici. La crisi demografica del Paese è evidente: il numero di nuovi nati continua a diminuire, influenzando in modo significativo la struttura della società e l’economia nazionale. Diverse politiche e misure sono state introdotte per affrontare questa situazione, mirando a incentivare le famiglie a crescere e a investire nel futuro.
Uno degli strumenti più discussi in questo contesto è stato l’assegno unico per i figli, una misura che intende sostenere economicamente i nuclei familiari, riducendo il peso delle spese legate alla crescita dei bambini. L’assegno unico, introdotto dall’ex premier Mario Draghi nel 2021, ha rappresentato un tentativo di riorganizzare e semplificare l’assistenza economica alle famiglie italiane, unificando precedenti incentivi come il bonus bebè e gli assegni familiari.
Tuttavia, mentre il governo si impegna a migliorare le condizioni per le famiglie, resta un problema di fondo: il calo delle nascite non sembra arrestarsi. Le famiglie italiane continuano a fare meno figli, influenzate da fattori economici, culturali e sociali. Nonostante gli sforzi politici, la tendenza alla diminuzione della natalità sembra persistente e preoccupante, portando inevitabilmente a interrogarsi sull’efficacia di queste misure.
Di fronte a questa situazione, si rende necessario un ripensamento delle politiche di sostegno alle famiglie. Non solo per incentivare la natalità, ma anche per garantire che le risorse siano distribuite in modo più equo ed efficiente. Proprio in questa ottica, il governo attuale sta valutando una possibile modifica dei criteri di accesso all’assegno unico.
Le nuove proposte del Governo
Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa, il governo Meloni starebbe valutando di rimodulare l’assegno unico, focalizzandosi su due categorie di beneficiari. La prima riguarda le famiglie con un ISEE superiore a 45mila euro, che attualmente ricevono 57 euro al mese per figlio. La seconda si riferisce a quelle famiglie che non presentano alcuna dichiarazione ISEE, le quali potrebbero presto perdere il diritto di ricevere l’assegno.
Con questa revisione, l’intenzione sarebbe di utilizzare le risorse risparmiate per ridistribuire i fondi in maniera differente, introducendo nuovi criteri che potrebbero favorire le famiglie con maggiori necessità economiche. Tuttavia, l’eventuale modifica porta con sé il rischio concreto che alcune famiglie, attualmente beneficiarie, non riceveranno più alcuna somma.
L’assegno unico e le famiglie a rischio
L’introduzione dell’assegno unico nel 2021 aveva come obiettivo quello di semplificare e unificare le misure di sostegno economico alle famiglie con figli. La misura, teoricamente universale, era destinata a coprire un’ampia gamma di situazioni economiche, offrendo un sostegno variabile in base al reddito familiare. Con l’attuale revisione, però, alcune famiglie potrebbero vedersi escluse dai benefici.
Il governo si trova ora a dover bilanciare le esigenze di contenimento della spesa pubblica con il sostegno alle famiglie, in un contesto di crescente incertezza economica. Mentre alcune categorie potrebbero ottenere un supporto più significativo, altre rischiano di restare senza alcun aiuto, sollevando dubbi e preoccupazioni sulla futura politica di sostegno alla natalità in Italia.