Lavoro, 600mila posti ma il personale non si trova: se hai queste competenze le aziende faranno a gara per averti
Trovare un lavoro è diventato uno degli obiettivi principali per molti italiani, soprattutto in un periodo di incertezza economica ma molti posti non vengono occupati.
La ricerca di un’occupazione non riguarda solo la necessità di un reddito stabile, ma anche il desiderio di trovare un impiego che corrisponda alle proprie competenze e aspirazioni. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, il processo di assunzione può richiedere tempo e pazienza, poiché le richieste delle aziende si stanno evolvendo rapidamente.
Nel contesto attuale, adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro è essenziale. La digitalizzazione e l’automazione stanno trasformando molti settori, mentre altri stanno emergendo con nuove opportunità. Le professioni legate alla tecnologia, al marketing digitale e alla sostenibilità sono in crescita, spingendo chi cerca lavoro a investire in nuove competenze. Tuttavia, anche con le giuste qualifiche, trovare un’occupazione può essere difficile quando le aspettative dei datori di lavoro e le competenze dei candidati non si allineano.
La formazione continua è diventata una componente chiave per rimanere competitivi. Le aziende cercano sempre più candidati con competenze specifiche e aggiornate, mentre molti candidati scoprono che la loro preparazione scolastica o universitaria potrebbe non essere sufficiente. Per questo motivo, chi è alla ricerca di un impiego deve valutare percorsi di formazione professionale o specializzazioni mirate per aumentare le proprie possibilità di successo.
Oltre alle competenze tecniche, i datori di lavoro pongono sempre maggiore attenzione sulle soft skills, come la capacità di comunicare efficacemente, il pensiero critico e l’abilità di risolvere problemi. In un ambiente lavorativo in costante cambiamento, dimostrare flessibilità e adattabilità può fare la differenza tra ottenere un impiego o essere scartati.
l’importanza di settembre 2024 per il mercato del lavoro
Il mese di settembre 2024 rappresenta un punto di svolta per il mercato del lavoro italiano. Secondo il Bollettino Excelsior redatto da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, le imprese prevedono di assumere circa 538mila lavoratori nel corso del mese. Questo dato segna un aumento di circa 7mila posizioni (+1,3%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori più dinamici includono il turismo e il commercio, con aumenti rispettivamente del +21,4% e +25,4% rispetto a settembre 2023.
Tra le assunzioni previste, la maggior parte riguarda contratti a tempo determinato, con 306mila unità previste, che rappresentano il 56,9% del totale. Le posizioni a tempo indeterminato, sebbene in crescita, si attestano attorno a 104mila unità. Questa ripartizione riflette una forte preferenza delle imprese italiane per contratti flessibili, che offrono maggiore agilità nell’adattarsi alle oscillazioni del mercato.
La sfida nel reperimento di personale
Nonostante le numerose opportunità, quasi metà delle assunzioni programmate risultano difficili da completare. Le imprese riportano difficoltà nel reperire circa 254mila lavoratori, pari al 47,2% del totale. Il motivo principale di questa difficoltà è legato alla mancanza di candidati qualificati, con particolare attenzione ai profili tecnici e specializzati. Tra le categorie più ricercate e difficili da reperire ci sono gli operai specializzati, per i quali il tasso di difficoltà di assunzione raggiunge il 65,6%. Altri profili critici includono i dirigenti (61,4%) e le professioni tecniche (52,9%). I settori più colpiti sono la meccanica, la metallurgia e l’industria alimentare, con rispettivamente 24mila, 18mila e 17mila contratti previsti.
Nel settore delle costruzioni, ad esempio, 79% delle posizioni per operai addetti alle rifiniture risultano difficili da coprire, mentre per figure come fabbri, saldatori e artigiani del legno, le difficoltà superano il 70%. Anche i tecnici della gestione dei processi produttivi e i meccanici sono molto richiesti, con tassi di difficoltà che oscillano tra il 65% e il 70% nelle assunzioni.