Pensione, se guadagni meno di 1500 euro sei in grossi guai: non ti basteranno per sopravvivere
Se guadagni meno di 1500 euro questa simulazione di pensione non ti piacerà: il futuro da anziano sarà difficoltoso.
“Mio padre in fondo aveva anche ragione, a dir che la pensione è davvero importante,” cantava Francesco Guccini anni fa. Le sue parole risuonavano come una sorta di beffarda verità su un tema che continua a essere di grande attualità. Il sistema pensionistico italiano, infatti, ha attraversato diverse fasi, influenzando la vita di generazioni di lavoratori.
Negli anni ’70, la pensione sembrava lontana, qualcosa che riguardava il futuro, quasi un concetto astratto. Tuttavia, il mondo del lavoro ha subito cambiamenti sostanziali, soprattutto a partire dagli anni ’90. La riforma del sistema pensionistico del 1995 ha introdotto novità che hanno trasformato il modo di calcolare la pensione, spostando il baricentro dai salari finali ai contributi accumulati durante tutta la carriera.
Con l’entrata in vigore del sistema contributivo, la pensione non è più legata agli ultimi stipendi percepiti, ma al montante contributivo, ossia la somma dei contributi versati durante la vita lavorativa. Questo cambiamento ha portato a profonde riflessioni e ha aperto nuove problematiche per chi non ha avuto un percorso lavorativo lineare o continuo.
Tra i lavoratori, questa nuova dinamica ha generato molte incertezze. Specialmente per chi ha un reddito basso, le proiezioni di una pensione dignitosa sembrano sfumare con il tempo. Ma cosa significa tutto questo in termini pratici per chi oggi è ancora nel pieno della sua carriera lavorativa? Quali sono i numeri reali dietro le simulazioni?
Montante contributivo e importanza del coefficiente di trasformazione
Per comprendere appieno come funziona il calcolo della pensione, è fondamentale tenere d’occhio il coefficiente di trasformazione, un valore percentuale che trasforma il montante contributivo in pensione annua. Questo coefficiente varia in base all’età in cui si sceglie di andare in pensione: più alta l’età, maggiore sarà il coefficiente, e quindi l’importo della pensione.
Inoltre, un altro elemento cruciale è rappresentato dal montante contributivo, ossia la somma di quanto è stato versato all’Inps durante l’arco della vita lavorativa. Per i dipendenti, circa il 33% della busta paga viene destinato ai contributi, una percentuale significativa che influisce direttamente sull’importo pensionistico futuro.
Simulazioni di pensione per lavoratori con stipendi di 1500 e 1700 euro
Per fare una stima della pensione, consideriamo due lavoratori: uno con uno stipendio netto mensile di 1500 euro e uno di 1700 euro. Nel primo caso, il montante contributivo, accumulato in 30 anni di contributi, sarà di circa 270mila euro, mentre nel secondo caso sarà di 306mila euro. Applicando il coefficiente di trasformazione, fissato a 5,723 per chi va in pensione a 67 anni, si ottengono pensioni annue rispettivamente di circa 15.390 e 17.310 euro.
Tuttavia, questi importi non rappresentano ancora il guadagno netto. Dopo aver sottratto le tasse, la pensione mensile per il primo lavoratore sarà intorno ai 900 euro netti, mentre per il secondo circa mille euro. Cifre che, purtroppo, risultano decisamente inferiori rispetto ai guadagni percepiti durante la carriera lavorativa.