Viaggi, stangata in arrivo: guidare l’auto non conviene più | Il Governo ti fa perdere un sacco di soldi
Viaggi in auto sempre più cari con l’aumento delle accise sulla benzina. Cosa sta succedendo con le nuove riforme?
Il costo del carburante dipende dal prezzo del petrolio e da una componente fiscale particolarmente incisiva. In Italia, la tassazione sui carburanti rappresenta una delle più alte d’Europa, con accise e IVA che costituiscono una parte consistente del prezzo finale. Ogni aumento delle imposte su questi prodotti ha un impatto diretto sulle tasche dei consumatori.
La questione della tassazione sui carburanti ha alimentato un acceso dibattito tra associazioni dei consumatori, imprese e governi. Da un lato, si cerca di giustificare queste imposte con esigenze di bilancio e politiche ambientali, dall’altro, i consumatori reclamano una riduzione della pressione fiscale, specie in periodi di crisi economica. L’introduzione o l’aumento delle accise si percepisce come una soluzione temporanea per colmare i buchi di bilancio dello Stato, ma che ha conseguenze permanenti sui prezzi alla pompa.
I veicoli diesel sono stati oggetto di diverse restrizioni e penalizzazioni, sia a livello locale con limitazioni di circolazione – come nel caso delle targhe anterne e delle domeniche senza auto – sia a livello nazionale con politiche fiscali più severe.
In più, un aumento delle accise agisce in forma indiretta sulle spese dei consumatori. In Italia gran parte del trasporto avviene su gomma, per cui l’impresa deve ritoccare il prezzo dei prodotti per poter rientrare nei nuovi costi.
Le possibili novità per i proprietari di veicoli a diesel
Secondo le ultime ipotesi, il governo starebbe studiando un possibile aumento delle accise sul gasolio, allineandole a quelle già in vigore per la benzina. Una decisione che potrebbe comportare un ulteriore aumento del prezzo alla pompa, con conseguenze pesanti per gli automobilisti. Assoutenti ha già lanciato l’allarme, definendo questa ipotesi una “stangata da 3,1 miliardi di euro“, una cifra che rappresenterebbe un duro colpo per i consumatori.
Infatti, non è possibile scegliere una pompa di benzina meno cara rispetto a un’altra, perché le accise si applicano in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Questo potrebbe sconsigliare agli automobilisti di fare un viaggio in auto, perché costa troppo.
Cosa si può fare per risparmiare
Ogni litro di diesel venduto in Italia è gravato da tasse per circa il 56,1% del suo prezzo finale, ma con l’aumento delle accise si rischia di toccare valori simili a quelli della benzina, dove la tassazione incide per quasi il 60%.
Questo potrebbe tradursi in un incremento di 5,5 euro per ogni pieno, con ripercussioni dirette sui bilanci familiari e aziendali, soprattutto per chi utilizza il diesel per lavoro. Per risparmiare si può scegliere un modello elettrico, oppure usare i trasporti pubblici dove possibile.