Fisco, zero tasse a chi guadagna meno di questa cifra: il cambiamento è epocale | Ci rientrano milioni di italiani
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Il cedolino mensile che riceviamo come lavoratori in Italia contiene una serie di voci legate a trattenute fiscali e contributive, tra cui l’IRPEF. Questa imposta sul reddito delle persone fisiche è una delle principali fonti di entrate per lo Stato, ma anche una delle più complesse da comprendere. L’IRPEF si applica a tutti i redditi percepiti da dipendenti, autonomi e pensionati, e il suo calcolo avviene attraverso un sistema di scaglioni di reddito e aliquote progressive, che rendono l’imposta più alta per chi guadagna di più.
All’interno del cedolino, l’IRPEF si presenta sotto forma di trattenute mensili, che variano in base al reddito complessivo annuale e alla fascia di appartenenza. La struttura dell’IRPEF prevede infatti diverse aliquote, che si applicano a fasce di reddito specifiche. Ogni lavoratore o pensionato, a seconda del proprio reddito annuo, paga una percentuale maggiore o minore di imposte. Questa progressività è uno degli aspetti centrali del sistema fiscale italiano, ma allo stesso tempo rappresenta un peso per i contribuenti, soprattutto per i redditi medi e bassi.
La “no tax area” è una delle componenti più importanti da considerare nel calcolo dell’IRPEF. Si tratta di una soglia di reddito al di sotto della quale non è dovuta alcuna imposta. Per il 2024, ad esempio, la no tax area per i lavoratori dipendenti e i pensionati è stata fissata a 8.500 euro. Questo significa che chi guadagna meno di questa somma annuale non paga l’IRPEF. Per i lavoratori autonomi, la soglia è più bassa, fermandosi a 5.500 euro. Questa esenzione fiscale è pensata per proteggere i redditi più bassi, ma è soggetta a continue modifiche in base alle scelte politiche.
Nel cedolino sono presenti anche le detrazioni fiscali che contribuiscono a ridurre l’imponibile IRPEF. Le detrazioni per lavoro dipendente, per esempio, permettono di abbassare l’importo effettivo dell’imposta da pagare, e sono calcolate in modo proporzionale al reddito. Più basso è il reddito, più alta sarà la detrazione, che può azzerare completamente l’imposta dovuta per i redditi più bassi. Anche le spese mediche, le spese scolastiche e altri oneri deducibili incidono sul calcolo finale dell’IRPEF.
Novità IRPEF 2025: obiettivo “zero tasse” fino a 12.000 euro
Per il 2025, si prospettano importanti novità con l’obiettivo di esentare completamente dall’IRPEF i redditi fino a 12.000 euro. Questa proposta, sostenuta da Forza Italia, mira ad estendere la no tax area, innalzando la soglia attuale e riducendo così il carico fiscale per un numero più ampio di contribuenti. L’introduzione di una “zona zero tasse” rappresenterebbe un passo significativo verso una maggiore equità fiscale, alleggerendo soprattutto i lavoratori e i pensionati a basso reddito.
Oltre all’ampliamento della no tax area, si parla anche di una riduzione delle aliquote per i redditi medi. L’aliquota del 35% potrebbe essere ridotta al 33%, con un aumento della soglia per il secondo scaglione di reddito fino a 60.000 euro. Queste modifiche, se confermate nella Legge di Bilancio 2025, porterebbero a un risparmio significativo per molte famiglie italiane, garantendo una maggiore progressività del sistema fiscale.
Le modifiche alle detrazioni fiscali nel 2025
Accanto all’aumento della no tax area, un altro tema centrale riguarda le possibili modifiche alle detrazioni fiscali. Il Governo sta valutando l’introduzione di nuovi criteri che aumenterebbero le detrazioni per i lavoratori dipendenti e pensionati, rendendo il sistema ancora più equo. Questi cambiamenti potrebbero consentire un ulteriore alleggerimento del carico fiscale, favorendo chi ha redditi bassi o medi. Le detrazioni verrebbero proporzionalmente maggiori per chi si trova nelle fasce più basse di reddito, con un impatto diretto sulla busta paga mensile.
Le nuove detrazioni potrebbero estendersi anche a specifiche categorie di spesa, come quelle sanitarie o legate all’istruzione. L’obiettivo è quello di garantire maggiore sostegno alle famiglie italiane che devono affrontare costi crescenti in questi settori. Le detrazioni aggiornate si integrerebbero con il piano di riduzione delle aliquote IRPEF e con l’ampliamento della no tax area, dando un respiro più ampio ai redditi familiari e contribuendo a una maggiore equità fiscale nel 2025.