Pensione, per smettere di lavorare bastano 20 anni di contributi: requisiti dimezzati | L’assegno è automatico
Pensione ecco quali sono i requisiti ridotti per uscire dal lavoro con soli 20 anni di contributi. L’assegno è garantito.
Il tema delle pensioni in Italia è da sempre al centro del dibattito pubblico e riguarda milioni di cittadini, che cercano di pianificare il proprio futuro lavorativo e previdenziale. I cambiamenti nelle normative e nei requisiti per il pensionamento rendono necessario essere informati e preparati, soprattutto per evitare spiacevoli sorprese quando ci si avvicina all’età pensionabile. Negli ultimi anni, le regole per accedere alla pensione di vecchiaia sono rimaste piuttosto stabili, ma è importante monitorare costantemente la propria situazione contributiva.
Molti lavoratori iniziano a controllare il proprio Estratto Conto Contributivo solo poco prima di andare in pensione. Questo atteggiamento, sebbene comune, può portare a scoprire troppo tardi eventuali mancanze o errori nei contributi versati. Infatti, anomalie o ritardi negli accrediti contributivi, errori nei dati personali o mancate comunicazioni da parte dei datori di lavoro possono causare ritardi significativi nella liquidazione della pensione. È quindi consigliabile verificare periodicamente la propria situazione previdenziale.
In Italia, l’accesso alla pensione di vecchiaia richiede il raggiungimento di due requisiti principali: uno anagrafico e uno contributivo. L’età pensionabile è fissata a 67 anni per uomini e donne, mentre il requisito contributivo minimo è di 20 anni di contributi. Questo significa che, oltre all’età, è necessario aver maturato almeno 1.040 settimane di contributi versati per avere diritto alla pensione di vecchiaia.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni che permettono di andare in pensione con soli 15 anni di contributi. Questa possibilità è riservata a chi può far valere almeno 15 anni di contributi versati prima del 31 dicembre 1992 o a chi è stato autorizzato ai versamenti volontari prima della stessa data.
Come verificare la propria posizione contributiva
Verificare regolarmente l’Estratto Conto Contributivo consente di individuare tempestivamente eventuali anomalie, come la mancanza di accrediti per alcuni periodi lavorativi o errori nella registrazione dei dati anagrafici. Questo controllo è fondamentale per evitare problemi al momento della richiesta della pensione, poiché anche un piccolo errore potrebbe ritardare l’erogazione dell’assegno previdenziale o influire sull’importo spettante.
Se si riscontrano problemi, è possibile richiedere all’INPS una correzione tramite specifiche procedure. Ad esempio, si può inviare una segnalazione online attraverso il portale INPS, oppure rivolgersi a un patronato per ricevere assistenza nella gestione della pratica. Monitorare questi dettagli con anticipo aiuta a garantire che, al momento del pensionamento, tutti i contributi siano correttamente conteggiati.
Richiedere la pensione di vecchiaia
Una volta raggiunti i 67 anni di età e i 20 anni di contributi, si può procedere con la domanda di pensione di vecchiaia. La richiesta può essere presentata direttamente all’INPS tramite il portale online o con l’aiuto di intermediari abilitati. In alternativa, ci si può rivolgere a un patronato, come il Patronato ACLI, per ricevere assistenza e consulenza personalizzata su tutte le fasi del processo.
Durante la compilazione della domanda, è essenziale inserire correttamente tutti i dati personali e contributivi per evitare errori. È consigliabile avviare la procedura con anticipo rispetto alla data di pensionamento prevista, poiché eventuali discrepanze nei contributi o nelle informazioni possono causare ritardi nella liquidazione dell’assegno previdenziale.