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La BCE ha tagliato i tassi d’interesse di altri 25 punti base

La BCE taglia i tassi di altri 25 punti base, aprendo la strada a nuove dinamiche economiche.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato il terzo taglio consecutivo dei tassi di interesse, riducendoli di ulteriori 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 3,25%. Questa decisione, emersa durante il meeting di ottobre 2024 a Lubiana, in Slovenia, segnala la continua determinazione della BCE nel bilanciare l’inflazione e supportare l’economia dell’area euro. Il taglio è il terzo dal mese di giugno, e rappresenta un passo strategico nell’affrontare le attuali dinamiche economiche e contrastare i rischi di stagnazione.

Nonostante l’assenza di nuove proiezioni macroeconomiche ufficiali da parte della BCE in questo incontro, il messaggio lanciato dalla presidente Christine Lagarde è chiaro: l’istituto resta pronto a intervenire in modo flessibile, basando le sue decisioni sui dati economici che verranno aggiornati di volta in volta. Lagarde ha infatti ribadito che le mosse future sui tassi verranno decise “riunione per riunione”, senza preclusioni, riservando alla BCE una capacità di reazione immediata alle sfide economiche emergenti.

Una delle chiavi del comunicato della BCE riguarda il target di inflazione del 2%, che si prevede sarà raggiunto nel corso del prossimo anno, anticipando di alcuni mesi la previsione precedente, che vedeva questo traguardo fissato per la seconda metà del 2025. Questo cambiamento, seppur moderato, riflette un rinnovato ottimismo nella capacità dell’Eurozona di stabilizzare l’inflazione, pur restando attenta ai segnali di indebolimento della crescita economica.

Il contesto economico dietro la decisione: inflazione e crescita in bilico

La scelta della BCE di tagliare nuovamente i tassi di interesse è stata motivata da una nuova valutazione delle prospettive inflazionistiche e della crescita economica. A settembre 2024, l’inflazione nell’area euro è stata registrata all’1,7% su base annua, un dato inferiore rispetto alle attese, che riflette un rallentamento nella crescita dei prezzi, particolarmente nel settore dell’energia. Questo dato, combinato con segnali di un rallentamento della produzione industriale e dei servizi, ha influenzato la decisione della BCE, che ha riconosciuto un raffreddamento generale dell’attività economica.

Lagarde ha specificato come questo rallentamento economico, pur preoccupante, non giustifichi al momento un allarme recessione. L’attuale scenario di base per la BCE è quello di un “soft landing”, ovvero un rallentamento controllato dell’economia senza una brusca contrazione.

Uno dei fattori che ha inciso maggiormente sul rallentamento economico è stato il calo della produzione industriale, particolarmente volatile negli ultimi mesi, così come la crescita inferiore alle attese nei consumi. L’estate del 2024 aveva visto un boom del settore dei servizi, soprattutto grazie a una robusta stagione turistica, ma con l’arrivo dell’autunno, i consumi interni hanno rallentato, sollevando preoccupazioni tra gli economisti della BCE. Nonostante questo, Lagarde ha voluto sottolineare che, sebbene il ritmo di crescita dei consumi sia calato, la BCE non prevede un collasso, ma piuttosto una stabilizzazione progressiva.

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Il ruolo dell’inflazione e delle pressioni salariali

Un aspetto centrale della politica monetaria della BCE riguarda l’andamento dei salari, che continuano ad aumentare a un ritmo elevato, contribuendo a mantenere una certa pressione inflazionistica. Tuttavia, secondo Lagarde, queste pressioni derivanti dal costo del lavoro dovrebbero gradualmente diminuire nei prossimi mesi, anche se resteranno elevate nel breve termine. Il lento raffreddamento delle pressioni salariali è stato uno dei fattori chiave che ha spinto la BCE a mantenere una politica monetaria restrittiva, pur decidendo un nuovo taglio dei tassi.

Lagarde ha inoltre evidenziato che, nonostante i salari stiano aumentando, i profitti delle aziende stanno “assorbendo parzialmente” l’impatto di questi aumenti sull’inflazione. Questo significa che l’inflazione salariale non si sta trasferendo completamente sui prezzi al consumo, offrendo un certo margine di manovra alla BCE. Comunque, l’inflazione è destinata a risalire leggermente nei prossimi mesi, principalmente a causa di fattori tecnici, come il confronto con i prezzi dell’energia particolarmente bassi registrati nel 2023.

Il quadro economico resta complesso. La BCE ha quindi scelto un approccio prudente, volto a mantenere il controllo sulla crescita dei prezzi senza penalizzare eccessivamente l’attività economica.

Prospettive future: la BCE e le prossime mosse

Guardando al futuro, la BCE continuerà a monitorare attentamente i dati economici prima di prendere ulteriori decisioni sui tassi di interesse. L’approccio “riunione per riunione” sottolineato da Lagarde indica che la BCE non intende impegnarsi in una direzione rigida, ma preferisce mantenere una certa flessibilità per reagire rapidamente ai cambiamenti economici.

Il prossimo anno sarà cruciale per capire se le politiche monetarie restrittive attuate finora saranno sufficienti per mantenere l’inflazione sotto controllo, senza soffocare la crescita economica. Le aspettative di inflazione dovrebbero rimanere sotto osservazione, con un occhio attento al mercato del lavoro e all’evoluzione dei salari.

Inoltre, la BCE dovrà affrontare le incertezze globali, come l’andamento del commercio internazionale e le tensioni geopolitiche, che potrebbero avere ripercussioni sull’economia europea. Lagarde ha già chiarito che, pur restando vigili, la BCE non intende anticipare mosse drastiche se non giustificate dai dati.

Published by
Alice Carlotta La Greca