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Affitti brevi: rimandata al 1° gennaio 2025 la scadenza per avere il CIN

Affitto (Depositphotos foto)

Affitto (Depositphotos foto) - www.financecue.it

La scadenza per ottenere il CIN, lo strumento introdotto per monitorare le locazioni turistiche brevi, è stata prorogata al 1 gennaio 2025.

L’interesse per il settore degli affitti brevi è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, e ha trasformato questo fenomeno in una delle principali tendenze del mercato immobiliare. Le città turistiche sono al centro di questo cambiamento, con una crescente domanda da parte di visitatori che cercano soluzioni flessibili e temporanee. Tuttavia, dietro questa evoluzione si nascondono diverse sfide, tra cui la gestione dell’overtourism e l’impatto sulle comunità locali.

In molte delle principali destinazioni turistiche, gli affitti brevi sono diventati un tema caldo di dibattito. I residenti lamentano l’aumento dei prezzi degli immobili e la diminuzione della disponibilità di case per affitti a lungo termine. Parallelamente, i turisti continuano a preferire questa soluzione rispetto agli hotel tradizionali, attratti dall’offerta più variegata e personalizzata. Questo ha spinto molte amministrazioni a intervenire, cercando di trovare un equilibrio tra gli interessi degli abitanti e quelli dell’industria turistica.

Una delle risposte a questi problemi è stata l’introduzione di nuove normative per regolamentare il settore degli affitti brevi. L’obiettivo principale è migliorare la trasparenza e garantire che tutte le attività di locazione siano monitorate in modo adeguato. Alcune città italiane, in particolare quelle con un forte afflusso turistico, hanno sperimentato sistemi di tracciamento negli ultimi anni. Queste sperimentazioni hanno dimostrato la necessità di un sistema più strutturato e uniforme su scala nazionale.

Il CIN, o codice identificativo nazionale, è una delle soluzioni concepite per affrontare il problema. Si tratta di un sistema introdotto per monitorare le locazioni turistiche brevi e limitare l’impatto negativo di questo fenomeno. L’obbligo di dotarsi del CIN, inizialmente previsto per il 2023, è stato ora posticipato.

La proroga del CIN al 2025

Martedì scorso, il ministero del Turismo ha ufficializzato lo spostamento della scadenza per l’ottenimento del CIN al 1° gennaio 2025. Questa decisione è stata presa per dare più tempo ai proprietari di immobili che intendono affittare le loro proprietà per brevi periodi, consentendo loro di adeguarsi al nuovo sistema. Inizialmente, il termine era stato fissato per settembre 2023, ma il rinvio è stato deciso per facilitare l’introduzione graduale del sistema su tutto il territorio nazionale.

Il CIN viene richiesto tramite la Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve (BDSR), gestita dal ministero del Turismo. Si tratta di un codice univoco che dovrà essere visibile in ogni annuncio di affitto breve e, tramite un bollino, anche all’esterno dell’edificio. Questo codice sostituirà i diversi sistemi di riconoscimento regionali, creando una maggiore uniformità nel settore.

Pagina web tramite cui richiedere il CIN (Ministero del Turismo foto)
Pagina web tramite cui richiedere il CIN (Ministero del Turismo foto) – www.financecue.it

Il sistema di controllo e le sanzioni previste

Dal 2025, il CIN diventerà obbligatorio per chiunque affitti una proprietà per meno di 30 giorni. Questo codice permetterà di tracciare e censire le locazioni turistiche su scala nazionale, migliorando la trasparenza e la gestione del settore. Chi non si adeguerà al nuovo regolamento rischia multe salate, con sanzioni che possono arrivare fino a migliaia di euro. Oltre alle sanzioni economiche, l’assenza del CIN potrebbe comportare la rimozione degli annunci non conformi dalle piattaforme di affitto più utilizzate, e creare ulteriori difficoltà per i proprietari.

Il sistema mira non solo a regolamentare il mercato, ma anche a garantire un migliore controllo su un fenomeno che ha creato tensioni in molte città d’arte e destinazioni turistiche, dove i residenti spesso subiscono le conseguenze di un afflusso turistico incontrollato. L’introduzione del CIN rappresenta quindi un tentativo di arginare il caos nel settore, allo scopo di salvaguardare al contempo le comunità locali e il tessuto urbano.