Gli investitori osservano i mercati finanziari durante le elezioni presidenziali. Ma quali sono i settori favoriti dei candidati?
Mentre le elezioni presidenziali statunitensi del 2024 si avvicinano, non solo i sondaggi, ma anche i mercati finanziari cercano di offrire un’anticipazione su chi potrebbe conquistare la Casa Bianca. L’andamento delle principali borse mondiali può spesso riflettere le preferenze degli investitori, che muovono i capitali in base alle aspettative legate ai programmi dei candidati.
Le variazioni nei valori azionari, infatti, forniscono segnali su quali settori economici si aspettano di beneficiare maggiormente in caso di una vittoria di Donald Trump o di Kamala Harris. L’attuale scenario mostra una prevalenza di capitali orientati verso società che trarrebbero vantaggio da politiche favorevoli al business tradizionale. Il repubblicano Trump, in particolare, ha promesso meno tasse e meno regolamentazioni per le imprese, rendendo attrattive le aziende che operano in settori come il petrolio, la difesa e il manifatturiero.
Al contrario, la democratica Harris ha proposto incentivi per l’energia pulita e investimenti in tecnologia sostenibile, orientando le aspettative verso un futuro in cui il cambiamento climatico è affrontato con decisione. Nei giorni precedenti all’elezione, i mercati hanno mostrato un cauto ottimismo per Trump, con una stabilizzazione del sentiment su azioni che in passato hanno beneficiato delle sue politiche. Tuttavia, la volatilità recente indica che non esiste una certezza netta, e le ultime rilevazioni lasciano spazio a ripensamenti, con lievi recuperi per alcuni settori vicini alle politiche promosse da Harris.
Questo andamento dimostra come le decisioni d’investimento siano sempre più strettamente legate a previsioni elettorali.
Gli investitori sono particolarmente attenti ai settori industriali che potrebbero subire cambiamenti in caso di vittoria dell’uno o dell’altra. Ad esempio, il settore energetico è uno dei più colpiti dalle aspettative per il voto: le compagnie petrolifere e di gas come ExxonMobil e Chevron vedrebbero un vantaggio in caso di vittoria di Trump, grazie a regolamenti ambientali meno severi. Questi titoli hanno registrato un lieve aumento, nonostante la flessione di alcuni mercati globali nelle ultime settimane. Le promesse di una minore interferenza governativa e una politica energetica più permissiva contribuiscono alla fiducia in un possibile rialzo per questo settore. Le aziende della difesa, specialmente quelle europee come la tedesca Rheinmetall e la francese Thales, potrebbero beneficiare di un Trump alla guida degli Stati Uniti. Una delle sue priorità è, infatti, l’aumento delle spese militari tra gli alleati NATO, il che favorirebbe produttori e fornitori di armamenti.
Dall’altra parte dello spettro politico, un’amministrazione Harris favorirebbe settori legati alle energie rinnovabili, come dimostrato dal calo di alcuni titoli in queste ultime settimane. Il gigante danese dell’eolico Vestas Wind, ad esempio, ha registrato una diminuzione del 3%, mentre altri titoli del settore hanno risentito delle attese di una possibile vittoria di Trump. Il programma di Harris include un importante piano di transizione ecologica, e alcuni investitori temono che una presidenza repubblicana possa limitare gli incentivi fiscali e gli investimenti nel settore. In parallelo, il settore automobilistico è fortemente influenzato dalle politiche sui dazi: Trump ha accennato alla possibilità di imporre dazi elevati sulle importazioni di veicoli da paesi come Cina e Messico, creando incertezza per le case automobilistiche europee come Volkswagen e Porsche. Al contrario, le aziende con impianti produttivi negli Stati Uniti, come Mercedes e BMW, potrebbero beneficiare di una politica più protezionistica e orientata al consumo interno.
Il mercato azionario americano riflette una chiara oscillazione tra i titoli più colpiti e quelli potenzialmente avvantaggiati dai programmi dei candidati. I titoli delle società che operano nelle energie fossili o che potrebbero vedere meno regolamentazione in caso di una vittoria di Trump sono in crescita, ma le ultime settimane mostrano una cautela crescente, con investitori che iniziano a coprire anche i titoli vicini alle politiche di Harris. Le valute, come il peso messicano e lo yuan cinese, hanno subito una lieve svalutazione negli ultimi mesi, penalizzati dalle aspettative di nuovi dazi.
Il ritorno di attenzione su Harris negli ultimi giorni, però, ha moderato queste perdite, riflettendo una percezione di maggiore stabilità commerciale in caso di vittoria democratica. Questo riflette il clima di incertezza che domina i mercati e rende prudente qualsiasi previsione su chi effettivamente potrebbe trionfare alle elezioni. Alla luce di tutto ciò, i mercati finanziari continuano a “votare” per Trump, ma con una evidente cautela e oscillazioni che testimoniano la presenza di ripensamenti. Le scommesse degli investitori mostrano una strategia d’attesa, con attenzione sia ai settori tradizionali, che potrebbero trarre vantaggio da una presidenza repubblicana, sia ai settori emergenti, che si orientano invece su politiche verdi e tecnologiche.