Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sul concordato bis: scadenza fissata al 12 dicembre
Il Consiglio dei Ministri riapre i termini per il concordato bis: partite IVA avranno tempo fino al 12 dicembre per aderire. Ecco i dettagli.
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di dare più tempo alle partite IVA per aderire al concordato preventivo biennale, aprendo una nuova finestra di adesione che scadrà il 12 dicembre 2024. La scelta di riaprire i termini risponde alle richieste avanzate da molte categorie professionali, che avevano bisogno di un’ulteriore possibilità per partecipare alla misura dopo la scadenza del 31 ottobre.
Maurizio Leo, vice ministro dell’Economia, ha sottolineato come questa decisione rappresenti un gesto di ascolto e vicinanza da parte del governo nei confronti dei contribuenti. “Vogliamo rendere il sistema fiscale più semplice e accessibile per tutti” ha detto Leo. Ha aggiunto che la riapertura del concordato è pensata per offrire vantaggi sia allo Stato che ai cittadini, favorendo un rapporto più diretto e collaborativo tra fisco e contribuenti.
Il gettito derivante dalla precedente adesione al concordato, che nel 2023 ha coinvolto circa 500mila partite IVA e generato circa 1,3 miliardi di euro, sarà destinato a ridurre l’aliquota della seconda fascia Irpef dal 35% al 33%. La premier Giorgia Meloni ha ribadito questo obiettivo durante un recente incontro con i sindacati, sottolineando l’impegno del governo nel diminuire la pressione fiscale e offrire un sostegno concreto ai contribuenti.
Anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, ha espresso soddisfazione per la riapertura del concordato, definendola una misura fondamentale per aiutare il ceto medio e ridurre il peso delle tasse sulle famiglie. “Le risorse che raccoglieremo serviranno a rendere la vita un po’ più leggera a chi lavora e produce,” ha detto Tajani, promettendo un impegno costante per diminuire la pressione fiscale e sostenere i cittadini.
Decreto sul concordato bis e acceso dibattito sulla legge di bilancio
Si è concluso il termine per presentare emendamenti alla manovra economica, e in Commissione Bilancio alla Camera sono state depositate circa 4.500 proposte, segnale di un dibattito politico molto intenso e partecipato. Di queste, 1.200 provengono dalla maggioranza e 3.300 dall’opposizione, evidenziando la portata delle divergenze e delle diverse priorità che attraversano lo spettro politico. Forza Italia ha avanzato 501 emendamenti, focalizzando l’attenzione su due proposte di rilievo: la riduzione dell’aliquota Irpef al 33% per favorire i contribuenti e l’abolizione della norma che prevede la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia nei collegi di revisione dei soggetti beneficiari di contributi statali. La priorità è semplificare e alleggerire il carico fiscale, soprattutto per il ceto medio, con l’obiettivo di fornire un concreto sostegno economico.
Forza Italia ha anche posto l’accento sulla questione della web tax. Tra le proposte, spicca l’esenzione per la RAI, i fornitori di servizi audiovisivi e radiofonici, nonché per gli editori di testate online registrate. L’idea è di lasciare la web tax solo ai colossi del web che fatturano oltre 750 milioni di euro, evitando che l’imposta penalizzi le realtà più piccole del settore media. Anche la Lega ha presentato emendamenti significativi, concentrandosi in particolare sulle criptovalute. Tra le proposte, c’è la riduzione dell’aliquota dal 42% al 26% e l’istituzione di un tavolo di confronto permanente con le associazioni di settore. Lo scopo è garantire una regolamentazione che tuteli gli investitori, ma che sia al contempo competitiva e capace di attrarre nuove opportunità. Questi emendamenti riflettono un approccio pragmatico, volto a evitare un eccessivo carico fiscale sulle nuove tecnologie e sulle cripto-attività.
Decreto sul concordato bis, una nuova chance per i debitori
Tra le proposte presentate dalla Lega figura una nuova rottamazione quinquies per le cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2023. La misura permetterebbe ai debitori di estinguere i propri debiti senza pagare interessi di mora e sanzioni, con la possibilità di rateizzare il pagamento fino a 120 rate mensili. Anche questa proposta si inserisce nell’ambito di un più ampio dialogo tra Stato e cittadini per rendere il sistema fiscale più accessibile.
Le opposizioni, con un emendamento unitario firmato dai leader di vari partiti, hanno richiesto un incremento dei fondi per il Sistema Sanitario Nazionale. La proposta prevede un aumento progressivo delle risorse fino al 2030, finanziato riducendo i sussidi ambientalmente dannosi. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, ha presentato oltre 1.200 emendamenti, ponendo particolare attenzione al contrasto del caro vita e al taglio delle politiche di austerità.