Crisi energetica in Europa: la Russia blocca il gas verso l’Austria. Si alimentano tensioni e preoccupazioni sul futuro delle forniture?
La Russia ha smesso di fornire gas all’Austria dal 16 novembre. A quanto si apprende, al centro del contendere ci sarebbe un problema contrattuale tra l’azienda austriaca del gas OMV e la russa Gazprom. L’Austria era uno dei 3 Paesi europei che aveva deciso di rifornirsi ancora dalla Russia nonostante la Guerra in Ucraina.
Gli altri due Paesi sono l’Ungheria e la Slovacchia. Tutti gli altri Paesi, tra cui l’Italia, avevano deciso di interrompere le forniture all’inizio del conflitto in Ucraina. L’Unione Europea si era mossa con un programma di graduale autonomia dal gas russo provvedendo anche alle scorte di emergenza per quei Paesi che dipendevano troppo dal gas russo.
In più, l’Italia aveva attuato una politica di rinforzo delle altre fonti estere, non disponendo di depositi di gas di grandi dimensioni nel nostro territorio. L’Austria era tra i primi importatori del gas russo già dal 1968, quando fu il primo Paese a scegliere questo gas per le proprie esigenze energetiche.
Nel 2023 l’Austria importava dalla Russia il 97% del gas che gli serviva. I gasdotti passano per l’Ucraina, ma continuano a funzionare in base a un accordo firmato nel 2019. I gasdotti arrivano poi in Austria. Questo contratto con l’Ucraina, però sta per finire e il Paese di Zelensky non intende rinnovarlo. Così la OMV austriaca si è ritrovato a uno stop improvviso, anche se si era preparata all’evenienza.
Per il momento, il Paese risponde al suo fabbisogno con il gas che arriva da noi, dalla Germania e dai Paesi Bassi. Qual è la situazione negli altri due Paesi che dipendono dalla Russia? L’Ungheria si è già trovata in questa situazione, ma il grosso del gas arriva dal gasdotto che passa dalla Turchia. Invece, la Slovacchia potrebbe trovarsi in difficoltà in futuro perché dipende ancora dal gas che proviene dal gasdotto ucraino. La notizia è stata riportata da Il Post.
Stando a quanto pubblicato dal Consiglio Europeo, a metà del 2021 i prezzi dell’energia sono aumentati per via del conflitto tra Russia e Ucraina. Con la Dichiarazione di Versailles, i Paesi UE si sono impegnati a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili che provenivano dalla Russia. A fine maggio 2022 il Consiglio europeo ha vietato quasi il 90% delle importazioni del petrolio russo entro la fine dell’anno, evitando per un certo periodo il greggio che arrivava dall’oleodotto. Così i Paesi si sono impegnati ad accelerare sulle rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica, migliorare le reti e diversificare le fonti di gas.
A novembre dello stesso anno l’UE ha stabilito di garantire e condividere l’approvvigionamento tra i Paesi membri in caso di emergenza. Oltre a questo, la misura ha previsto un miglior coordinamento sugli acquisti, dei parametri di riferimento per i prezzi, e una riduzione generalizzata dei cambiamenti dei prezzi di gas e corrente elettrica. Nel giugno del 2022 l’UE aveva già stabilito un nuovo regolamento di stoccaggio. L’ultima data importante in tal senso è stata il 31 marzo 2024, quando è scaduta la proroga di un anno per la riduzione volontaria della domanda di gas.